L’attuale scenario del mercato dei videogames è influenzato da due differenti tipologie di giocatori che ne determineranno la direzione. Da una parte abbiamo lo zoccolo duro rappresentato dagli Hardcore Gamers che hanno vissuto la nascita e la crescita del fenomeno videoludico e che considerano il videogioco una cultura oltre che una passione; mentre dall’altra abbiamo i “neo nati” Casual Gamers si approcciano a questo mondo principalmente tramite gli smartphone o i social networks.
Vediamo l’identikit dei due soggetti in questione:
Il vero Hardcore gamer è normalmente un maschio tra i 30 e i 40 anni che ha vissuto ogni epoca videoludica dagli albori del genere, quando i videogames erano considerati (ingiustamente) dei giocattoli e destinati solo all’intrattenimento dei bambini. Questa categoria di videogiocatore ha giocato almeno una volta al Commodore 64, ricorda con grande affetto le console a 8 bit come il Nes o il Sega Master System (e probabilmente ne conserva gelosamente ancora una in casa), sa usare i comandi di DOS perché gli servivano per copiare i giochi per pc dai floppy disk (dai quali avrà sicuramente preso parecchi virus) e ha speso un patrimonio in monetine per passare le più belle e spensierate ore della sua vita in quei luoghi meravigliosi, e ormai scomparsi,chiamati sale giochi. La caratteristica che più lo contraddistingue, oltre alla sua infinita cultura videoludica (di cui va fiero) è l’essere molto esigente nei confronti del suo passatempo preferito. L’hardcore gamer infatti si ricorda i tempi in cui erano concesse solo 3 vite e poi dovevi ricominciare tutto da zero anche se eri ad un passo dalla vittoria finale, quei tempi in cui non era concesso salvare e ad ogni fine di livello c’era un boss che si poteva battere solo con la massima concentrazione (ogni passo falso poteva costarti molto caro). Proprio per questi motivi l’hardcore gamer pretende solo prodotti di qualità dalle software house e detesta le semplificazioni del gameplay che danno al gioco un appeal più commerciale. Ciò dovrebbe spingere gli sviluppatori a creare giochi ad alto tasso di sfida e di qualità nel gameplay e nel background della sceneggiatura dei videogames. L’hardcore gamer si informa sulle anteprime dei giochi che usciranno, legge più recensioni per lo stesso titolo e spesso è spietato quando rimane deluso da una produzione che aspettava con ansia e manifesta il suo parere (positivo o negativo che sia) partecipando attivamente ai forum online
Il casual gamer non può essere inserito in una fascia di età ben stabilita e non è possibile neanche dargli un identità sessuale. Il casual gamer è un soggetto che si è avvicinato al mondo dei videogames per caso e vi si approccia saltuariamente, non è interessato a conoscere il mondo dei videogames ma li utilizza come “riempi tempo” mentre aspetta l’autobus, quando è in coda alla posta o quando è sul treno per andare al lavoro. Il casual gamers è ben riconoscibile quando si trova in un negozio di videogames perché è quello con l’aria sperduta che guarda ogni gioco interrogandosi di cosa possa trattare (anche se ha in mano super Mario Bros)e poi spesso si trova ad acquistare la peggiore ciofeca (che il più magnanimo dei recensori ha valutato con un 5) presente in negozio. Il casual gamer è quello che impazzisce per farmville, social games e company e che ti manda le (odiose) notifiche su Facebook perché gli serve una gallina o una mucca per la sua fattoria virtuale. Con la comparsa dei casual gamers il mercato videoludico ha iniziato a sfornare titoli con difficoltà sempre più accessibile anche a coloro che il pad della console sanno a mala pena cos’è. Tale semplificazione che spesso riguarda anche la sceneggiatura e gli enigmi oltre che intaccare (a volte anche fortemente) il livello di sfida va a danno degli Hardcore gamers soprattutto quando il titolo colpito da questa “malattia” è uno dei mostri sacri del panorama videoludico.
Naturalmente nel mezzo c’è un mondo di sfumature ma i due tipi di soggetti sono i principali riferimenti del mercato. I games development infatti al momento della creazione del loro prossimo gioco dovranno tenere presente che un videogioco con una curva di apprendimento ripida e con dinamiche complesse di gameplay soddisferà a pieno gli Hardcore gamers e la critica che apprezzeranno molto il lavoro svolto ma il titolo probabilmente non conquisterà le masse. Di contro, un titolo semplice, o peggio, semplificato, accontenterà il grande pubblico ma probabilmente riceverà una pioggia di critiche da riviste di settore e giocatori incalliti.
L’argomento trattato in questo lungo editoriale è di grande attualità in quanto non si fa altro che leggere che il casual gaming cambierà l’industria videoludica in modo radicale tanto che per i più pessimisti le console andranno a sparire in favore degli smartphone e dei social network che saranno le nuove piattaforme di riferimento per i giochi futuri.
Da Hardcore gamer credo che il casual gaming possa essere visto come un opportunità per l’industria videoludica (attualmente l’unica ancora in piedi nonostante la crisi) per far avvicinare e appassionare nuove persone a questo meraviglioso mondo e allargare il proprio bacino di mercato e non per creare un trend atto a cambiare radicalmente il mondo videoludico facendolo regredire da forma di arte moderna a intrattenimento di bassa qualità.
Morfeus