Lasciare a casa schemi e rigidità mentali

IMG_1480Mancano due giorni alla partenza per Haiti e già è arrivato il primo scoglio psicologico da superare: lasciare a casa le rigidità mentali.
Cosa è successo? “Armato” di tanta buona volontà ho steso una scaletta di quello che avrei voluto fare, chi intervistare, chi poter sentire, quali storie raccontare. Tutto basato sui racconti delle persone che ho ascoltato nell’ultimo anno. Ho mandato la scaletta via mail a Don Mauro (a destra nella foto), a Mare Rouge, l’ex parroco di Abbiate che ormai si trova sull’isola da sei anni. Risultato: tutto da rifare. O meglio, non rifare nulla. Troppe cose, troppa carne al fuoco, ma soprattutto, come mi viene suggerito anche da altri che hanno fatto esperienze simili, meglio spogliarsi di certe rigidità, anche organizzative. A spiegarmelo è lo stesso Don Mauro, sempre gentile e disponibile: «Il programma può fare da sfondo: cosa ci si mette poi, si vedrà sul posto e secondo le condizioni, che sono diverse qui e lì. Da qui poi tutto potrà essere meglio valutato e programmato. E non devi dimenticare che la vita, anche qui in Haiti, riserva sempre delle sorprese, anche per rendere più bello e vario il lavoro e il soggiorno. Noi cercheremo di essere disponibili, secondo possibilità. Sento che i motori stanno rullando sulla pista e ti vedo carico di tante cose, per venire a contatto con questo nuovo mondo. Vieni con fiducia».

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Natale ad Haiti? Senza luci, come il primo della Storia

Come vivono il Natale le persone di Haiti? È la domanda che ho posto a Don Mauro Brescianini, ex Parroco di Abbiate Guazzone che ha seguito tre anni fa Don Giuseppe Noli nella sua missione ad Haiti, nella parrocchia di Mare Rouge. Certamente il Natale non viene vissuto come da noi, ma come?
«È un giorno straordinario, ma anche molto “ordinario” – racconta Don Mauro – : mancano luci, musiche appropriate, di regali, manco si parla, anche gli auguri sono a fior di labbra: un po’ di abitudine c’è, ma non troppa. Qui comanda come sempre la “signora quotidianità”, che è l’urgenza di ogni giorno, quella di avere qualcosa da mangiare. Il vestito della festa non manca, anzi è elegante e ben portato, in Chiesa la gente c’è, forse non come la Domenica, perchè quest’anno cade di Martedi, giorno di grande mercato, e non si può restarne fuori. La corale prepara da diverse settimane i canti della Festa, ci mette fiato e cuore, anche se non sempre l’armonia è carezzevole. Il presepio in Chiesa non manca, e si compone di tutto e di più, soprattutto palloncini colorati, che finiscono per nascondere i personaggi principali e magari si rischia di dimenticare il Bambino».

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“Aiutateci a ricostruire le strade di collegamento”

Un aiuto per ricostruire le strade di collegamento tra i vari pesi dell’entroterra di Haiti. È l’appello che lancia dall’isola don Mauro Bresciani dopo il passaggio dell’uragano Sandy. Nei giorni scorsi aveva fatto sapere che stavano tutti bene, ma la situazione con il passare delle ore si è fatta più complicata. Continua a leggere

“L’uragano è passato, si contano i danni, ma stiamo bene”

L’uragano Sandy sta per abbattersi su New York e improvvisamente se ne occupano tutti i giornali. Ma la tempesta ha attraversato prima le isole caraibiche colpendo soprattutto Haiti e Cuba, dove ci sono stati anche almeno 30 morti. Ingenti i danni alla popolazione, come racconta l’ex parroco di Abbiate Guazzone (Varese), Don Mauro Brescianini, che si trova a Mare-Rouge ormai da diversi anni, zona dove è stato colpito soprattutto l’ambiente.

«L’uragano di turno, sembra passato – spiega -: qui da noi è rimasto un po’ di vento freddino, è passata tanta acqua, anche in forma di violenti acquazzoni, a scatti. Sugli eventuali danni, si hanno per ora poche notizie e nella nostra zona sembrano limitati: qualche casa danneggiata più o meno seriamente, qualche animale domestico morto, campagne allagate». Continua a leggere

Portare l’acqua potabile dove non c’è mai stata

È stato il mio ultimo incontro con Don Mauro Brescianini. È tornato ad Abbiate lo scorso luglio, per incontrare i famigliari e le persone che lo stanno aiutando, e supportando, nell’opera a Mare-Rouge: le comunità di Abbiate Guazzone (Tradate – Varese) e di Calderara (Paderno Dugnano – Milano).
Vi ripropongo l’intervista che gli feci allora, dove racconta come, dopo tre anni di lavori, si stia per arrivare ad “aprire” l’acquedotto che rivoluzionerà il modo di vivere di persone che non hanno mai avuto a portata di mano l’acqua potabile. Il tutto grazie a un acquedotto costruito con il contributo di volontari (elettricisti, muratori, idraulici, carpentieri) che hanno portato la loro esperienza e il loro tempo a Mare-Rouge.
Ecco la storia con le parole di don Mauro.