IL VIAGGIO (parte prima)

Come vi avevo anticipato oggi inizieremo a raccontarvi con più dettagli il viaggio verso il Lago Turkana, descrivendovi alcune tappe importanti che abbiamo fatto.

Buon viaggio, buona lettura e buona visione!!!!

Siamo partiti all’ alba da Isiolo lasciandoci alle spalle una leggera frescura mattutina, dopo un’abbondante colazione, perché il prossimo pasto sarebbe stato chissà quando!

La macchina era completamente carica rimanevano solo i sedili vuoti, io ed Erunye eravamo incastrati tra file di tubi e sei pannelli solari (questo è ciò che comporta l’essere minuti), Simone alla guida con accanto suo cognato Tony e in mezzo Gabri e Tony.

 

Siamo andati parecchio spediti fino alla prima fermata Sereolippi (traduzione dalla lingua samburo: “il fiume sterile” – questo perché l’acqua è sotto di un metro rispetto al letto del fiume, per cui invisibile), ma durante il tragitto mi ha colpito il cambiamento di alcuni paesi che molto velocemente stanno subendo l’ondata del progresso, un paese in particolare Acher’s Post. La prima volta che mi recai in quel piccolo villaggio nel 2008 con Simone, per portare un desalinatore d’acqua, era un paesello composto da pochi negozietti e qualche capanna e fino al 2010 non era cambiato molto, oggi ai mie occhi si presenta con distributori di benzina, negozi in muratura, una moltitudine di persone e tanto cemento… è strano vedere la metamorfosi di un luogo e quello che può rappresentare e provocare lo sviluppo economico, non so se la rapidità è la soluzione migliore e cosa comporterà, se sarà positivo o negativo, comunque staremo a vedere!!!

Dopo circa un’ora e mezza di percorso siamo arrivati a Sereolippi e qui abbiamo bevuto un buon caffè nella Missione di Padre Pedenzini, che sfortunatamente non era presente ma che abbiamo poi rivisto al rientro dal lago. Durante la breve sosta siamo però riusciti ad assistere all’ uccisione di una gallina e alla cattura di alcuni pesci, nello specifico Tilapia. Anche questa Missione è isolata non esistono mezzi di comunicazione se non a piedi o in auto, per cui se hai qualche emergenza bisogna armarsi di pazienza e sperare di raggiungere al più presto un luogo dove c’è linea telefonica o trovare la prima auto disponibile a darti un passaggio, piuttosto che cercare risorse utili a tamponare anche la più semplice delle emergenze. Il viaggio fino a Sereolippi è molto piacevole qualche mese fa hanno terminato di asfaltare la strada per cui è scorrevole e da la possibilità di ammirare con tranquillità il paesaggio, che dalla savana passa a verdi montagne con picchi di rocce rosse che vorresti toccare con mano da quanto sono perfette.

Superata Sereolippi abbiamo abbandonato la strada asfaltata e ci siamo diretti verso Laisamis dove ci aspettava la visita all’ ospedale per verificare le condizioni della struttura e del personale. Penso che sia stato per me un momento di estrema impotenza, vedere i pazienti e parlare con giovani medici ed infermieri che si dedicano con passione e volontà al proprio mestiere, in condizioni davvero complicate, ti fa capire che la dedizione verso una passione a volte è più importante di qualsiasi mezzo, per cui ho pensato che se avessero i mezzi per lavorare, operare e visitare in maniera salutare potrebbero raggiungere uno straordinario risultato.

Appena arrivati il medico che ci ha accolto e la capo infermiera hanno accettato di farsi intervistare, dopo l’autorizzazione delle suore che quel giorno non erano presenti,  abbiamo proseguito con l’intervista e  la visita all’ interno della struttura, ci hanno mostrato il dispensario, la sala visite e le sale operatorie (i cui macchinari non sono attivi a causa della mancanza di elettricità), la sala parto che mi ha fatto riflettere parecchio e infine l’incontro con un paziente che qualche giorno prima era stato morso da un serpente; non dimenticherò mai la sua stretta di mano e il suo sguardo e penso che nemmeno gli altri riusciranno a cancellarlo, io sono uscita da quella stanza con un nodo alla gola e ho pregato in silenzio affinché quel ragazzo si riprendesse.

Durante l’intervista ci hanno raccontato le difficoltà che giornalmente devono affrontare e sentirsi dire che non hanno acqua, energia e mezzi di trasporto lascia un po’ di amarezza, perché sapere che esiste una struttura che potrebbe essere in grado di curare, assistere, soccorrere e anche salvare esseri umani non può essere lasciata in quelle condizioni, anche se la realtà è questa, ma hanno una grande fortuna perché come ho anticipato prima sono organizzati bene per i pochi mezzi a loro disposizione e ogni giorno hanno il coraggio di non mollare!

(n.b. l’intervista verrà pubblicata successivamente perché in fase di lavorazione).

Per oggi termina qui il nostro viaggio, spero che in qualche modo vi siano arrivate le nostre emozioni, grazie a tutti per il continuo sostegno sapere che ci siete rende forte la nostra voglia di continuare questo cammino!

 Buona notte un abbraccio

Lilly

2 pensieri su “IL VIAGGIO (parte prima)

  1. Un grande saluto a Simone e a tutti gli amici tenete duro a breve vedremo di realizzare il sogno rimettere in sesto l’ospedale per aiutare la popolazione. Un caro saluto Alberto Fraschina .

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