Una vita da pittore dei due mondi

Una intervista del Direttore di Varesenews Marco Giovannelli al sottoscritto Sergio Michilini è stata pubblicata nel numero di Dicembre di VARESEFOCUS, che è la rivista della Unione degli Industriali della Provincia di Varese.
Uscirà in versione cartacea questo prossimo Lunedì 12 Dicembre 2011 in allegato a “Il Sole 24 Ore” in tutta la Provincia di Varese.

“VARESEFOCUS, periodico di economia, politica,società, costume, arte e natura in provincia di Varese”
La rivista completa e l’articolo con l’intervista nelle pagg.70 e 71 in versione virtuale si trova in questo sito……  http://swf.varesefocus.it/sfgl/2011/2011-12/

In questa occasione pubblichiamo l’articolo completo e alcune immagini di opere di Arte Pubblica realizzate in Provincia di Varese.

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Marco Giovannelli intervista il pittore Sergio Michilini
Una vita da pittore dei due mondi

Credo nel Dio dell’arte che spoglia il reale e fa risplendere la bellezza pregna di densità spirituale”. Sergio Michilini si riconosce in questo atto di fede scandito dal domenicano brasiliano Frei Betto.
Nato in Friuli nel 1948, Michilini, ha terminato i suoi studi nell’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1973. Il suo cammino artistico si è sviluppato tra la Lombardia, la Toscana e l’America Latina.
Ha dedicato una parte importante della propria attività all’Arte Pubblica, con affreschi, pitture murali, ceramiche e mosaici di grandi dimensioni, nonché alla creazione della prima Scuola di Arte Pubblico-Monumentale con carattere nazionale del continente americano.
Un “antico” e moderno uomo dei “due mondi” che ha scelto il Nicaragua come luogo centrale del suo “taller” per rivivere, all’inizio del terzo millennio, una vera Bottega del Pittore, che da anche il nome al suo blog.

Trent’anni in America Latina, come cambia la visione dell’arte letta da cittadino del mondo?

Da lontano si percepiscono le misure con maggiore precisione: sia delle grandi genialità e creatività italiane, che delle piccole furberie e meschinità.
In generale, oggi, rispetto alle minestre dei vicini in Italia si vive un complesso di inferiorità assurdo. Ricordiamoci che metà del patrimonio artistico e culturale della umanità sta in Italia, e che nell’architettura, nella scultura e nella pittura abbiamo raggiunto i livelli pià alti nella storia umana.

Queste arti maggiori sono state le “locomotive” della creatività italiana, sia nei mestieri tradizionali come la lavorazione del marmo, del legno, del vetro, del mosaico, della ceramica ecc. che nelle nuove espressioni e linguaggi, come il cinema, la moda, il design ecc.

Ma tra le arti maggiori è la grande Storia della Pittura Italiana che caratterizza questo nostro paese come fenomeno centrale a livello mondiale, con Giotto, Tiziano, Raffaello, Leonardo, Caravaggio, Tiepolo ecc. : è sostanzialmente dalla PITTURA (dal disegno, dalla forma e dal colore) che nasce la nostra speciale creatività, fantasia e qualità dei prodotti artistici, artigianali e industriali.

Lei ha realizzato diverse opere pubbliche in provincia. Cosa è cambiato in questi anni rispetto a questo settore dell’arte?

Quello che io, con la collaborazione di un sostenuto numero di colleghi, ho realizzato in Provincia pensavo fosse l’inizio di un grande intervento di umanizzazione estetica del territorio, e invece è stato la fine.
Piuttosto di cercare un ritorno rinnovato alla integrazione delle arti (fondamentalmente dell’architettura, della pittura e della scultura) a livello urbano e territoriale, si è approfondito il “divorzio”, e ci si affida a trovatine alla moda, a eclettismi irrazionali e assurde ristrutturazioni “postmoderne”.

Si sta perdendo l’autenticità delle forme e dei “sapori estetici” nostri speciali e peculiari e si stanno creando spazi pubblici asettici, muti e rumorosi, senza carattere…una volta dicevamo un territorio “da farmacia”….per di più violentato da infrastrutture paradossali come è successo a partire dalla Grande Malpensa.

Quali sono le sue opere di maggior pregio in provincia?

Sono opere che definirei come “isolate” perché sopravvivono per inerzia, in un ambiente direi “ostile” a quelle forme di espressione, dove oggi prevale apparenza ed esteriorità.

Opere come la cupola di Santa Maria degli Angeli a Lonate Pozzolo, o delle chiese parrocchiali di Bergoro di Fagnano Olona, o di Castelnovate di Vizzola Ticino o di Oggiona, o il murale della Torrefazione del Centro Commerciale Laghi di Gallarate ecc. hanno un tremendo bisogno di coccole e di amore, perché vivono in uno stato di inedia preoccupante.

In diversi post lei affronta lo stato di degrado di alcune zone del territorio. Cosa si dovrebbe fare?

Si dovrebbero raddrizzare le cose, che adesso stanno al rovescio. L’arte e la cultura in Italia sono sempre state lo zenit di sviluppo del territorio: tutto il resto, alla fine della fiera, girava attorno a questi motori di civiltà.

Siamo un paese specialissimo perchè siamo eredi di abilità, conoscenze ed esperienze creative uniche e altissime. Ciononostante oggi l’arte e la cultura sono diventate l’ultima ruota del carro…dopo l’economia, la politica, l’industria, il commercio ecc…….

La Pittura (cioè il disegno, il colore e la forma) addirittura è stata dichiarata obsoleta e morta. … e così, come dice Jean ClairLa straordinaria summa di conoscenze che nel corso dei secoli l’ars pingendi aveva pazientemente accumulato si é ridotta, in meno di trent’anni, a non essere nient’altro che una misera abilitá di mestieranti. Ora, l’etnologia ce lo insegna che il grado di perfezione di una cultura si misura anche secondo il grado di complessitá delle tecniche che essa é capace di usare e di dominare. Coscienti di questa perdita, incredibile, quanto l’estinzione sempre crescente di specie animali e vegetali nel mondo della fauna e della flora, numerosi sono i pittori che riapprendono i rudimenti della loro arte”….

La Pittura nella civilizzazione italiana è come l’accqua nella natura, se si perde deperisce la vita e il territorio della vita sociale. Non possiamo continuare a progettare il nostro territorio con il metodo “copia-incolla-modifica”. Con questo sistema si diventerà al massimo una brutta periferia di Silicon Valley.

Da oltre dieci anni lei lavora molto con internet. Prima un sito autobiografico, poi una vera Bottega d’Arte virtuale/interattiva e da ultimo un Blog in difesa della Pittura e dei Pittori. Ci si chiede: come mai tanta attenzione alle nuove tecnologie per un Pittore che si rifà all’arte classica?

E’ semplicemente una questione di tempi. Anticamente i pittori avevano tutto il tempo per disegnare con modelli viventi, per studiare l’anatomia umana partecipando direttamente alle autopsie dei cadaveri, per sperimentare nuovi materiali e tecniche e fabbricare i loro strumenti di lavoro, e pertanto per sviluppare all’estremo le loro fantasie, capacità e virtuosismi espressivi.

Poi con l’avvento della fotografia, e quindi dell’immagine documentaria oggettiva, i pittori hanno potuto ridurre tremendamente i tempi di realizzazione delle loro opere.

I pittori muralisti messicani sono quelli che hanno saputo di più approfittare di queste tecnologie meccaniche dell’immagine, teorizzando e creando immense opere di Arte Pubblica davvero rivoluzionaria, e David Alfaro Siqueiros è arrivato addirittura a superare la prospettiva statica a partire dallo “spettatore in movimento” e prefigurando un nuovo “muralismo cinematografico” per le grandi urbanizzazioni del futuro.

Oggi, con internet si apre non un mondo, ma un universo, con milioni di foto a disposizione e infiniti programmi di elaborazione delle immagini e dei progetti visivi. Ci sono tutti gli elementi per pensare che dalla Preistoria si potrebbe passare alla Storia della Pittura, davvero libera, grande, potente e utile per gli individui e la società e la civiltà…..e invece, proprio in questi anni, in un momento così trascedentale, i bassi interessi e le meschinità umane hanno sancito la “morte della pittura”, abortendo questa opportunità unica nella storia. Penso soprattutto all’Italia, che nel mondo è stata la patria della Pittura….

Ad ogni modo, anche in queste pessime e avverse condizioni, io continuo la battaglia, come posso e dove posso, utilizzando al massimo e con grande curiosità queste nuove tecnologie, che si aggiungono ad altri strumenti di conoscenza, indagine e documentazione oggettiva, come sono il disegno, la letteratura, i documentari, la informazione o conoscenza diretta in loco….per arrivare alla immagine sintesi, all’opera, appunto, unica e irripetibile.

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1982-Lonate Pozzolo (VA), pittura murale nella cupola di Santa Maria degli Angeli

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2009-OREY e ARAINHA, Oggiona, Varese, casa privata e Studio del Pittore

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1989-OGGIONA CON S.STEFANO (VA) Palazzo Comunale.sala consiliare, pannello in ceramica e mosaico

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1982- Trittico murale nella Chiesa Parrocchiale di Castelnovate di Vizzola Ticino

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2003-OGGIONA con S.STEFANO, Palazzo Comunale, sala consiliare, quattro pannelli in ceramica e oro zecchino

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1988-LA STORIA DEL CAFFE'- murale mobile. Centro Commerciale Laghi, Gallarate

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1983-Affresco nel catino absidale della Chiesa Parrocchiale di Bergoro di Fagnano Olona

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1989-Pace sulla terra,Circolo La Castellanza di Bosto, Varese cm200x395, acrilico su MDF

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1971-ANNUNCIAZIONE, pannello di ceramica in altorilievo sulla facciata della Chiesa di Oggiona, cm.310x250

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