La fin del mundo in vespa

vespa16 dicembre del 2005: dopo un avventuroso viaggio di oltre 4.500 chilometri una singolare spedizione raggiunge Ushuaia, la città più australe del mondo, all’estremo sud della Tierra del Fuego. Di ventiquattro Vespa partite da Buenos Aires solo ventidue riescono nell’impresa di attraversare la Pampa e la Patagonia lungo la Cuarenta, “spina dorsale” dell’Argentina, una secolare strada in terra battuta che si snoda ai piedi delle Ande e che, ancora oggi, rappresenta una vera e propria sfida per chi vi si avventura: la leggendaria Ruta 40. Una sfida a bordo di un fuoristrada, una follia in sella a delle Vespa. Una storia vera. La cronaca on the road della straordinaria esperienza vissuta dall’autore insieme a un gruppo di persone normali, improbabili “raider patagonici” che nella vita sono artigiani, meccanici, impiegati, padri di famiglia, studenti. Un viaggio ricco di imprevisti, a volte drammatici, narrati col trasporto di chi li ha vissuti in prima persona da cui trapela la determinazione di chi ha saputo arrivare fino in fondo. Il racconto è punteggiato da diversi aneddoti, anche umoristici, ed è arricchito da ricordi, approfondimenti storici e spunti di riflessione da cui traspare lo stato d’animo dell’autore e dei suoi compagni.

Hasta la fin del mundo… in Vespa!, Lorenzo Franchini, A.CAR

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Per un suo compleanno

Auto a due ruote del primo dopoguerra, bandiera della rivoluzione giovanile, acclamato simbolo di stile in equilibrio sulla tradizione. La Vespa è qualcosa di più che lo scooter più venduto nel mondo, o un significativo simbolo del design italiano: è un irripetibile fenomeno di costume che accompagna la nascita del Paese dal 1946 ad oggi. La storia di questo magico ”tappeto volante” in Italia e nel mondo e l’esame dettagliato di numerosi modelli sono accompagnati da splendide fotografie originali. Il volume è pubblicato anche in lingua inglese.

Vespa. Un’avventura italiana nel mondo, Giunti

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Senza Dc e Pci

democrazia cristiana“Tutto era cambiato: c’erano i prezzi in euro, la tv a pagamento, i navigatori satellitari, e non c’erano più né la Dc né il Pci. Era tutta un’altra vita adesso, ma restavano in piedi i casermoni, la fabbrica, e anche il mare”.
Silvia Avallone, autrice di Acciaio, nel 1985 aveva un anno. In alcune righe del suo romanzo, seppur riferite a periodi leggermente diversi, elenca bene altre cose che sono cambiate in quelle venticinque stagioni.

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Ci mancano i gettoni

cabina telefonica“La difficoltà, quasi ovunque, di telefonare: gettoni come oro, come preziosi e rari antidoti all’incomunicabilità con il mondo, trovati magari per caso in una bottega di barbiere, in un negozio di elettrodomestici, in un ristorante, mai dove dovrebbero essere”.
Divertente questo passo del racconto di Michele Serra. Era l’agosto del 1985. Certo un secolo fa, ma sono passati solo venticinque anni.
Un altro mondo, un altro paese.
Oltre a quelle personali, le ragioni di ripercorrere quel viaggio sono tante. Una è legata ai cambiamenti. Dentro la cronaca della quotidianità fatichiamo tutti a renderci conto di come il tempo passi. Alcuni oggetti, atmosfere, costumi non ci sono più, altri ne appaiono.
Ripercorriamo insieme quel viaggio nelle assenze e nelle presenze tra il 1985 e il 2010.
Suggerite cosa è cambiato.

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In vespa con Radio Deejay

Un racconto un po’ troppo scanzonato e personale, ma comunque carino da leggere per capire lo spirito dei vespisti.
Quattro ragazzi più o meno trentenni su quattro Vespe più o meno trentenni. L’Italia da attraversare con una meta precisa. La Sicilia. Questi gli ingredienti di un viaggio in vespa da Milano a Palermo, che è diventato la vacanza di migliaia di italiani, grazie ai collegamenti quotidiani con radio Deejay. Un’idea non pianificata, nata dal desiderio di rompere con la routine; un’esperienza personale diventata simbolo di riscatto per tutti i forzati della vacanza-tipo. Un libro divertente e piacevole che offre uno spaccato della nostra Penisola.

Il rettilineo è una tortura. Viaggio in Vespa da Milano alla Sicilia in diretta su Radio Deejay, FBE edizioni

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Un grande della scrittura

Giorgio Bettinelli è scomparso un anno fa.  Ha scritto quattro libri, tutti per la Feltrinelli. Il suo stile di viaggio, la sua scrittura hanno fatto sognare tantissime persone.
Questi i suoi lavori.

In vespa. Da Roma a Saigon
Durante un soggiorno in Indonesia Giorgio Bettinelli riceve in regalo una vecchia Vespa. Fino ad allora non aveva mai guidato un veicolo a due ruote. Dopo il suo “apprendistato scooteristico” attraverso l’Indonesia, decide di tornare in Italia per intraprendere un viaggio da Roma a Saigon, con la sua ormai inseparabile Vespa. Percorre 24000 chilometri, attraverso 10 paesi. Ciascun capitolo del libro è ambientato in una delle diverse nazioni e narra di strade in pessime condizioni, di paesi “difficili” o tormentati da conflitti e guerriglie interne, ma anche di momenti di sfrenata libertà, di paesaggi indimenticabili e incontri con le persone più svariate, sullo sfondo di un’Asia misera e opulenta, tragica ed esilarante.

Brum Brum. 254.000 chilometri in vespa
Fra il 1994 e il 1995, Giorgio Bettinelli inizia il suo viaggio dall’Alaska alla Terra del Fuoco e fra il 1995 e il 1996 attraversa in Vespa i 52.000 chilometri che separano Melbourne da Città del Capo. Dopo le mille vicende e gli incontri della prima tappa, Bettinelli si avventura in un viaggio durato oltre tre anni che dal Cile lo porta alla Tasmania, attraverso Americhe, Siberia, Europa e Africa.

Rapsody in black
20.000 chilometri in Vespa, sei mesi e mezzo all’interno di un viaggio di 144.000 chilometri e tre anni e otto mesi dal Cile alla Tasmania: un viaggio attraverso Angola, Namibia, Botswana, Sudafrica, Lesotho, Swaziland, Mozambico, Zimbabwe, Malawi, Tanzania, Kenya, Etiopia e Gibuti, per completare il periplo, iniziato in Marocco, di un continente dove l’ingiustizia, la vulnerabilità e la tragedia sono elevate all’ennesima potenza, una Babele dove ragazzini dodicenni addestrati dai guerriglieri hanno già ucciso e bevuto il sangue dei nemici; dove la corruzione e la disonestà sono virtù per sopravvivere.

In Cina in Vespa
Dopo quattro lunghi viaggi in Vespa attraverso 134 paesi, dopo più di 250.000 chilometri in sella alle sue due ruote, nel 2004 Giorgio Bettinelli decide di iniziare una nuova vita in Cina. Compra una casa sulla riva sinistra del Mekong, si sposa. Sembra l’avvio di una stagione della vita più sedentaria, o almeno più tranquilla. E invece il demone del movimento è di nuovo in agguato. Il quinto viaggio comincia nel maggio del 2006. Questa volta è un viaggio in un paese solo, ma toccherà tutte le trentatré realtà geografiche che compongono l’immenso mosaico cinese: un All China Tour su due ruote in cui con ironia, con affabilità, con annotazioni puntuali, Bettinelli fa immergere il lettore nel grande punto interrogativo rappresentato dalla Cina di oggi. Dai minuscoli villaggi di provincia agli immensi cantieri cittadini, dalle strade sconnesse ai modernissimi snodi autostradali, dai deserti sconfinati agli shopping malls all’occidentale. Sono diciotto mesi, 39.000 chilometri, per incontrare nuovi ricchi e contadini, burocrati e donne bellissime, vecchi e giovani, per sentire qualcosa degli infiniti sapori e colori, suoni e silenzi che cadenzano la vita di tutti i giorni nei territori dell’antico Impero Celeste. Per conoscere cosa c’è davvero dentro il nuovo miracolo cinese.

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La Vespa e lo shopping

VespaUn vicolo nel cuore di Roma. Proprio a due passi da piazza Navona. Nel centro del negozio una vecchia Vespa e su tutte le pareti gadget, indumenti, cappellini, borse. Tutto firmato con il popolare marchio.
Non posso non vederlo e chiedo di fotograrli a uno stupito ragazzo straniero che è addetto alle vendite.
Il conto alla rovescia del tour agostiano fa fare anche questo…

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Tutti al mare con Serra

michele serraNasce tutto da qui, o quasi. Venticinque anni fa. È il primo agosto del 1985 quando Michele Serra parte da Ventimiglia su una Panda con destinazione Trieste. A piccole tappe, giorno per giorno, raggiungerà la meta finale un mese dopo, il 31 agosto. Ogni sera si ferma e detta un articolo al suo giornale, “l’Unità”, descrivendo luoghi, persone, abitudini, mediocrità e sfaceli dell’Italia balneare. Ne esce un diario intimo che proprio in virtù della sua arbitrarietà e soggettività coglie nel segno. Il libro è illustrato con le vignette di Sergio Staino.

Tutti al mare, Michele Serra, Feltrinelli

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Tutta colpa di Nanni Moretti

morettiÈ stata tutta colpa di Nanni Moretti. Il suo girovagare per le strade di Roma, così ben descritte nel disco di De Gregori, con la mitica Px, ha lasciato un segno.
Non avevo mai guidato un scooter, o un motorino come si chiamavano quando ero ragazzino. Non mi appassionava, e poi avevo paura. Ricordo le corse aggrappato a qualche compagno di scuola quando si iniziava a scoprire il mondo oltre le mura della nostra città. Una di loro aveva un “vespino 50” e mi ricordo il suo orgoglio nell’esser diversa dagli altri per quel “motorino” così particolare. Poi, d’incanto, il viaggio morettiano per quelle vie deserte in una Roma in piena estate mi ha fatto nascere il desiderio di provare. Detto fatto, una cara amica mi ha regalato la Px di sua sorella. E così a 40 anni è nata la mia passione per la Vespa. Una passione cresciuta di giorno in giorno e alimentata dalla conoscenza di Giorgio Bettinelli e dei sui libri per la Feltrinelli dove descrive con maestria le centinaia di migliaia di chilometri fatti percorrendo tutto il pianeta. Avventure dense di vita, di cultura, di storie.
La Vespa è sinonimo di libertà, di contatto con il mondo non con i tempi di un cammino a piedi, ma con la possibilità di assaporare lo spazio con tutti i sensi.
Ho iniziato a girare il più possibile sulle due ruote senza però mai viverle come una moto veloce. Viaggi anche di lunghe percorrenze senza mai prendere le caotiche autostrade, ma preferendo strade minori, secondarie, magari a contatto con la campagna. Ho così incontrato la magia di alcuni luoghi in Toscana, in Liguria, in Piemonte, oltre ai nostri laghi e ai valichi alpini della vicina Svizzera. L’emozione di costeggiare il Bernina in cima all’omonimo passo e tante altre località vissute con tempi più vivibili. Una dimensione che permette di riscoprire il gusto del viaggio che non è più semplice trasferimento, ma emozione pura.
La Vespa non è poi uno scooter qualsiasi. Ha un’identità fortissima. Un oggetto di cult vero e proprio e non ho messo molto a scoprilo dopo essermi fatto stregare dalla nuova Granturismo. Nei primi giorni tanta gente mi fermava chiedendomi come mi trovavo, come andasse e se non sentivo la mancanza delle mitiche marce. Un modello o l’altro rimane una questione di intenditori, quello che invece appartiene a tutti qulli che girano in Vespa è il gusto di muoversi senza lo stress della velocità e con una sensazione di libertà che non ha pari.

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Conto alla rovescia

Ci sono sogni di cui è difficile trovare le origini. Capisci il richiamo, il fascino, magari anche l’elemento di sfida, ma perché nascano resta un pezzo di mistero.
Il viaggio ha sempre questa caratteristica. Poco conta se è in terre lontane, se si sviluppa lungo sentieri di montagna fatti e rifatti o nelle stradine di una città sconosciuta.
Da oggi raccontiamo i preparativi di un lungo giro in vespa.
Partenza il primo di agosto, quindi tra un mese, da Ventimiglia e arrivo il 31, o giù di lì, a Trieste.
Circa 3.600 chilometri lungo la costa del Belpaese. Giorno dopo giorno lo racconterò in diversi modi. Il web con questo blog, con Facebook, Twitter, Youtube, Flickr, Varesenews, Lombardianews, L’unità online sarà protagonista. Insieme anche collegamenti quotidiani con Radio Number One e articoli sulla Prealpina e sull’Unità.
Tutto il viaggio sarà seguito da una vera e propria band con me fisicamente itinerante. L’altro componente, quello misterioso e affascinante sarete voi che, per ragioni diverse ogni tanto, potrete stimolarne racconti e visioni.
Inizia il conto alla rovescia.

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