Sakaguchi e Fujisaka insieme per raccontare The Last Story

Che musica soave che echeggia nelle mia stanza quando guardo il sito ufficiale di questo meraviglioso videogame che si chiama The Last Story. Questa pietra miliare è un gioco in stile JRPG, creato soltanto per Wii dalla mente incredibile di Hironobu Sakaguchi. Per i più giovincelli o smemorati, Sakaguchi è quello che ha creato i famosissimi Final Fantasy e recentemente l’esclusiva per Xbox 360, Lost Odyssey. Il Videogioco ti pone al comando di una banda di mercenari con i quali dovrai cimentarti in un’epica avventura cinematografica, giocabile anche in modalità multiplayer con altri quattro giocatori off-line e dai 2 ai 6 giocatori on-line! Ficata!!! Oggi voglio portare alla vostra attenzione quello che questo videogioco vuole imprimere nelle nostre menti. Oltre a un personaggio femminile che già fa molto sognare, una sola ma magnifica città dove accadrà di tutto che ha una bellezza quasi fotografica, voglio riportare qui le parole che Sakaguchi-san e Fujisaka-san hanno espresso sull’energia che infonderà questo aspettatissimo game.

Il grosso del lavoro è stato appunto stato fatto per sviluppare la città e per ampliare il processo di assemblaggio del sistema di gioco, partendo da delle idee geniali. La realizzazione prendeva forma durante l’ elaborazione e si capiva già che sarebbero arrivati in fondo. I ragazzi che lavoravano con Sakaguchi-san, dovettero apprendere certe scelte e stili di programmazione per dare vita alla sua creazione. Agli inizi del 2009 incominciarono a realizzare quello che oggi è diventata una città piena di vita. All’ inizio le informazioni che dava Sakaguchi-san non erano chiare ai suoi collaboratori per capire dove volessero finire a parare, ma compresero che erano tutte dirette a far portare il videogiocatore a mostrargli il mondo in quel senso particolare che solo lui sapeva come fargli osservare. I programmatori si sono trovati tutti a immaginarsi le dinamiche del videogioco mentre gli davano dando forma e appresero il modo che poi da li vennero lasciati liberi di poter esprimere il meglio a proprio piacimento, sempre con le linee guida del maestro. Sono stati compresi anche degli errori strutturali negli anni ma giusto per capire meglio il loro operato finale ed in tre anni ce ne sono stati parecchi. A pochi mesi dalla pubblicazione c’erano frasi per lo studio del tipo: “Siamo allo stadio finale del progetto, e lei vuol davvero fare questo?”. Si può dire che è stato anche un bel calvario, ma sicuramente positivo per la buona riuscita del videogioco.

Il discorso cadeva sul fatto che se un cambiamento portasse ad aumentare il divertimento, allora si farebbe senza dubbi quella manovra. Sakaguch-san ha preteso parecchi cambiamenti durante i tre anni e i programmatori hanno tenuto duro e fatto tutto quello che si potrebbe volere da un team affiatato. L’idea del creatore era partire da un prototipo e dargli forma sempre più perchè dal risolvere un problema, se ne affronta sempre uno nuovo. Il processo andava analizzato sempre dall’inizio e si andava man-mano a sfoltire i successivi problemi. Sakaguch-san ha detto che il team ha unito le forze e hanno lottato tutti insieme. 😀 CHE SAMURAI DEVOTI! 😀 Dopo un bel po’ di testate sul muro, dai, ce l’avranno fatta ‘sti poveri disgraziati. 🙂 Sakaguchi-san era da un po’ che non ci dava dentro con la realizzazione di videogiochi così a stretto contatto con dei ragazzi allo sviluppo e quasi non se ne ricordava più quanto fosse divertente farlo. Spero che con queste parole si sia ripreso dalla grande sfida messa in tutti i Final Fantasy. Nintendo aveva rifiutato un certo tipo di scenario per il suo nuovo gioco e ciò aveva destabilizzato il povero Sakaguchi-san che aveva creato il mondo sulle tonalità cupe.

La scelta  cadde sul dover creare figure umane reali su base fantasy e io direi un po’ alla Final Fantasy VIII. In questo modo si riuscì a dare più profondità ai personaggi e magari immedesimandosi meglio col proprio alter-ego. Le conversazioni, anche più banali, diventavano verosimili e ciò aumentava la realtà della città. Semplificazioni e complicazioni sono state le difficoltà che i nostri “Samurai” dovettero affrontare. Ricominciare fu appagante per Sakaguchi-san ed oggi non porta più rancore nelle sue scelte. Il personaggio principale dovette lottare accanto ai suoi compagni e non assieme ai PNG (Personaggi Non Giocanti e indica i personaggi di un gioco non controllati dal giocatore, NdForty) e questo servì a far delineare il carattere di ognuno. Per concludere vi lascerei le parole che Sakaguchi-san ha detto a noi gamers:

Vorrei che i giocatori sentissero la particolare atmosfera del gioco. Ci sono opere in qualsiasi campo, musica, arte, cinema o letteratura, che ti trasmettono energia. Mi auguro che The Last Story possa essere una di queste e nulla mi renderebbe più felice del fatto che i giocatori percepiscano quest’energia dal gioco.

Forty è emozionato di poter giocare ad un altro videogioco di Sakaguchi-san e mi fa piangere di gioia. Ora mi prendo una settimana di ferie per finirlo tutto d’un fiato… 😀

EnJoy ^_^

Fabio “Forty” Fortina
Speaker Radiofonico @ FanBit.it

Informazioni su Forty

Yo Gamers ^_^ Ossessionato dai videogiochi difficili dall' età di 3 anni, sperimento sempre tecniche divertenti nelle situazioni più sfavorevoli perchè è troppo facile senò usare il meglio per vincere XD Ricordatevi: Play Today, not Tomorrow :D Sempre Hardcore, Sempre VG-Factor ;-)
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2 risposte a Sakaguchi e Fujisaka insieme per raccontare The Last Story

  1. Peidohero scrive:

    Forty se tutte le volte che arriva un gioco di questo calibro ti prendi una settimana di ferie , ne deduco che allora tu non lavori mai!!!! XD

  2. Forty scrive:

    EcciahaiRRaaggione! Per fortuna che siamo in un periodo di crisi ed il lavoro non c’è per nessuno… Mi lasciano ferie a gogo! Ho il padre di un mio amico che è a casa in cassa e ha già all’ attivo 700 ore a Skyrim 😀 Vedi tu 😀

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