The Sisters

Scrivo questa pagina di diario, questa mattina presto alle ore 7:30.

Da poco, Simone, Toni e Lilli sono partiti per il loro viaggio di ritorno verso Malindi, dove li aspetta la gestione del loro bar.

Vivrò, quì presso la comunità Loyangalani 41 giorni, in completa solitudine africana.

Presso la missione in una parte distaccata vivono due suore della missione della Consolata, le quali dirigono l’unico dispensario della zona fino a Marsabit.

Sono loro stesse che in prima persona assistono i pazienti che 24 ore/die affollano il corridoio della reception.

Sono due grandi persone.

Hanno niente, ma giorno dopo giorno lavorano instancabilmente per aiutare realmente il prossimo, con devozione a Dio e al loro fratello o sorella.

Mi ha stupito nell’intervista che ho dedicato a loro la serenità del loro spirito e la lucidità della loro mente.

Io non posso pubblicare nulla né foto né video-intervista, lo faranno gli altri per me, una volta arrivati a Malindi, dove la connessione è molto buona.

Da qui i malati più gravi, vuoi perché arrivano troppo tardi al dispensario della missione, per aver percorso anche più20 kma piedi, vuoi perché sono affetti da patologia grave, forte anemia, in setticemia, infiammazione da serpente, scorpione, bronchite per gli sbalzi di temperatura dovuti alla frescura della capanna ed al caldo esterno di 50 gradi sotto il sole con la gravante del forte vento, partono caricati sul primo mezzo di trasporto solitamente camionisti, 1 ogni mese oppure il matatu, un Nissan van, simile al pulmino taxi, da prescrizione per 9 posti, nella realtà da 30 posti.

Essi compiono il cosiddetto viaggio della speranza, non sapendo se giungeranno a destinazione vivi o chissà in quale altro stato.

Non mi dilungo sulle eventuali possibilità di contagio verso i loro compagni di viaggio, ma possiamo immaginare tutti quanti.

Tra qualche giorno partirò con le Sisters, con la jeep del Padre per vaccinare i bambini di alcune comunità contro il morbillo,  staremo via tutto il giorno e per una comunità più lontana anche una notte.

Nel dispensario le malattie si curano a vista, a sensibilità e tatto, basato sull’esperienza personale.

Ebbene si non esiste nessun laboratorio qui allo Loyangalani.

Hanno da un anno un microscopio con alcuni vetrini, null’altro a livello strumentale.

Basti pensare che non vi è il tester della malaria, comunemente, la prima causa di malattia in Kenya.

Un’altra difficoltà che incontrano sul loro cammino e questa è la più grande, è la mancanza di personale disponibile a lavorare con stipendio qui allo Loyangalani.

Questo fa comprendere subito la durezza di questo luogo, dove non c’è nulla, solo sassi, pietre, un lago ed un clima così secco ed arido, quasi impossibile per la vita umana.

Così la reperibilità di gente locale competente in materia, ossia infermieri, ostetriche, medico, tecnico di laboratorio, sembra essere una reale missione impossibile altro che 007.

Qui la speranza per una vita migliore è una tra le cose più belle che possano esistere e forse è proprio questo il sale che fa andare avanti suora Agnese Deperon e suora Lucimar Tibola.

Pubblico questo articolo alle ore 14:00.

Temperatura 45 gradi

Umidità 50%

Ha appena piovuto, sto sudando tantissimo proprio ora, sudore dalla fronte, dalle braccia, dalla schiena, bevo acqua bollita e quindi carente in sali minerali, non idrata granché, bevo e sudo, bevo e sudo sia di giorno sia di notte.

Questa mattina ho dovuto stendere il cuscino perché era bagnato fradicio.

Le mie braccia e gambe somigliano più a grondaie che a delle membra umane.

Un caro saluto a tutti voi

Un abbraccio alle persone a me care, ovviamente dopo aver fatto una bella doccia profumata 🙂

Gabriele from Loyangalani

3 pensieri su “The Sisters

  1. Dear Lele,
    è questa l’Africa vera, che fa un po’ paura. Forza e coraggio inizia un’altra avventura… un caro saluto a te e alle preziosissime sisters Lucimar e Agnese. Un buon viaggio di rientro ai tuoi amici Lilli Tony e Simone, speriamo di avere presto loro notizie.
    Good luck 🙂 ALDO M.

  2. Ciao Gabriele, come stai?ti ho seguito sempre troppo poco… La routine qui in Lombardia la conosci bene… impegno dopo impegno: cmq imperdonabile non trovare 5 minuti per seguirti! Ti ammiro per quello che stai/state facendo… Con affetto
    Luigi A.

  3. Ciao Lele,
    innanzitutto congratulazioni per le piantine! Commento poco, ma ti seguo..spesso non so cosa scrivere, non vorrei essere ripetitiva! In effetti sento la mancanza delle foto, che rendono tutto più reale, ma è fantastico che tramite la rete si possa comunicare così agevolmente. Continua a tenerci informati e a condividere le tue esperienze! In bocca al lupo per tutto! Ely – cugi

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