Nel panorama degli sparatutto simulativi, i titoli degni di nota si contano sulle punte della mano. Uno che in particolare ha fatto la storia, al punto che i tornei ancora si fanno con la vecchia versione, è proprio Operation Flashpoint che finalmente si reincarna in Dragon Rising e senza fare brutte figure.
Il gioco, marchiato Codemasters, si presenta molto bene graficamente, con un gameplay di tutto rispetto e sterminati kilometri di mappe (vituali s’intende 😉 ) nel quale portare a termine le missioni. Per chi non fosse a conoscenza delle dinamiche di gioco di OF, sappiate che è l’esatto opposto di Unreal Tournament o del buon Quake. Scordatevi salti, barre di energia infinite, armi futuristiche, incredibili medikit e mondi paralleli: qui la guerra si fa sul serio.
La storia tratta di un futuro (neanche troppo relativo) in cui la Cina dopo essere diventata una super potenza, decide di invadere le nazioni circostanti e per bloccare la loro avanzata viene richiesto l’aiuto dei Marines Americani: insomma spaccherete il culo ai musi gialli.
Il gioco vi porta fin da subito a capire che un colpo di proiettile può essere fatale se preso nella zona giusta, come su organi vitali o in testa; se venite presi su una gamba o su un braccio avete ancora qualche possibilità di salvarvi, ma correrete molto più lentamente. Per ripristinare poi l’energia dovrete chiamare il medico del gruppo che vi sparerà per endovena una dose massiccia di un’improbabile mistura.
Graficamente straordinario, il motore EGO sviluppato da Codemasters e adeguato per l’occasione (ricordo che è nato come motore grafico di corse automobilistiche, vedi Colin McRae Dirt 2 e GRID) da il meglio di se in qualsiasi situazione offrendo paesaggi sconfinati senza cali di framerate e un’altissima qualità visiva. I soldati sono riprodotti fedelmente con un’occhio di riguardo alle armi utilizzate che rispecchiano al 100% le originali. La vegetazione che spesso vi aiuterà a nascondervi dai nemici, è ricreata molto bene e i mezzi da trasporto utilizzabili sono tantissimi, compreso un’elicottero nelle ultime missioni del gioco.
Gli strumenti messi a disposizione dovranno essere sfruttati a fondo per impartire gli ordini di movimento/attacco/difesa al vostro gruppo; una decisione sbagliata e vi ritroverete faccia a terra in men che non si dica, quindi ogni decisione va presa con cautela. Il sistema non è difficile da apprendere ma ha delle piccole lacune che diventano problemi o garantiscono realismo in base al tipo di giocatore: il maniaco delle simulazioni le amerà ma al casualone daranno solo fastidio, come ad esempio l’impartire ordini dalla mappa a schermo intero non fermerà il gioco con possibile avvistamento da parte dei nemici e conseguente game over.
Comparto audio d’eccellenza, sia per quanto riguarda il parlato dei personaggi che per quanto concerne le armi. Effetti ambientali ben realizzati e effetti adeguati all’ambiente: se ti trovi in una casupola ci sarà l’eco sia delle voci che degli spari. Piccola pecca sull’audio dei mezzi, ma è cosa di poca rilevanza.
Il sistema di intelligenza artificiale tentenna un pochino nella qualità. Si spazia da soldati molto attenti a spostarsi senza farsi vedere, a gip richiamate nella propria posizione incastrate tra due sassi a fare avanti e in dietro.
Il multiplayer spicca per la tecnoliga sfruttando il protocollo P2P senza server d’appoggio, ma pecca nella qualità delle partite che sono poco affidabili anche se, a detta di molti forum, quando una partita viene terminata senza cali e disturbi la soddisfazione sia enorme.
In conclusione non posso fare altro che consigliare questo titolo a chi ama il genere sparatutto simulativo, a chi ama fare svariati minuti ad attendere fermo o correre senza sparare un proiettile e lo sconsiglio a chi ama il genere “spara a qualsiasi cosa si muova e fallo in fretta” perchè troveranno soltanto noie in questo videogioco.
Luca “Loco” Locorotondo
Consulente Informatico Locotek
Speaker Radiofonico (Loco) Fanbit