Sono “testimone” di un radicale cambiamento nello stile di creazione dei videogiochi che in parte mi fa felice e in parte mi infastidisce.
All’inizio era la passione per un titolo, un genere e una serie a spingerti a giocare e terminare un videogioco specchiandolo il più possibile alla realtà vera, come in Call of Duty che se l’energia vitale si stava esaurendo, rimanevi con quella poca rimasta fino a quando non trovavi un kit di sopravvivenza o al più, fino a quando non venivi ucciso per ricominciare a giocare con la barra piena. Negli ultimi capitoli, se la tua salute è un precipizio verso il basso, basta accucciarsi in un’angolino per qualche secondo e magicamente avrete il pieno come se, nel monopoli, si passase all’istante dal VIA per ritirare i 500€ solo perchè ho riflettuto per 2 secondi sul da farsi… così salta la poesia. 🙂 A ruota poi anche gli altri titoli e gli altri generi si sono adeguati di conseguenza applicando lo stesso concetto un pò come se il videogioco non è “facilitato” il giocatore si stanca e lo abbandona sullo scaffale in poco tempo.
Negli ultimi tempi sta uscendo la “moda” dei punti esperienza, derivata dai giochi di ruolo. Per chi non lo sa, il procedimento è il seguente: io, giocatore, impersonifico un personaggio sullo schermo cioè se nella storia qualcuno parla all’eroe, in realtà parla con il “TE REALE” che stai davanti allo schermo; ti esalti perchè ti senti partecipe, giochi con piacere e consiglierai ai tuoi amici di acquistare il videogioco. Il procedimento funziona perchè nel susseguirsi degli eventi vi è una crescita, un’esperienza che vi consegnerà strumenti o poteri necessari al proseguimento della storia; tale necessità di crescita spinge il giocatore a interminabili sessioni di gioco incalzate da “ancora un livello e poi smetto”: un modello di gioco simile non si può lasciarlo chiuso nelle mura dei giochi di ruolo. Ci si trova così a giocare a un gioco di corse rally per interminabili pomeriggi, non per ammirare la rappresentazione grafica di Londra o del Marocco e tantomeno per poter parlare con personaggi famosi renderizzati a dovere, ma per la gola dei punti exp, quella barra da riempire a tutti i costi per poter terminare “appieno” il titolo.
In parte mi piace questa nuova caratteristica che mi sprona a terminare il titolo acquistato, in parte mi da fastidio perchè vedo un sistema di gioco espropriato e applicato a generi che di queste cose non ne necessiterebbero. Mi da un pò il pensiero che i produttori non sappiano più cosa inventarsi e che questo miscuglio di generi porti, in conclusione, a uno sfascio delle vendite del settore.
Luca “Loco” Locorotondo
Consulente Informatico Locotek
Speaker Radiofonico (Loco) Fanbit