Birra, quel “pane liquido” che nutre la Quaresima

Con le celebrazioni del Mercoledì delle Ceneri, in tutto il mondo cattolico (escluse le zone a rito ambrosiano) è iniziato il periodo più intenso dal punto di vista religioso, la Quaresima, che durerà sino al Giovedì Santo – giorno in cui inizia il Triduo che porta, infine, alla Pasqua di Resurrezione.

Un breve ripasso di catechismo non casuale, ma che ha un riflesso importante a livello brassicolo come ci spiega Simone Cantoni, apprezzato giornalista, assaggiatore, divulgatore e giudice birrario di origini pisane con il quale facciamo questo piccolo tuffo nella storia e nella cultura. Simone ci spiegherà perché, talvolta, la birra viene indicata con il curioso termine di “pane liquido”. (NB: ci perdonino gli appassionati che già conoscono la questione. L’articolo però è destinato anche al più ampio pubblico dei lettori di Varesenews)

«Per capire quale sia il rapporto tra la Quaresima e le birre – esordisce Cantoni – bisogna innanzitutto citare un antico motto religioso, liquida non frangunt ieiunium, e cioé “i liquidi non infrangono le regole relative al digiuno penitenziale. Per questo motivo, quindi, nei monasteri il consumo di birra e di altre bevande era ammesso come sostentamento alimentare in quei periodi in cui i monaci dovevano osservare l’astinenza dal cibo».

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