GREEN DOMESTIC
Piccoli gesti, quotidiani e diffusi. La nuova cultura della sostenibilità.

Whirlpool   pierre_ley@whirlpool.com

Dalla spada all’aratro

inserito il 26/5/2010 alle 11:59

Gli americani riscoprono oggi, con il crescente numero di veterani di Iraq e Afghanistan, il valore inestimabile, quasi terapeutico, di un appezzamento di terreno da coltivare. Le associazioni di veterani vanno addirittura oltre e si stanno impegnando a reinserire i soldati, spesso traumatizzati, nel campo più ampio dei “green jobs”, cioè tutte quelle attività che hanno a che fare con l’efficienza energetica, la conservazione delle risorse, e la salvaguardia dell’ambiente.

Anche se è assai improbabile che si siano ispirati alla mancata riforma di Tiberio Gracco per ridare dignità ai legionari romani in congedo e ricostruire una generazione di cittadini sani, liberi e devoti, di certo stanno applicando una ricetta che funziona. Cesare lo aveva capito e a lui l’impresa riuscì, con ottimi risultati per i suoi fedeli soldati, salvati dallo sbando, e un po’ meno ottimi per se stesso vista la sua prematura dipartita ad opera del senato.

La Farmer Veteran Coalition (FVC), avendo prudentemente evitato di espropriare le terre dei senatori per darle ai veterani, non corre questo rischio, anzi gode del sostegno dello stato nel suo programma di reinserimento sociale. Il suo presidente, Michael O’Gorman, dice “l’agricoltura fornisce ai soldati un’opportunità unica di trovare pace e serenità, di nutrire la loro comunità e la loro famiglia, e di riqualificare il cuore agricolo della nostra nazione.”  Specialità della FVC è l’inserimento in realtà produttive medio-piccole a vocazione organica e biologica. La consapevolezza di contribuire al benessere del pianeta e delle generazioni future aiuta ad alleggerire il fardello degli orrori e della distruzione vissuti in prima persona.

Così la Veteran Green Jobs, un’altra associazione di sostegno ai veterani, basa la sua azione sulla formazione specifica nel campo della salvaguardia ambientale, offrendo corsi gratuiti alla fine dei quali viene rilasciato un titolo ufficiale e uno stage remunerato di quattro settimane, oltre ad un efficace servizio di collocamento.
 
Se Voltaire incita a coltivare il proprio orticello per isolarsi dai problemi del mondo, si è anche scoperto che è uno strumento di scambio e apertura, oltre che un potente antidoto contro lo stress. Alcune grosse corporation statunitensi hanno “candidamente” applicato questo principio e creato veri e propri “orti aziendali”. Se ci si aspetta una cosa simile da parte di aziende come Google e Yahoo, più sorprendente è la presenza nel novero dei “corporate gardens” di colossi come Pepsico e Toyota.
 
Le motivazioni di una tale scelta sono molte, prima tra tutte l’utilizzo dell’orto aziendale come benefit innovativo e poco oneroso, particolarmente apprezzato in momenti di crisi. E’ inoltre uno strumento efficace di team building – zappare la terra insieme fa bene allo spirito di squadra – e i lavoratori possono portarsi a casa i sudati frutti del loro lavoro: pomodori, zucchine e melanzane rigorosamente bio. Viaggi premio alle Seychelles o alle Maldive? Andate a zappare! Meravigliosa, ironica livella, questa crisi sta riportando molti con i piedi ”nella” terra. E a noi domestici ambientalisti in rete non resta che piantare i nostri pomodori – è il momento – coinvolgendo il nonno o il vicino mezzo contadino. Loro una corporation forse non l’hanno mai vista, ma la terra sì, e sanno fin troppo bene quanto è bassa.
Commenti dei lettori: -