Il “Birraio dell’Anno” è Giovanni Faenza di Ritual Lab

Covid o non covid, la palma di “Birraio dell’anno” 2020 è stata comunque assegnata dal network Fermento Birra, che non ha voluto – giustamente – interrompere una rassegna tra le più attese del panorama artigianale italiano. Certo, questa volta non è stato possibile organizzare la manifestazione che nelle ultime edizioni aveva richiamato il grande pubblico a Firenze, ma il premio è stato ugualmente consegnato a chi si è dimostrato – a detta di una giuria specializzata – il migliore nell’ultimo anno per qualità e costanza delle proprie birre.

Il nome iscritto nell’albo d’oro è quello di Giovanni Faenza, titolare della sala cottura di Ritual Lab, birrificio romano con sede a Formello che in pochi anni ha letteralmente scalato le gerarchie nazionali insieme ad altri produttori del Lazio (Hilltop, Vento Forte, Eastside i primi che ci vengono in mente), capaci di far parlare di sé tra gli appassionati.

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Valeriani è “Birraio dell’anno” per la seconda volta; un altro podio per Schigi

È Marco Valeriani il “Birraio dell’anno” per il 2018 appena concluso: il creatore delle birre di Hammer, produttore bergamasco nato da pochi anni per iniziativa della famiglia Brigati e subito salito nell’Olimpo del panorama nazionale, è stato incoronato a Firenze al termine della tre giorni organizzata dal network “Fermento Birra” all’interno del teatro TuscanyHall.

Marco Valeriani con il primo premio (foto: Birraiodellanno.it)

Un successo che conferma quindi Valeriani al top del mondo birrario italiano (ricordiamo che il premio va alla persona e non all’azienda anche se di fatto le due entità si fondono…) visto che il birraio di Hammer – che iniziò la carriera con Menaresta, è anche il primo a ottenere per la seconda volta la “medaglia d’oro” della manifestazione (aveva già vinto nel 2016) basata sui voti di una giuria formata da 100 esperti di tutta Italia.

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