Sfruttare la forza del nemico per vincerlo. Lo insegnava il più grande generale di tutti i tempi, Sun Tzu, vissuto 500 anni prima di Gesù. Probabilmente con questo caldo, e l’umidità di questi giorni, il generale filosofo si sarebbe fatto un bagno.
Ma dove? Le spiagge nelle ore centrali della giornate sono un po’ “caldine”, specialmente da quando è arrivato Caronte.
Ecco allora che tiramo fuori l’asso dalla manica: i torrenti e le cascate.La provincia di Varese ne è piena
e si possono affrontare in due modi.
Un livello facilitato prevede un veloce avvicinamento al luogo per starci qualche ora, farsi un bagno, prendere un po’ di sole ma con grande frescura.
Si prestano il torrente Giona a Curiglia con Monteviasco, le cascate della Froda a Castelveccana, le “cascatelle” tra Orino e Cuvio, e molti altri reticoli minori di cui la provincia è costellata. Una gita di qualche ora, o di un giorno, con pic nic e necessaire per schiacciare un pisolino.
Ma c’è dell’altro. Il piano B è destinato a persone attrezzate e con preparazione adeguata.
Per questo ci siamo fatti raccontare cosa è possibile fare in un weekend sportivo passato nei pressi di alcune cascate della provincia. Andrea Martinelli è uno scalatore provetto. Viaggiatore alla Bruce Chatwin, non disdegna andare alla scoperta delle bellezze naturali dietro casa. Racconta: «Sono posti spesso nascosti ma molto vicini, alcuni sono delle semplici cascate, altri invece dei veri e propri Canyon».
«Quelli attrezzati per scendere con le corde in provincia di Varese – spiega Andrea, che è volontario del CNSAS, il Soccorso alpino – sono il Cuvignone superiore e inferiore, nei pressi di S. Antonio, il torrente Caprera, appena dopo l’abitato di Castello Cabiaglio, il Molinera,che parte dalla diga del lago d’Elio, il Viaschina, sotto Monteviasco e le Cascate di Cittiglio».
«Di cascate – spiega – poi ce ne sono varie in Valganna, a Ferrera e nel Luinese».
Ma cosa ci vuole per affrontare tutto questo?
«L’attrezzatura per scenderli è composta da muta da sub 5mm, casco, imbracatura e scarpe apposite da canyoning. Le corde sono specifiche per questo sport e sono diverse da quelle d’arrampicata. Voglio ricordare la pericolosità di questi posti, sono spesso viscidi e una caduta può essere letale. C’è una squadra del CNSAS specializzata nel soccorso in forra,siamo in 6 a Varese».
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