Sempre più spesso assistiamo a delle “join venture” tra industrie dell’ intrattenimento totalmente diverse tra loro.
I grandi successi su pellicola vengono ricreati in pixel (o viceversa) e i capolavori su carta stampata vengono messi su grande schermo, ma ultimamente è spuntato un crossover davvero interessante, che fino a qualche anno fa non mi sarei mai immaginato: libri e videogiochi che vanno a braccetto (?!).
Massimo rispetto per gli amanti della lettura (soprattutto se buona!), ma ho sempre considerato questi due mondi come poli totalmente opposti. Forse questo mio pensiero è dovuto all’ associare (erroneamente) i libri ad un contesto prettamente scolastico e i videogiochi al passatempo tipico dell’ adolescente medio (anche questo erroneamente, visto che ormai giocano anche persone adulte).
Ebbene sugli scaffali di molte librerie e di molti game-store spuntano sempre più libri che ripercorrono le avventure dei nostri giochi preferiti. Spin-off cartacei di Halo, Metal gear solid, Mass effect, Gears of war che talvolta approfondiscono ulteriormente la trama originale del gioco.
Ma non solo! Si possono trovare anche vademecum per diventare buoni beta testers, pro gamers, giornalisti videoludici o quant’ altri ruoli inerenti all’ argomento! Oppure raccolte di storie di videogiocatori da ogni parte del mondo, che raccontano di divertenti aneddoti e delle proprie considerazioni sui giochi della loro infanzia e che ora vengono etichettati come “retrogame“.
O ancora, cosa che mi ha davvero affascinato, tomi che analizzano la semiotica videoludica prendendo in considerazione pietre miliari del calibro di GTA, Resident evil, Final fantasy, Age of empire e Super Mario (editore Unicopli, collana Ludologica). Insomma a volte i videogames vengono considerati in maniera superficiale, ma in fondo rientrano nelle branche delle scienze della comunicazione.
C’ è davvero da farsi una cultura! E dire che quando mi trovavo di fronte alle copertine di Rainbow six e Splinter cell mi domandavo: “Ma chi diavolo è sto Tom Clancy?!” (che ignorante!).
Magari tutto questo un giorno diverrà una vera e propria facoltà di studio! In tal caso spero in una laurea ad honorem, altrimenti chi lo spiega a mia madre che l’ unica materia in cui andavo bene non era sull’ elenco della pagella?! 😀
Matteo “Ganesh” Viola
Fuck totum di un videogame store
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