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Sul sugo una grattata di Marsiglia

inserito il 14/7/2010 alle 11:18

Spodestato progressivamente dalla metà del ventesimo secolo dai pratici detersivi liquidi in nome della modernità, il buon vecchio mattoncino verdognolo di sapone di Marsiglia conosce una nuova vita grazie all’insperata popolarità regalata dal marketing, sempre alla ricerca di novità, con un occhio di riguardo alle tradizioni delle nostre nonne. Ma le mode pubblicitarie, si sa, hanno vita breve. Come si presenta il futuro del verde marsigliese?

Il sapone “di Marsiglia” è chiamato col nome della città provenzale proprio perché in Provenza, nella metà del sedicesimo secolo, nacque la fiorente industria del sapone grazie alla diffusa presenza dei suoi ingredienti principali, l’olio d’oliva - ben il 72% - il sale e la cenere di salicornia, abbondanti nella Camargue. Più tardi l’aggiunta di altri ingredienti provenienti dalle colonie francesi, sempre reperibili grazie ai traffici del porto di Marsiglia, quali l’olio di palma e di copra (derivato dalla polpa di cocco essiccata) hanno dato al sapone di Marsiglia la sua composizione definitiva. Ad oggi il metodo di produzione rimane invariato. Per il sapone bianco si usa, invece dell’olio d’oliva, l’olio di arachidi. Agli ingredienti naturali viene oggi aggiunta la soda, in sostituzione della cenere di salicornia che ne contiene in abbondanza, per il procedimento di saponificazione. Poi il passaggio negli stampi, ed infine il taglio in cubi di 600 grammi con il marchio del saponificio. Proprio in questo procedimento, che non prevede alcun test su animali e produce un sapone biodegradabile al 98% oltre a non provocare alcun tipo di allergia, potrebbe celarsi il segreto della la sua salvezza.

La sempre maggiore attenzione dei consumatori ai temi della salvaguardia del pianeta spiega la sempre crescente popolarità dei detersivi naturali e fai-da-te. In Francia, patria del sapone di Marsiglia, sono numerosi coloro che si fabbricano in casa un detersivo a base di Marsiglia adatto all’uso in lavatrice. Ecco una sintesi delle molte ricette che questi eco-lavandai si scambiano in internet: ci si procuri un pezzo di autentico sapone di Marsiglia, a questo proposito c’è da dire che il nome si riferisce al procedimento e non alla provenienza, quindi il Marsiglia autentico si produce benissimo anche in Italia. Si scaldi un litro d’acqua e vi si sciolga circa 50g di sapone grattugiato. A questo punto si può aggiungere qualche goccia di olii essenziali, ad esempio lavanda, per dare un profumo gradevole al bucato. Un po’ di percarbonato di sodio per un ulteriore effetto sbiancante e il gioco è fatto. Si può ora usare come un normale detersivo liquido. Indubbio l’effetto benefico sull’ambiente, ma anche sul portafoglio, se si considera che un panetto di 600g di sapone di Marsiglia costa intorno ai 4.00 euro. Naturalmente ogni eventuale danno alle tubature di casa o alla lavatrice derivante dagli esperimenti saponari rimane a rischio e pericolo dell’apprendista alchimista del cestello! Come direbbero a Marsiglia, c’est la vie, ma rimane il brivido del pioniere della centrifuga.

Categoria: Acqua
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