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Quel limone-zombie che si aggira nel frigo

inserito il 23/7/2009 alle 11:42

limone zombiCe l’abbiamo tutti, magari dietro alla vecchia bottiglia di ketchup dai bordi sigillati dalle incrostazioni, in compagnia del vasetto di yogurt peloso e dello stracchino rampicante, i suoi soliti complici. Il limone-zombie è il raggrinzito simbolo della nostra leggerezza nell’organizzare e razionalizzare il nostro stile di consumo, sintomo discreto di una raggiunta e duratura sicurezza sul fronte alimentare. I suoi riflessi verdastri, quel leggero velo bianco che lo ammanta, al massimo ci fanno provare un salutare senso di disgusto nei pochi momenti dedicati alla pulizia dell’elettrodomestico-principe della cucina. Come evitare di incrociare di nuovo lo sguardo opaco e supplicante del limone-zombie condannato ad errare tra l’inutile porta-uova e il vasetto ormai bi-fasico di maionese cretacea? Dotarsi di un frigo munito di filtro anti-odori e antibatterico è già un buon inizio, almeno per la nostra sicurezza, ma poi cosa facciamo per risolvere il problema alla radice? Niente, o ben poco, come dimostra un recente studio inglese - sempre loro – secondo il quale nella terra d’Albione ogni anno vanno sprecate quasi sette milioni di tonnellate di cibo, abbastanza da sfamare 30 milioni di persone. La ricerca dimostra che circa un terzo della nostra spesa alimentare non viene consumata. Comunemente finiscono dal frigorifero direttamente nel bidone della spazzatura, senza passare dalla nostra tavola, i cibi cotti seguiti da frutta e verdura fresche, poi il pane e infine carne e pesce non ancora cucinati ma scaduti. In un recente articolo apparso sul Guardian, si evidenziava come il nostro stile alimentare fatto di spensieratezza e compri-tre-paghi-due possa addirittura costituire un aggravante al problema dell’inquinamento atmosferico. Già, perché tutto quel cibo che, dopo il purgatorio del nostro frigo finisce nelle discariche, decomponendosi produce metano. Eliminarlo equivarrebbe a togliere dalle strade una macchina su cinque (!). La semplice consapevolezza di questi dati, dello spreco e dei suoi effetti è di per sé un passo avanti, poiché ognuno di noi è in grado di agire individualmente modificando il proprio comportamento. Come? Ad esempio non cedendo alle sirene delle continue offerte di confezioni maxi o di tre per due, a meno che non necessitiamo effettivamente di quelle quantità. Un altro passo verso un consumo più responsabile è una maggiore pianificazione dei pasti, con una maggior precisione negli acquisti, e la riscoperta di valori gastronomici familiari tradizionali come la “cucina degli avanzi”, che evita gli sprechi. Oltre alle polpette, alla torta di pane e alle varie marmellate, che tutti conosciamo, ecco una ricettina francese per utilizzare il pane raffermo, chiamata romanticamente “pain perdu”, merenda squisita, delizia di intere generazioni di bambini d’oltralpe: tagliato il pane raffermo a fettone grossolane, si ammollano in abbondante latte affinché si ammorbidiscano per bene. Si procede poi passandole nell’uovo sbattuto e si friggono in abbondante burro spumoso e sfrigolante. Al momento di servire una spolverata più che generosa di zucchero a velo. Non rimarrete delusi.

Categoria: Rifiuti
Commenti dei lettori: 1 commento -
Ce l'ho anch'io il limone zombie nel frigo (e non solo). E' vero, bisognerebbe stare più attenti a quello che si compra: meno sprechi e più soldi nel borsellino!
Scritto da Giovanna il 24/7/2009 alle 09:35