TRAVELLING TO MALINDI, Saturday 22 december

Buongiorno a tutti voi che generosamente leggete il blog, vi scrivo dalla mia nuova località, Malindi.

Partito martedì 18 mattina dallo Loiyangalani sono arrivato a Malindi sabato mattina 22 dicembre.

Il viaggio è stato diviso in tappe, riporto i diversi stop:

Martedì 18, ore 9:00, partenza dallo Loiyangalani

La sera prima, lunedì 17, insieme a sister Agostinella ed Isac, il driver, decidiamo di partire per andare a prendere sister Lucimar giunta a Maralal da Nairobi.

Non posso che cogliere l’occasione del passaggio, avvicinandomi quanto più posso a Nairobi, venerdì 21 dicembre mi scade il visto, non posso più aspettare.

Viaggio lungo e stancante, incontriamo strade in brutte condizioni, molto fango, molta pioggia che a tratti si abbatte torrenziale sul nostro mezzo, 4×4 inserite per affrontare al meglio possibile, tratti di non strada assai insidiosi ed ardui, guadiamo fiumi alti circa1 metro, consulti fulminei tra me ed Isac su dove passare, momenti di sangue freddo e decisioni importanti che si riveleranno in seguito buone e ponderate.

Sister Agostinella che più volte ha preferito scendere dalla jeep e proseguire a piedi mettendo in salvo la sua vita in caso di ribaltamento del mezzo, a volte è stato un comportamento prudente a volte eccessivo ed io ed Isac, scoppiavamo a ridere, invitando sister Agostinella a risalire in macchina e proseguire con noi il viaggio.

Gustose sono state le nostre risate, utili anche per smorzare la forte tensione accumulata per le numerose difficoltà del viaggio.

Martedì 18, ore 17:00, arrivo a Maralal

Si giunge finalmente a Maralal, qui incontro il mio contatto, il driver che mi porterà fino ad Isiolo.

Scarico la mia grossa valigia, preparata velocemente la sera prima e terminata la stessa mattina, i due pesanti zaini e la preziosa makake, il mio materasso realizzato con foglie di palma.

Ore 17:30, dopo aver salutato caramente sister Agostinella ed Isac, riparto per Isiolo.

Il tempo peggiora, il sole volge al tramonto, la pioggia si fa più insistente, le strade a tratti sono coperte da fango dove la jeep non può far altro che affondare e con difficoltà riemergere, cogliendo i pochi massi che servono da appiglio, il camioncino che ci precede sbanda numerose volte, derapando 180 gradi, non possiamo che fare lo stesso.

Affrontiamo torrenti, guadiamo alti fiumi, incontriamo leopardi sul ciglio della strada che alla luce dei nostri fari si dileguano nel profondo buio della notte.

Il pilota alza sempre di più il volume delle casse, assordante, ma gli serve per non addormentarsi e commettere errori fatali, lascio fare.

La mia schiena è assai provata dai numerosi sassi del lago Turkana in primis, dalle slittate partenze nel fango, dagli errori del driver, saltando dossi a velocità eccessiva e ricadendo pesantemente sul suolo, stanca è la mia mente e calda la mia testa.

Verso le 21:00, vedo dopo circa due mesi, una strada asfaltata ed un cartello stradale indicare80 kmIsiolo, tiro un sospiro di sollievo, pensando tra me e me: manca poco.

Alle 22:00 vedo le prime luce della città, i posti di polizia con i loro serpentoni pieni di grossi chiodi antisfondamento, posti lungo la strada, i primi negozi, i primi segni di civiltà.

Il mio animo non gioisce.

Ore 23:00, casa di Simone.

Dopo circa due mesi, rivedo Simone e la sua famiglia, ci salutiamo, ci scambiamo lì per lì qualche notizia e poi mi avvento sulle patate, sul fegato di capra e sul riso come un simba sulla sua preda.

Non mangio da 14 ore.

Finita la cena, racconto a Simone ed Alessandro i dettagli sull’andamento del progetto, spiego a loro le difficoltà che ho avuto nel portarlo avanti e mostro a loro il video che appositamente ho girato pochi minuti prima di partire, rimangono stupefatti.

Simone, invece mi aggiorna sulla situazione economica del budget, la jeep che è venuta a prendermi a Maralal, ha prosciugato le ultime risorse economiche disponibili.

Ore 24:00, mi dirigo a capofitto dentro la zanzariera, mi addormento nel giro di 1 secondo, troppa la stanchezza dopo 14 ore di viaggio no stop.

Mercoledì 19 dicembre

Passo l’intera giornata ad Isiolo a riprendermi quanto più posso dal duro viaggio.

Lavo i miei panni infilati di fretta in valigia per partire in orario dal lago Turkana, riordino la valigia, pianifico i miei prossimi spostamenti, lascio il superfluo alla famiglia di Simone, devo alleggerire la valigia per viaggiare il più leggero possibile e per evitare il rischio di rottura.

Mi concedo verso le 15:00 una passeggiata a piedi circa 30 minuti nel centro di Isiolo, consiste nell’unico stradone asfaltato dove tutto intorno dimorano migliaia di negozietti colorati, sporchi, caotici, in mezzo a fango, grosse pozzanghere, cani randagi e camions che emettono nuvoloni neri di gasolio incombusto, arrivato mi dirigo al negozio per comprare il biglietto del bus per Nairobi.

Partenza ore 6:00 di giovedì 20, durata del viaggio 8 ore.

Incontro strada facendo, un ragazzo bianco, giovane, con un cucciolo di cane lupo, mi saluta contraccambio.

Si avvicina, iniziamo a parlare, è inglese, è il responsabile di un orfanotrofio poco distante da lì.

Mi invita a continuare la chiacchierata in un bar, lì vicino in compagnia di una birra ed una soda, accetto.

Abbiamo parlato per due ore raccontandoci dei nostri rispettivi progetti presenti e futuri.

Giunto il tramonto, mi invita a visitare l’orfanotrofio, quanti bambini lo aspettavano, circa una 30.

Tutti quanti educati e rispettosi, questa cosa mi ha colpito.

Mi mostra alcuni filmati che ha girato durante i suoi numerosi spostamenti a piedi o con mezzi di fortuna, per raccogliere fondi.

Mi ritrovo seduto a tavola per cena, a base di riso e patate con pili pili, un tipo di peperoncino molto piccante, con noi ci sono altre persone suoi amici nonché aiutanti.

Ci lasciamo intorno le 21:00 con un saluto che suona pressappoco così: “ hi, we will meet again, the good friends not say goodbye”.

Giovedì 20 dicembre

Sveglia ore 5:00

Partenza ore 6:30 da Isiolo

Arrivo a Nairobi periferia ore 15:00.

Taxi direzione Flora hostel gestito dalle sister della Consolata, amiche di sister Agnese, Agostinella, Guendalina e Lucimar.

Ricordo con un certo effetto la dining room, la stanza da pranzo.

Davanti a me, tavoli apparecchiati con belle tovaglie, tutto cosi pulito, ordinato, ogni posata al suo posto, tavoli imbanditi con vassoi da portata carichi di cibi, soprattutto verdure e frutta che non vedevo da tanto tempo.

Penso di aver fatto razzia di ogni sorta tra pasta al sugo, cosce di pollo, patate, pane, verdure simil zucca, carote, thè caldo, caffè, che scorpacciata che mi sono fatto, davanti agli occhi increduli dei vicini di tavolo.

Finito il pranzo mi sono incontrato con suor Immacolata, la responsabile della struttura nonché ottima cuoca.

Dopo averle fatto i complimenti per il pranzo assai squisito, abbiamo parlato del lungo viaggio e delle news relative alle consorelle dello Loiyangalani.

Mi sarebbe piaciuto visitare sister Guendalina che cadendo dal letto lunedì 10 dicembre allo Loiyangalani si è fratturata il bacino.

E’ stata portata d’emergenza il giorno stesso, con il supporto dell’Amref aviation, all’ospedale di Nairobi, a circa500 metridall’ostello.

Sister Immacolata mi aggiorna su s. Guendalina, è già stata trasferita nella casa di riposo Nazaret per le old sisters lontano da qui. Tra me e me, penso: meglio cosi, non è niente di grave.

Venerdi 21 dicembre

Alle ore 9:00 mi presento per rinnovare il mio visto per altri 3 mesi, non mi soffermo volontariamente sulla burocrazia ed il totale disinteressamento dell’impiegato sportello numero 6 ufficio immigrazione Nairobi, se no volerebbe qualche insulto.

Ore 11:00, ottengo il timbro per l’estensione del visto.

Ore 11:00 e 01 secondi sono già ben lontano da quell’ufficio.

Mi interesso dove prendere un pullman che da Nairobi arriva a Malindi, mi ritrovo dopo poco, in uno dei luoghi più caotici di tutta Nairobi, nel centro della piazza dove si fanno affari legali e non, dove trova posto una specie di mercato dove si vende e trovi di tutto dagli orologi, al kebap, alle galline, ai bagni pubblici a pagamento, insomma un marasma totale.

Mi barcameno per trovare il dream line bus station ticket, un piccolo, sporco ed incasinato ufficietto sommerso da biglietti di pullman, gente in piedi, seduta che attende con accanto valigie di tutte le taglie, domando un biglietto per Malindi e la risposta tra una telefonata e l’altra del tipo: “It’s full, we are in high season, one bus for next wednesday”, sorrido e mi siedo comodamente sulla poltrona messa peggio di un groviera che giace tuttora lì dentro.

Che fare ?

Tutte le compagnie sono full, no bus for Malindi, siamo in alta stagione, Natale è martedì, l’ostello è troppo caro per le mie finanze, bene chiedo per un bus diretto a Mombasa, da li proseguirò per Malindi in qualche maniera, il che vuol dire o matatu, quei nissan a 9 posti, pigiati come sardine, tra odori indescrivibili, pacchi, pacchetti e pacconi che ti penetrano nel fianco per ore ed ore oppure un bus.

Rientro nell’ufficietto, parlo col ragazzo, perennemente al telefono, chiedo un biglietto per Mombasa, mi risponde di sì, è disponibile, bene, partenza ore 13:00, guardando l’orologio non posso che pensare dannazione ho solo 55 minuti e sono nel cuore del caos di Nairobi.

Mi informo qual è il mezzo più veloce per arrivare al flora hostel e tornare indietro in tempo, matatu, pullman, taxi ?

Taxi, risponde, ne acchiappo uno al volo e voliamo verso la main square, incontriamo in contemporanea controlli della polizia, semaforo rosso e traffico intenso, che ci costringe a procedere a passo d’uomo, tengo costantemente sotto controllo l’orologio digitale accanto al volante.

12:35 arrivati al flora, in pochi minuti carichiamo i bagagli e ripartiamo al volo.

Prendiamo una strada secondaria che ci fa risparmiare alcuni minuti ma il centro di Nairobi è il centro di Nairobi da qualsivoglia posizione tu la guardi o la percorri, risultato: fermi in coda.

Il taxista fa di tutto per farmi arrivare in orario, schiva tuc tuc, matatu, supera mercedez di lusso,

riconosco la piazza del mercato, siamo quasi arrivati, pochi sono i minuti che mi separano dal prendere il bus direzione Mombasa.

Ore 13:03 arrivati a destinazione, il bus deve ancora arrivare, trovo un attimo di distensione psicofisica.

Ore 13:30 il bus si disincaglia dalle strette e trafficate vie di Nairobi per buttarsi sulla highway che mi porterà diretto verso l’oceano indiano.

Viaggio lungo ma comodo, a disposizione due sedili, dove ho potuto trovare la posizione più comoda e riposarmi un po’.

No pranzo e no cena.

Sono arrivato a Mombasa alle 23:00, nella fermata principale delle diverse linee pullman, circondato da molte persone in attesa, situazione non incoraggiante per la mia prosecuzione.

Chiedo il perché di tutta questa gente, mi rispondono che aspettano i prossimi matati se arriveranno, preoccupante è stato il  “se”, capisco che sono in balia più totale dei mezzi pubblici.

Il primo matato sarebbe arrivato alle 5:00 del mattino, tenendo conto delle centinaia di persone, chissà quale avrei preso, bus e pullman nemmeno l’ombra, mi informo per un taxi, ne scovo uno in un angolo solitario accanto al distributore di carburante.

40 minuti per contrattare il prezzo, obiettivo raggiunto, dimezzato il prezzo iniziale.

Con circa 40 € ho coperto 120 kmin due ore di tempo e ci è mancato poco che non finivamo fuori strada per un dosso non visto a80 km/h, abbiamo potuto provare l’ebrezza dei mitici salti del telefilm “Il generale Lee” di Boo e Luke e contemporaneamente testare la bontà dei pneumatici e delle sospensioni, test passato.

 Arrivo a Malindi alle ore 2:30 del mattino di sabato 22 dicembre, sano e salvo.

 Gabriele

 p.s. domani 24 dicembre coglierò l’occasione per farvi gli auguri di Buon Natale.

2 pensieri su “TRAVELLING TO MALINDI, Saturday 22 december

  1. Jambo Gabriele,
    grazie per le dettagliate notizie sul viaggio-avventura!
    Mi è stato consigliato di dirti di pubblicare le eventuali foto su gallery
    tutto dovrebbe scorrere più veloce…
    Colgo l’occasione del blog per augurare a tutta la comunità e ai tuoi amici un Natale di Pace e Serenità .
    Un saluto particolare anche a quelli in Italia e alle loro famiglie, nell’attesa di vederti su skipe un abbraccio 🙂 mamma

  2. Ciao Gabriele, un viaggio degno di Indiana Jones!!!Penso tu abbia passato una serena giornata il giorno di Natale, con persone amiche! Poichè sono in ritardo per gli auguri, ti faccio anticipatamente quelli per il nuovo anno: ti auguriamo un 2013 gratificante per il tuo progetto e ricco di emozioni!! (Come se fino ad ora non ne avessi avute abbastanza) Un abbraccio
    Elda e Franco

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