Inizieremo il 2011 con la illustrazione di un tremendo racconto di Juan Rulfo: “El día del derrumbe” , che in italiano sarebbe “Il giorno dello smottamento” o meglio “Il giorno del crollo”.
Questo ultimo dipinto, appena terminato, è il n.4 del mio progetto di illustrare tutti i 17 racconti che compongono la celeberrima raccolta di questo maestro della letteratura latinoamericana “EL LLANO EN LLAMAS”.
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JUAN RULFO: “EN LA MADRUGADA”
Altro bellissimo racconto di Juan Nepomuceno Carlos Pérez Rulfo Vizcaíno, mondialmente conosciuto come Juan Rulfo.
Il racconto “En la madrugada” (Nell’alba), che appartiene alla raccolta intitolata “EL LLANO EN LLAMAS” (La pianura in fiamme) mi ha ispirato il terzo dipinto che oggi presentiamo in questo articolo.
Questo racconto, come tutti gli altri di Juan Rulfo, è praticamente intraducibile all’italiano, e perciò al fondo pubblichiamo la versione originale in spagnolo.
JUAN RULFO: “NOS HAN DADO LA TIERRA”
Il messicano Juan Rulfo è uno degli scrittori più importanti del XX secolo: un genio della letteratura ispano-americana (nasce nel 1918 ad Apulco-Jalisco e muore a Città del Messico nel 1986).
E questa sua genialità mondialmente riconosciuta è stata di poche parole: ha praticamente pubblicato solamente due libri El llano en llamas nel 1953 e Pedro Páramo nel 1955, poco più di 300 pagine in tutto.
Del primo libro, EL LLANO EN LLAMAS (La pianura in fiamme), ho iniziato a illustrarne i racconti, che sono 17 in tutto. Continua a leggere
JUAN RULFO: “NO OYES LADRAR LOS PERROS”
Juan Rulfo è il più grande scrittore latinoamericano del ‘900 e, insieme a Jorge Luis Borges, il più popolare scrittore di lingua spagnola del XX secolo.
E questa sua rivoluzione letteraria l’ha fatta praticamente con solo due libretti di circa 160 pagine ciascuno: “EL LLANO EN LLAMAS” (La pianura in fiamme) e il “PEDRO PARAMO”.
In Italia è relativamente poco conosciuto. Peccato!
Io credo che ciò sia dovuto alle pessime traduzioni finora pubblicate.
MARINO MAZZACURATO: “IL PARTIGIANO”
A Parma c’è uno dei più bei monumenti ai Partigiani che io conosca, è un’opera monumentale di Marino Mazzacurati, di una semplicità, espressività e dignità impressionanti.
La figura del Partigiano sull’alto piedestallo è il ritratto di una persona normale, un giovane che posa senza retorica, fermo, ma con una energia tutta interiore, deciso, il viso e lo sguardo danno sicurezza, la sua decisione di imbracciare le armi è convincente, non c’è violenza, c’è la sicurezza di un progetto per l’Italia e per il futuro di Giustizia e di Pace. Continua a leggere