Il ritorno allo Loiyangalani

Scriverò poco in questo articolo, perché la malaria ha bussato nuovamente alla mia porta.

I sintomi questa volta sono ancora più forti, sto prendendo svariate medicine per ristabilirmi il prima possibile.

Inizierei nel scrivere C.V.D., ossia come volevasi dimostrare, facendo riferimento all’ultima frase dell’ultimo articolo scritto, “Sarà un viaggio difficile in tutti i sensi”, ma mai mente umana avrebbe potuto immaginare tanto.

Partito mercoledì sera da Malindi sono arrivato sabato mattina allo Loiyangalani.

Molte le cose che sono successe a me e al padre.

A Niyahruru, siamo stati arrestati e spediti in prigione, un posto fresco, pulito e tranquillo.

Successivamente ci hanno scortato davanti al giudice per la sentenza e la condanna, rappresentata da 8000 kes ossia la cauzione per evitare 3 mesi di galera.

E’ stata tutta una commedia, il contrasto tra il luogo serioso e le persone tuttaltro che serie, non ha potuto che suscitare in me ilarità, contagiando in un secondo momento anche il padre.

La causa di tutto ciò: viaggiavamo con le gomme lise.

Dopo aver perso un intera giornata nella Law Court, abbiamo fatto visita alla parrocchia del vicino paese, Solipi, dove abbiamo trovato un letto per dormire ed una doccia per toglierci la molta sabbia e la polvere accumulata sul nostro corpo compresa la molta stanchezza del viaggio.

Giunti all’inizio della cittadina di Maralal, abbiamo bucato la gomma nuova appena comperata.

Sostituita, abbiamo cercato un gommista per riparare quella bucata.

Da qui siamo ripartiti alla volta di Baragoi, dove il pick up, un land cruiser toyota, ci ha abbandonato. Il meccanico di fiducia di Fr. Andrew, prontamente ha riparato il guasto al filtro del diesel ed al contatto elettrico della tanica del carburante.

Ripartiti a sera tardi, ci siamo diretti a South Horr, poco lontano dallo Loiyangalani, dove abbiamo consegnato sacchi di zucchero ad alcune famiglie.

Tutto sembrava scorrere per il verso giusto quando a Sarima, a circa 30 km dalla missione, entrambi i serbatoi si svuotano.

Sdraiati nel bel mezzo della notte, sotto il pick up, in mezzo al deserto con la nostra piccola torcia elettrica, abbiamo cercato di spremere l’ultima goccia di diesel dalle due taniche, maneggiando con i tubicini che portano il carburante.

Cosi sabato mattina, siamo giunti alla missione, dopo aver passato molte avventure e macinato molti kilometri.E’ stato un viaggio che ha messo a dura prova tutte le nostre facoltà mentali nonché fisiche.

Sabato, dopo aver dormito qualche ora, mi sono diretto al progetto, desideroso di rivedere le piantine  lasciate in mano ad Augostine, un ragazzo della parrocchia, circa 3 settimane fa.

All’apparir del progetto, non nascondo l’emozione che mi ha colpito, un misto di felicità, incredulità, meraviglia.

Alte e forti sono le piante, dal fusto spesso e dalle numerose foglie, ricche in cima di fiori gialli.

Che gratitudine  e che gioia che ho provato in quel momento pensando in un flash a tutti gli sforzi, a tutte le energie,  a tutto l’impegno che giorno dopo giorno, anche nei momenti di malattia ho donato al progetto affinché si potesse raggiungere un risultato simile, che gioia tutto ciò.

Nello stesso momento mi riecheggiavano forti nella testa le parole di Don Maurilio, il quale mi disse il giorno prima di partire, durante la nostra chiacchierata: “Il Signore fa fiorire il deserto”.

Qualche giorno fa si è raggiunta la temperatura al sole di 65 gradi, di tutto questo caldo anche il mio pc a volte ne risente, ma cerco di mantenere nonostante questo i contatti di aggiornamento.

SAMSUNG

Un saluto a tutti in particolare alla mia famiglia

Gabriele Caccia

from Loiyangalani

8 pensieri su “Il ritorno allo Loiyangalani

  1. Jambo Gabriele,
    scrivi dunque… sei vivo ma che preoccupazione…un grazie alle suore che ti hanno in cura,un grazie a Fr. Andrew che ha condiviso con te una buona parte del viaggio e ad Augostine
    in cui avevi riposto fiducia per la cura delle piantine.
    Atekape apeiong
    🙂 mamma 🙂

  2. Ciao Gabriele,
    abbiamo letto con molta apprensione le tue ultime vicende. Grazie perchè nonostante le tue difficoltà ci tieni aggiornati sul tuo progetto. Ci uniamo alla tua gioia per i buoni risultati ottenuti e ti auguriamo di guarire presto un bacio ed un abbraccio, zia Mary e famiglia

  3. Un processo per direttissima! Giustamente, per un reato così grave 🙂
    Sono felice per le piante che stanno crescendo e un complimento anche ad Augostine che se ne è occupato così bene.
    Mi spiace tanto invece per la malaria che mixata con quel caldo atroce deve essere tremendamente spossante, ti auguro di tornare in forze il prima possibile. Coraggio, a presto.
    I.

  4. Caro Gabriele, una bella soddisfazione per il tuo progetto, dopo tanta fatica e naturalmente tanto “sudore” nel vero senso della parola!! Mi spiace per la ricaduta in malaria, resisti, sei forte!!!
    Però, che avventure i tuoi viaggi, te l’ho detto, meglio in Indiana Jones!!
    Un abbraccio fresco, fresco (visto il gran caldo)
    Elda e Franco

  5. Ciao Gabriele,
    Dopo aver letto quanto ti è successo durante il viaggio, devo ammettere che dimostri di avere una notevole resistenza e forza d’animo. Complimenti, hai tutto il mio appoggio. Apprendo con gioia che le tue piantine crescono rigogliose ripagandoti giustamente per tutto l’impegno profuso. Ti auguro infine di riprenderti presto dalla malaria e di riacquistare la salute quanto prima. Un abbarccio. Pietro

  6. FORZA AMICO MIO ,CONTINUA CON IL TUO CORAGGIO E OTTIMISMO NON PERDERTI D’ANIMO, I RISULTATI ARRIVANO SEMPRE !! TI RICORDI IL PROVERBIO (CHI SEMINA RACCOGLIE)
    TI SI ADDICE ALLA PERFEZIONE COMPLIMENTI E CERCA DI GUARIRE AL PIU’ PRESTO PER CONTINUARE IN QUESTA FANTASTICA AVVENTURA.
    UNASTRETTA FORTE GIANLUCA E TUTTI ,CIAO

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