Questa settimana mi è capitato, in più occasioni, di discutere di un argomento che desta molto interesse a tutti i videogiocatori di vecchia data, ma anche a coloro che giocavano nella loro infanzia e che oggi non giocano più: il retrogaming.
Attenzione però! Non il retrogaming inteso come il collezionismo spasmodico di tutte le vecchie console e relative vecchie glorie, bensì il relazionare i videogiochi di una volta con quelli dei giorni nostri.
Da queste discussioni sono saltate fuori teorie degne di nota, quale ad esempio il fatto che ormai il mercato dei videogiochi è diventato talmente di massa e di consumo, da puntare più sull’ apparenza e sulla pubblicità che al divertimento vero e proprio. Tanto che, sempre più spesso, si assiste all’ uscita di prodotti che appaiono belli graficamente, ma che in realtà si rivelano totalmente privi del proverbiale “arrosto”.
Al contrario, quando i videogiochi non erano ancora entrati nelle case di tutti, le software house erano costrette ad ottimizzare al massimo le loro scarse risorse (visto le notevoli limitazioni grafiche e di programmazione di un tempo) e ad usare mooolta fantasia per creare un buon prodotto, che comunque avrebbe mosso cifre (tra capitali e utenti) ben più irrisorie della nostra realtà attuale.
Del resto il mercato è fatto così: chi fa le cose con passione punta alla qualità, chi le fa per vendere investe su pubblicità bombardanti.
Un’ altra cosa emersa da queste discussioni riguarda il fatto che un tempo i giochi erano molto più difficili (quasi frustranti), mentre oggi possiamo selezionare il livello di difficoltà che preferiamo e chiunque può finire il gioco senza troppi intoppi.
Quando eri costretto ad aspettare dieci minuti davanti all’ Amiga 500 per caricare un livello di Prince of Persia, DOVEVI diventare bravo! Se no, quando morivi, ti toccava apettare altri dieci minuti!!!
…Prince of Persia, quando i livelli erano solo dei dedali ad ostacoli dalle pareti totalmente nere…e adesso i ragazzini si lamentano dell’ ultimo capitolo perchè la grafica in cel-shading non a tutti piace…
Ma vi sembra possibile rivisitare vecchi titoli per attirare l’ attenzione? Il più delle volte infanzando delle pietre miliari come Golden Axe e Altered Beast!
E la grafica?! La grafica non è tutto! Anzi! Rasentare il fotorealismo è pura “pornografia”! Non lascia spazio all’ immaginazione! 😀 Cosa aveva in mente il programmatore che ha creato gli alieni di Space Invaders?! Come li immaginava prima di farne un piccolo mosaico di pixel?! Se ogni tanto esce un nuovo Metal Slug, se gli Hardcore gamers si sono innamorati di titoli come Viewtifull Joe e Muramasa e se New Super Mario è primo nelle classifiche giapponesi, vuol dire che il 2D ha ancora molto da offrire! Perchè nessuno si degna di fare altri giochi bidimensionali?!
Sarà che sono un tipo malinconico, ma questo argomento mi piace a tal punto che vorrei sollecitare voi lettori a lasciare un commento a quest’ articolo, segnalando un titolo che ha riempito i pomeriggi della vostra adolescenza e che vi è rimasto nel cuore, magari scrivendo una particolarità di questa vostra “vecchia fiamma” che nei videogames di adesso è andata via via svanendo.
Matteo “Ganesh” Viola
Fuck totum di un videogame store
Fuck totum di un videogame store
Caro amico Gargamel…Galosh…Ganesh, sono pienamente solidale con te: anche io, infatti, in quanto videogiocatore anziano non posso che essere un aficionado del caro vecchio 2d.
Per rimediare ho comunque trovato una brillante soluzione: mi sono comprato una Wii, che tanto con la sua potenza grafica anche i giochi in 3d sembrano…giochi in 2d. 😀
Sei vecchio, non giocare con la Wii che poi ti fanno male le ossa!
bellissimo articolo!cmq..io stavo meglio in 2d:-) i giochi di oggi sono tutti uguali, hanno una grafica sempre migliore, ma le storie fanno sempre piu schifo….guarda bayonetta!!!!