Dalla cantina al boccAle – Acido acida

(franz) È capitato a tutti gli amanti di birra imbattersi in un prodotto celebrato che però, al primo assaggio, respinge chi lo prova. Spesso ciò avviene con le sour, dopo di che esistono due strade. Qualcuno non ne vuole più sapere (o per lo meno se ne tiene alla larga), qualcun’altro si innamora perdutamente. Secondo voi, come è andata al nostro AleDiv? Ecco la settima puntata del riassunto birrario dei suoi primi millaanta anni. In fondo all’articolo, il link alle puntate precedenti.

Episodio 7 di 10 – Acido Acida!

Il grande matematico Marcus Du Sautoy, nel libro “Il codice della creatività”, scrive:
«Se non siete preparati a fallire, non vi assumerete quei rischi che vi consentirebbero di trovare una via d’uscita e creare qualcosa di nuovo». Continua a leggere

Birra, quel “pane liquido” che nutre la Quaresima

Con le celebrazioni del Mercoledì delle Ceneri, in tutto il mondo cattolico (escluse le zone a rito ambrosiano) è iniziato il periodo più intenso dal punto di vista religioso, la Quaresima, che durerà sino al Giovedì Santo – giorno in cui inizia il Triduo che porta, infine, alla Pasqua di Resurrezione.

Un breve ripasso di catechismo non casuale, ma che ha un riflesso importante a livello brassicolo come ci spiega Simone Cantoni, apprezzato giornalista, assaggiatore, divulgatore e giudice birrario di origini pisane con il quale facciamo questo piccolo tuffo nella storia e nella cultura. Simone ci spiegherà perché, talvolta, la birra viene indicata con il curioso termine di “pane liquido”. (NB: ci perdonino gli appassionati che già conoscono la questione. L’articolo però è destinato anche al più ampio pubblico dei lettori di Varesenews)

«Per capire quale sia il rapporto tra la Quaresima e le birre – esordisce Cantoni – bisogna innanzitutto citare un antico motto religioso, liquida non frangunt ieiunium, e cioé “i liquidi non infrangono le regole relative al digiuno penitenziale. Per questo motivo, quindi, nei monasteri il consumo di birra e di altre bevande era ammesso come sostentamento alimentare in quei periodi in cui i monaci dovevano osservare l’astinenza dal cibo».

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Birra e ciclismo: la Amstel (Gold Race) di Stefano Zanini

Il mese di aprile, nel mondo del ciclismo, è consacrato alle cosiddette Classiche del Nord, le gare in linea che si corrono tra Francia, Belgio e Olanda tra le più seguite, storiche e seguite del mondo (solo le italiane Milano-Sanremo e Giro di Lombardia possono far loro concorrenza).

Nord della Francia, Belgio e Olanda, zone geografiche che hanno la medesima importanza anche in campo birrario, e non è un caso se spesso i nomi di corridori, di gare, di trofei e di birre si sono mescolati, incontrati, intrecciati. Addirittura, tra le gare di cui sopra, ce n’è una che prende il nome da una grande azienda birraria, la Amstel Gold Race, e che rappresenta il top dei top per il ciclismo olandese. La Amstel è una delle cosiddette “classiche delle Ardenne”, la prima del trittico che comprende anche Freccia-Vallone e soprattutto Liegi-Bastogne-Liegi e il suo protocollo prevede che al vincitore (quest’anno il danese Valgren) possa brindare sul podio con un bicchierone di birraContinua a leggere

Birra in Tour – “In de Vrede”, serenità e birre fantastiche

(franz) Andrea Belloni è stato uno dei giudici dell’edizione 2017 del Concorso Malto Gradimento, ha gestito per anni uno dei locali birrari più attivi del Varesotto (il Circolo S. Eugenio di Tornavento), ha fatto il rappresentante e ora è l’anima di “InCircolo”. Tocca a lui raccontarci la visita in un luogo simbolo del Belgio birrario, il locale “In de Vrede”, dove è possibile gustare tutte le specialità dell’abbazia di St. Sixtus, Westvleteren.
Prima di lasciarvi alla lettura, vi ricordiamo che se volete pubblicare sul blog una vostra esperienza per la rubrica “Birra in Tour” dovete semplicemente inviare il testo e qualche foto all’indirizzo maltogradimento@gmail.com.

Andrea ci racconta la visita a “In de Vrede”

Chiunque lavori nell’ambito birrario, o sia solo un semplice appassionato, ha sentito nominare almeno una volta il nome di Westvleteren, che racchiude in sé un’aura di sacralità quasi mitologica.
La logica con cui, qualche anno fa, una delle tre birre prodotte dai monaci trappisti dell’abbazia di St. Sixtus sia stata giudicata «birra migliore del mondo» non mi è mai stata chiara, e quindi ho deciso di andare a verificare coi miei occhi, le mie papille gustative… e il mio fegato.  Continua a leggere

La birra italiana va in trasferta nelle Fiandre

Ci sono anche un birrificio varesotto (Extraomnes di Marnate) e un birraio che da queste parti è cresciuto professionalmente (Nix Grande, ora a Birra Etnia dopo alcuni anni al Settimo di Carnago) nella “comitiva” italiana che nel prossimo fine settimana sarà protagonista del “Villaggio della Birra Belgian Edition”. manifestazione che è una costola di quella toscana e che dal 2016 organizza una versione, appunto, belga.

Il “Villaggio” è nato a Buonconvento (Siena) nel 2006 e nei primi anni ha appunto proposto alla platea italiana i birrifici provenienti da Fiandre e Vallonia accanto a quelli italiani. Con il tempo il festival toscano ha aggiunto produttori provenienti da molte altre nazioni, ma il legame con il Belgio è rimasto inalterato.  Continua a leggere

Dalla cantina al BoccAle: Abbaye des Rocs Noel

Banner_boccALE copia(franz) Due giorni dopo la celebrazione di Natale, torniamo a parlare di una birra dedicata al 25 dicembre ma, per estenisone, che resta a disposizione per tutte le festività invernali. Una birra che il nostro oste Ale Div ha stappato e recensito proprio in occasione della Vigilia e che vi proponiamo qui, ancora fresca di bevuta.

Che Natale sarebbe senza una birra belga dedicata alle festività? Quest’anno abbiamo scelto un classico, la Abbaye des Rocs Noel, versione stagionale della famosa Abbaye Des Rocs “normale”, di cui vi parlammo un paio di anni fa in QUESTO articolo su Malto Gradimento.  Continua a leggere

Dalla cantina al boccAle: Triple Karmeliet

Banner_boccALE copia(franz) Belgio, Belgio e ancora Belgio: l’oste Ale per questa settimana si tuffa su uno degli stili tipici di quelle parti, la tripel, con un prodotto che ha avuto una discreta diffusione anche in Italia. Ecco a voi la Tripel Karmeliet di Brouwerij Bosteels. E voi, l’avete provata?

Un perlage fitto ed elegante, degno delle migliori bollicine viticole, che monta oltre i bordi del bicchiere. Così si presenta la Triple Karmeliet, birra intrigante, magnetica, complessa, prodotta con malti di tre cereali diversi (frumento, orzo e avena) seguendo un’antica ricetta del 1679 del monastero carmelitano di Dendermonde. Ricetta poi recuperata, nel 1996 dal Brouwerij Bosteels di Buggenhout, Belgio, dal quale escono altre due perle come la Kwak e la DeuSContinua a leggere

Dalla cantina al boccAle: la Rodenbach Gran Cru

Banner_boccALE copia(franz) L’oste Ale Div non manda in pensione la sua rubrica, anzi: dopo la chiusura del locale che ha gestito in questi anni (leggete QUI), torna a scrivere di birra e lo fa con una recensione molto interessante. Chiudendo con un saluto a chi lo ha accompagnato nella sua avventura dietro al bancone. Grazie Ale!

Quando si parla di Michael Jackson di fronte a un bicchiere di birra, non si intende il discusso idolo delle folle musicali degli anni 80, quanto il mitico critico e divulgatore della nostra bevanda preferita. Michael Jackson, parlando della Grand Cru, non aveva mezzi termini: la definiva “un classico mondiale”, nonché “il Borgogna delle birre”.  Continua a leggere

La scommessa deI “Villaggio della birra”: portare l’Italia nelle Fiandre

(franz) Sono sempre di più le iniziative che portano la birra artigianale italiana fuori dai nostri confini e che la fanno conoscere anche in quei Paesi in cui malto e luppolo sono radicati da secoli. E se all’inizio gli italiani venivano guardati come si farebbe, da noi, con un pizzaiolo thailandese, ora i nostri produttori sono rispettati e amati anche nelle terre dove la birra è una religione. Un esempio di ciò si avrà nel prossimo fine settimana: in un paese delle Fiandre si terrà la belgian edition del toscanissimo “Il Villaggio della Birra”: ecco quel che accadrà, raccontato dagli organizzatori.

BelgianEdition

L’illustrazione utilizzata per i manifesti del “Villaggio Belgian Edition”

Se credi davvero in quello che fai, tutto diventa possibile. Anche vendere il ghiaccio agli eschimesi. Tuttavia, non è di acqua che stiamo parlando, ma di birra.

Il Villaggio della Birra è un festival di microbirrifici che nasce nel 2006 tra le colline senesi, precisamente a Buonconvento. Cresce con la voglia di portare un angolo di Belgio in Toscana, di rinsaldare le amicizie da poco strette con i birrai fiamminghi e valloni e di offrire un terreno di confronto con le allora giovani realtà italiane.  Continua a leggere

Dalla cantina al boccAle: la Oude Geuze Boon

Banner_boccALE copia(franz) Dopo qualche tappa “italiana” (novità non da poco per un amante delle tradizioni straniere) il nostro Ale Div torna a occuparsi di specialità belghe. Antiche, per di più, visto che la protagonista della sua degustazione odierna è una birra a fermentazione spontanea creata da uno dei produttori più noti del panorama dei lambic.

Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
Lo stesso sentimento di Catullo, gli stessi tormenti, infine la risposta: amo. Le geuze sono birre strampalate, difficili, che possono urtare fortemente il naso e il palato al primo assaggio, stupiscono e repellono, eppure vantano una nicchia di fedeli trangugiatori che le ritengono capolavori d’arte indiscutibili e imprescindibili. Continua a leggere