Games Reboot: i giochi del passato si rifanno il look

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Parola d’ordine Reboot. Sembra questo l’ultimo trend del mercato videoludico (e non solo) in questi ultimi anni. A pensarci bene, nell’ultimo periodo abbiamo visto la riproposizione di molti titoli che sembravano aver perso lo splendore e l’appeal di una volta. La ricetta del reboot è semplice: prendi un personaggio di un titolo di successo ma che dopo molti sequel ha perso il suo fascino, rifagli il look rendendolo cool agli occhi dei ragazzini, metti in piedi un prequel rispetto alla storia originale e servilo con nuove e interessanti dinamiche di gameplay dalla difficoltà non troppo impegnativa condite da una grafica di ultima generazione e avrai così un reboot perfetto da sfornare sugli scaffali. Non sempre però questa formula rivela un sicuro successo perchè prima bisogna fare i conti con gli hardcore gamers, quelli che hanno amato il personaggio originale fin dalla sua comparsa sugli schermi e hanno passato ore a giocare a quel titolo. Ma cosa distingue un reboot di successo da uno destinato ad impolverarsi sugli scaffali? Per rispondere a questa domanda può essere utile analizzare alcuni dei titoli che hanno utilizzato questa formula:

synd_ingameSyndicate è stato uno dei migliori giochi degli anni ’90, premiato nel ’93 come migliore gioco dell’anno presentava la caratteristica visuale isometrica (a volo d’uccello) ed era ambientato in un futuro dai tratti cyberpunk . Il titolo targato Bullfrog (casa produttrice diretta dal genio Peter Molyneux), nonostante il successo, non ebbe alcun seguito. Qualche anno fa Electronic Arts ripropose Syndicate ma in chiave molto diversa dall’originale ovvero trasformandolo, da strategico in tempo reale dalla spiccata componente gestionale, in un FPS (genere sicuramente più adatto ai controller delle console) snaturando così la sua originale concezione. Il gioco fin dal suo annuncio fu caricato di aspettative (dovute soprattutto al ritorno di un titolo di grande evocazione) che però non riuscì a mantenere finendo per omologarsi ad un genere fin troppo affollato al quale non ha apportato nulla di nuovo se non le ambientazioni futuristiche cyberpunk (unico punto di contatto con il titolo originale).

deus-ex-human-revolution-4Vi ricordate Deus Ex human revolution? I più giovani forse non sapranno che il sopracitato titolo targato Square-Enix non è altro che il prequel di un action Rpg di successo del passato chiamato per l’appunto Deus Ex. Questa volta l’adattamento del titolo ha dato i risultati sperati grazie ad un gameplay vario che da la possibilità al giocatore di scegliere il tipo di approccio con cui affrontareil gioco (Stealth o ” a viso aperto”) caratterizzato da elementi di tipo “ruolistico”come la scelta di personalizzazione dei componenti cibernetici per il potenziamento del proprio alterego virutale. Un protagonista dotato di grande carisma e una narrazione profonda e appassionante completano il quadro di un gioco che aggiunge al titolo originale (datato 2000) una realizzazione tecnica e grafica di un livello superiore grazie alle macchine di nuova generazione. Critica e gamers hanno molto apprezzato questo riadattamento premiandolo con ottime recensioni e vendite molto buone.

Un reboot che ha fatto discutere di se per le critiche dei fan è stato l’ultimo capitolo di Devil May Cry. A differenza di quelli fin qui citati in questo caso troviamo anche il completo restyling del protagonista. Capcom ha dimostrato molto coraggio a stravolgere il look di un “mostro sacro” come Dante. La trasformazione è stata radicale in quanto il nuovo look stile emo rappresenterebbe il protagonista in giovane età. Sono note le critiche apportate dagli amanti di vecchia data del titolo Capcom che alla presentazione di questo ultimo capitolo della serie hanno mostrato il loro dissenso dopo aver visto il loro eroe trasformarsi da uomo rude e “maturo” ad un ragazzino dai tratti androgini e dallo stile tipo Twilight. Nonostante i pareri discordanti degli hardcore gamers Capcom è riuscita a dotare il giovane Dante di una buona carica di carisma e fascino tanto da guadagnarsi il consenso della critica e il successo di vendita grazie anche ad innovazioni di gameplay che hanno portato una ventata di novità al genere action hack and slash.

laraevo2In ultimo troviamo il restyle di un personaggio che ha fatto la storia dei videogames: Lara Croft. Dopo tanti (troppi) sequel Tomb Raider aveva perso il fascino dei primi capitoli della serie dove anche in assenza di nemici veri e propri (nel primo episodio si incontravano solo animali) l’atmosfera,le ambientazioni e gli enigmi supportati da un ottimo gameplay facevano la differenza. Nel tempo questi elementi si sono persi per dare vita a giochi che sembravano sfruttare solo l’immagine di Lara senza aggiungere nulla di nuovo e lasciando delusi migliaia di fan della prosperosa esploratrice. Dopo anni di assenza dalle scene videoludiche Lara è tornata grazie a Square Enix. La game dev Giapponese ha ridisegnato l’immagine dell’eroina ringiovanendola e dandogli un aria meno sicura di se, caratteristica di una giovane Lara ancora non avvezza alla vita avventurosa. A differanza di quanto accaduto con Dante la nuova immagine di Lara ha ricevuto fin da subito ampi consensi anche dai fan di vecchia data che hanno visto in questo nuovo capitolo uno spiraglio per la gloriosa rinascita di un titolo tanto amato. Il gioco ha dimostrato grande carisma, ambientazioni spettacolari e una storia che dà spazio al rilancio dell’intera saga. Lara però si ritroverà a fare i conti (di vendite) con Nathan Drake che porprio dalle sue avventure ha tratto ispirazione e che da allievo ha superato la maestra. Il nuovo Tomb Raider Era uno dei giochi più attesi di questo 2013 e non ha deluso le aspettative nonostante una difficoltà dell’avventura e degli enigmi mitigata per venire incontro al grande pubblico.

Tutto ciò detto non può che portarci ad una riflessione:

la riproposizione dei giochi del passato è da considerarsi come sana nostalgia dei vecchi tempi o come preoccupante mancanza di nuove idee?

Gaetano “Morfeus” Deleo

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