L’Avanguardia é finita negli anni ‘60

Nel 2009 pubblicavo la seguente tesi dal titolo “Arte Contemporanea: introduzione”, che il mio amico Alessandro Querci, esperto di Arte Contemporanea definiva “un po’ sbrigativa ma ineccepibile”.
Pubblico di nuovo questa tesi, perché purtroppo sussiste il mito del “Sistema dell’Arte Contemporanea” come “AVANGUARDIA ” del giorno d’oggi.

ARTE CONTEMPORANEA: INTRODUZIONE

Pubblicato il 16 Febbraio 2009

Negli anni ’60 due geniali artisti italiani hanno esaurito le “ricerche” delle Avanguardie con opere insuperabili ed insuperate per la loro pregnanza concettuale e spettacolare.

Lucio Fontana, raccogliendo ormai il disagio di moltissimi avanguardisti rispetto ai vincoli bidimensionali della tela, ha bucato e tagliuzzato la stessa andando definitivamente fuori (al di là) della superficie pittorica.

Molti, in quel periodo, tirarono un sospiro di sollievo, pensando che finalmente chi avesse avuto problemi con la superficie pittorica avrebbe potuto liberamente cambiare mestiere lasciando quindi ai pittori la possibilità di riprendere il proprio lavoro liberi dagli incubi avanguardisti.

Piero Manzoni, invece, raccogliendo i postulati di moltissimi mercanti, galleristi e critici sulla priorità della firma dell’autore rispetto alla qualità dell’opera, ha realizzato la celeberrima “Merda d’artista, numerata, firmata e conservata al naturale” (Andy Warhol e le sue lattine di Campbell sono robetta da principianti al confronto…).

Anche in questo caso molti pensarono che mercanti, critici e galleristi avrebbero saggiamente rivisto le loro tesi sulle “firme” magari riprendendo a studiare a ad amare la pittura e la qualità delle opere.

Negli anni ’60 molti giovani studenti d’ arte, forti anche dell’operare di Fontana e Manzoni, guardavano al futuro con grande ottimismo e indubbia fede nel ritorno ai valori fondamentali delle arti plastiche, appassionandosi nello studio del proprio mestiere.

E’ evidente che quei giovani studenti si sono sbagliati, perché nei 60 anni successivi non si è fatto altro che insistere ripetutamente, infinitamente, ossessivamente a “bucare tele” e a “gonfiare firme”, in una sequenza che ormai ha tutti i canoni e gli schemi ripetitivi di un classico metodo accademico.

“ARTE CONTEMPORANEA” é sinonimo di ACCADEMISMO CONTEMPORANEO

Probabilmente una delle differenze fondamentali tra l’accademismo del 1800 e quello attuale è che allora si lavorava duramente e umilmente per creare opere rispettose delle regole e dei canoni, mentre oggi i Nuovi Accademici lavorano poco o niente, disprezzando il mestiere e le tecniche, per ripetere schemi e moduli che ormai sono una ombra sbiadita delle vecchie e superate avanguardie.

Il “Sistema dell’Arte Contemporanea” che ha determinato il successo dei Nuovi Accademici negli ultimi sessant’anni (Pop Art, Minimal Art, Body Art, Process Art, Performance Art, Conceptual Art ecc.) purtroppo imperversa con tutto il suo potere totalizzante ed escludente ancora oggi e non si sa per quanti anni ancora, impedendo così lo sviluppo di una ricerca artistica seria e professionale.

E’ per questo motivo che abbiamo pensato di aprire questo spazio (www.labottegadelpittore.it) per presentare alcune opere e concetti dei Nuovi Accademici che, presuntamente, avrebbero sostituito il mestiere della pittura…….da questi loro giochetti e furbesche trovatine.

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