FIRST MEETING DAY “Prevention of election violence and interventions promoting peace”
Martedì 20 novembre 2102 è iniziata la prima delle due giornate per parlare di pace inerente le imminenti elezioni politiche in Kenya.
Le varie sommosse, disordini, tumulti con conseguenze mortali le più delle volte accaduti in questo periodo, vedi Garissa, Baragoi, Nairobi, sono dovuti proprio alle elezioni politiche.
Ci sono mandanti politici che aizzano scontri armati sulle persone per ottenere più voti possibili, vedi Samburu e Turkana.
Buona l’organizzazione generale della giornata, ci sono stati sia momenti di lavoro individuale sia in team, tre gruppi da 10 persone circa, impegnati alla ricerca di risposte a 4 domandi cruciali per questo momento:
1- What is the importance of election ?
2- What are the fears about election ?
3- What is election violence ?
4- What are the causes of election violence (pre-during-post election) ?
Per alleggerire poi la tensione e l’impegno sorto da questi interrogativi, ci siamo ritrovati tutti quanti a sorseggiare del caldo chai, il loro tipico thè+milk.
In seguito, dopo questo momento di break , circa 20 minuti, si è ritornati al naturale proseguo dell’incontro.
Sono stati raggiunti momenti di alta concentrazione ed importanza con dibattiti tra i partecipanti, gestiti dalla sapiente guida-oratore con riferimenti su Kofi Annan ed i suoi relativi interventi a favore della pace sulle zone rosse del Kenya.
Verso le 13:00 c’è stata la pausa lunch.
Una 40ina di persone erano radunate nel cortile, sul retro della casa di padre Andrew, all’ombra di numerosi arbusti ed alberi.
Tanto il lavoro delle catechiste divenute cuoche per l’occasione, tante le sedie, i bicchieri di latta cosi pure i piatti, nessuna posata, qui si usano le mani per mangiare.
Bè, io, Fr. Hubert, Fr. Oliver ed il suo aiutante-volontario Paul guardandoci, senza nascondere qualche difficoltà sul modo di mangiare, abbiamo optato all’unanimità almeno per un cucchiaio.
Pranzo a base di riso, tilapia, il pesce del lago Turkana e del cabbage, ossia i nostri cavoli però dal gusto più dolce, tutto quanto cucinato all’esterno su bracieri in pietra, alimentati con legna secca.
Legna che abbiamo raccolto ed accatastato, qualche giorno prima a circa50 kmda qui, anche del semplice legname in questa parte del Kenya, al giorno d’oggi, è un bene assai prezioso.
Mi ha colpito personalmente il numero di persone che mi circondavano, ingente, ed il cibo che non finiva mai, continuava ad uscire da questi pentoloni, senza sosta e sorridendo mi volto verso Fr. Hubert e gli dico Father, mi viene in mente la scena della moltiplicazione del pane e del vino e lui col suo tipico accento tedesco risponde “ ah ja ja ja, etc.”
Concluso il pranzo alle 14:30 si riprende l’incontro, io mi alterno tra un bicchiere d’acqua fresco della cucina e la house del meeting a circa400 metri.
Le mie condizioni di salute sono buone apparentemente.
Verso le 18:00 si conclude la prima giornata d’incontro, tutti sono entusiasti del lavoro fatto ed il morale è alto.
Faccio conoscenza con alcuni di loro, ci si scambia qualche parola del perché si è qui, si mostrano tutti quanti curiosi del progetto d’idroponica che sto portando avanti e con piacere glielo mostro.
Alcuni di loro prima di ripartire per le loro terre, chi a nord al confine con l’Etiopia, chi a sud verso Mombasa, chi a est verso Wajir, si rendono disponibili per farne uno uguale nella propria parrocchia.
Ore 19:30 si cena con del riso e della carne di capra, sgozzata nel primo pomeriggio.
Ho assistito allo sgozzamento della capra, dall’inizio alla fine, tutto è avvenuto così tranquillamente, in maniera del tutto naturale, con alta maestria e conoscenza di Joseph il cuoco, che mi ha chiamato in causa per aiutarlo in certi momenti.
E’ stata una bella, utile e significativa esperienza vissuta in prima persona. Grazie Joseph.
Dopo aver parlato un po’ con Paul e Fr. Oliver, verso le 21:00 ci accomiatiamo, ci si scambia la buonanotte tutti quanti, Fr. Andrew, Caesar ed i presenti ed ognuno si ritira chi nella guest house e chi nelle magnatte, case-capanna per gli ospiti all’interno della missione.
Inizia per me il calvario, notte di incubi e bagni di sudore, stordimento mentale totale.
Non sto bene.
Come ho raccontato nell’articoloLA SECONDACADUTA, solamente verso le 9:00, trovo le forze per alzarmi e prendermi del paracetamolo, ritornando nuovamente a letto.
Così ho passato l’intera giornata di mercoledì 21 novembre, a letto.
Solamente verso l’ora di cena, ritrovo le energie per alzarmi e cibarmi con un pugno di riso in bianco ed 1 patata.
Notte seguente, dolori allo stomaco ma sento che piano piano riprendo il controllo del mio fisico.
Arriva l’alba africana che con la sua forte luce penetra dalle tende in perenne danza per il forte vento, così da arrivare direttamente ad illuminarmi il viso ed ecco che inizia un nuovo giorno.
Mi sento meglio, la giornata inizia con il sorriso sulle labbra, avviso le sister sul mio stato di salute, mi inviteranno per tre pranzi nei giorni successivi, giusto per riequilibrare il mio stomaco, con cibi leggeri, puliti ed asciutti.
Il cibo tipico locale è buono ma spesso usano molti condimenti per insaporirlo, risultando pesante da digerire.
Nei giorni seguenti è stato sempre un migliorare, fino a riprendere sia le forze fisiche che mentali.
Mi è dispiaciuto non poter seguire la seconda giornata del meeting ma perlomeno sono riuscito a dare il mio saluto agli organizzatori ed ai nuovi conoscenti, augurandoli Safari njema – buon viaggio !
IL PROGETTO
Due sono stati i progetti intrapresi allo Loiyangalani, una prima piattaforma, per dare un’idea una piccola serra, coltivata a cavolo verza, una seconda piattaforma coltivata a pomodori.
Il primo progetto, quello dei cavoli, purtroppo ho dovuto stopparlo qualche giorno fa, in quanto il cavo necessario per collegare l’inverter all’attacco della lampada, inviato da Isiolo, dal negozio di Harish, non è mai giunto fino a qui.
Questo fatto, ha determinato la moria delle piantine di cavoli.
Per quanto riguarda il secondo progetto ossia i pomodori, posso dire che le cose stanno andando bene. Le piantine stanno crescendo rigogliose, verdi e forti, illuminate dal sole equatoriale e irrigate dalla buona acqua della sorgente.
Ogni giorno, le guardo, controllo il loro stato di salute, pulisco i buchi d’irrigazione non ben funzionanti, le bagno, osservo le nuove nate, insomma faccio un check per avere sotto controllo la situazione e farla andare nel migliore dei modi possibili.
Solitamente queste operazioni vengono ripetute durante l’arco di una singola giornata, al mattino appena sveglio verso le 7:30, prima di pranzo, verso le 12:00, dopo pranzo e più volte nel pomeriggio.
Occorre controllare anche quanta energia elettrica viene prodotta dai 6 pannelli fotovoltaici, per il buon funzionamento delle pompe idrauliche e del timer che controllo regolarmente.
Ogni mattino Aldo, Giovanni e Giacomo raccontano di una gazzella che dopo essersi alzata deve correre se no il leone la prende, io, invece racconto che ogni mattino mi sveglio ed entrando nell’ex cucina, divenuta deposito per il progetto, devo essere molto abile nello schivare i 5 pipistrelli che mi vogliono dare il buongiorno, sbattendo le loro ali sul mio viso.
Il mattino è il momento in cui patisco di più la manutenzione del progetto, intorno le 10-11:00, quando il sole già alto nel cielo, spara i suoi raggi solari sul mio corpo, al di sotto della mosquito net, realizzata al 100% in poliestere con la disumana conseguenza di rigagnoli di sudore che iniziano a scendere da tutto il corpo, accompagnata tale situazione, da un assai limitato spazio di manovra manuale, dovendo fare attenzione a tubi, corde, legni di palma nonché le piantine.
Se per di più mi scivolano gli occhiali, bè il pensiero di dire qualche parolaccia mi sovviene ed ecco allora che decido di prendermi 5 minuti di pausa, bevendo un bicchiere d’acqua.
Ieri ed oggi ho dovuto eseguire un’operazione assai delicata sulle piantine, ossia la rimozione di quelle in sovrannumero.
Per alcuni bicchieri di plastica, la maggior parte, sono germogliati più semi e cosi mi ritrovo in condizione di avere 10 piantine di15 cmnello stesso bicchiere.
La complessità di tale operazione, risiede nel togliere la piantina con la sua radice senza portarne dietro tutte le altre. Le radici sono molto fitte ed intricate le une alle altre, cosi talvolta non posso eseguire questa operazione, lasciando inalterata la situazione.
Tenterò di postare tre foto che ho scattato questa mattina 27 novembre 2012, verso le 10:00,
scrivo tenterò perché qui la connessione internet se c’è è molto lenta, qualità EDGE, a volte tocca anche i 5 kbps, ossia una velocità di connessione dati assai bassa.
La variabile vento, vorrei non considerarla, potrei scriverci un tema a riguardo, dal titolo: “Loiyangalani: Tecnologia vs Natura, 0-1”.
The last but not the least, voglio fare gli auguri di buon compleanno a mio fratello Ilario, “ Tanti Auguri e buona torta ! ”.
Gabriele
From Loiyangalani