Non aspettare che tutto sia perfetto

promenade dans les bois…Quel momento non arriverà mai, semplicemente inizia. Con questo banale aforisma “da cioccolatino” si potrebbe perfettamente descrivere il mio esordio nel mondo dei fisicamente attivi. OK, dalla foto sembro più un pingue contadino-possidente del tardo Ottocento che un agguerrito e modeno trekker, ma ci vuole un inizio per tutto.

Non ho certo aspettato che fosse tutto perfetto, ben lungi. Per cominciare il tempo era gelido, e la neve caduta di recente ingombrava il sentiero. Avevo anche un rimasuglio di raffreddore, ma soprattutto le annunciate scarpe ordinate in rete erano sì arrivate, ma di un numero sotto il mio. Ci ho provato a far finta di niente, indossandole per oltre un’ora nel tentativo di convincermi che in fondo potevano andar bene. Dovevo arrendermi all’evidenza, mi facevano male, furiosamente.

timberland piccole

Senza perdermi d’animo escogitavo un piano B e recuperavo dalla cantina un paio di vecchi scarponcini squarciati. Con un buon paio di calze sarei riuscito a tenere a bada il freddo per almeno un paio d’ore. Mi imbacuccavo poi con quel che mi capitava, un vecchio giaccone di panno, lo sciarpone Vuitton, guanti di pecari, i miei fedeli jeans, berretto di cashemire regalato dai suoceri a Natale e un bastone da allevatore di bestiame. Sì, forse la cravatta la potevo anche evitare…

Scarpone squarciato

Prontissimo, caricavo le cagnette sul pandino 4×4 e convergevo sul rione Mirabella di Gemonio, da dove parte un sentiero piuttosto in piano che collega Gemonio ad Azzio.

L’obiettivo era quello di acclimatarmi, come lo farebbe un alpinista sulle pendici dell’Himalaya prima di sfidare la vetta. Siamo sui primi contrafforti del Campo dei Fiori, sotto Orino, e da qui si vede benissimo la mia futura meta. Il mio percorso di oggi prevedeva l’arrivo nei pressi dell’agriturismo Terra Libera di Azzio.

mappa walking

A circa metà del cammino sentivo d’improvviso un gran vociare, rumori di rami rotti, corsa sfrenata attraverso la boscaglia. Poi una scarica di fucilate, fortissime, vicinissime,  e  un uomo che gridava concitato “E’ grosso, è grosso! Occhio ai cani! Qui per portarlo via dovremo metterci in sei!”. Surreale. Per un attimo mi sono leggermente preoccupato, poi ragionando ho intuito che si riferivano ad un grosso cinghiale, abbattuto poco dopo dal resto dei fucilatori appostati più in basso.

Per oggi poteva bastare, decidevo di non finire impallinato e facevo dietrofront, seguito docilmente da Milla e Bubu che sembravano approvare il rientro anticipato. Comunque avevamo camminato per un’ora buona. Troppo presto per il calcolo delle calorie e ogni altra considerazione statistica, non sono ancora entrato nella mentalità. Per ora mi sono goduto una tranquilla, o quasi, camminata nel bosco in compagnia dei miei cani. Domani ritorneremo, cercando di spingere più in là il nostro modestissimo limite. Irrisorio, forse, ma il concetto è proprio questo: muoversi, un passo alla volta!

 

 

2 pensieri su “Non aspettare che tutto sia perfetto

  1. Grande Pierre!
    Un lungo cammino è fatto di piccoli passi!
    Che la forza sia con te!
    Buon percorso!

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