Non si muore più. In tutto il mondo, fior fior di scienziati cercano l’elisir di lunga vita, una bibita gasata che ci faccia rimanere in vita molto di più nonostante, diciamocelo, la razza umana non se lo meriti particolarmente.
Stessa tendenza la troviamo nei videogiochi. Il campo “vite” non esiste più. Niente più cuoricini che ti rinvigoriscono la salute, niente più blocchi da rompere per scovare il segreto power-up, niente più di tutto questo: ai gamer di oggi non gli piace proprio morire e dover ricominciare tutto da capo. La prova più grossa la abbiamo avuto con i Call of Duty (nelle varie versioni): ti basta un leggero soffio di vento per morire, hai lo schermo color rosso sangue, il cuore a mille….. eppure…. eppure non muori. Stai li buono buono per 15 secondi e tutto torna alla normalità, come essere stati graziati da Gesù Cristo in persona.
Non voglio dire che sia sbagliato, certo è che i giovani giocatori di oggi vengono troppo cullati e non capiscono più il significato di finire un livello dovendolo rifare 10/100/1000 volte. Gli dai in mano un videogioco di 15 anni fa lo abbandonano dopo i primi 15 minuti! 😀
Luca “Loco” Locorotondo – Locotek
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Come il nostro ospite di Fanbit.it di venerdì scorso ha detto, non sono d’ accordo sul dire che non esiste più il GAME OVER perchè guarda caso, il tuo amato Final Fantasy ce l’ha ancora, ma piuttosto non c’è più il medikit nei videogiochi! 😀
si è vero che il mio buon FF ha ancora il Gameover, ma è moolto più difficile caderci dentro. Immagina i giovani videogiocatori che dopo la 2° volta che non riescono a seccare il boss di turno, mollano il titolo e lo etichettano come “cagata”… direi che sia molto controproducente per la vita e le vendite del videogioco stesso.
Si vede che non giochi a FF 😛