Prima gita fuori porta: San Lorenzo de El Escorial e Valle de los Caídos

Decidendo di sfidare il sonno e la pioggia ( sì, perché a Madrid piove gente e anche tanto! ),  io e altri tre coraggiosi Erasmus, invece di trascorrere un altro weekend in pantofole e pigiama, ci siamo svegliati di buon ora e siamo partiti alla volta dell’ Escorial.

Si tratta di un paesino in montagna a nord ovest di Madrid, in cui si trova il Real Monasterio de San Lorenzo, un meraviglioso palazzo monastero che è stato dimora dei reali spagnoli a partire dal regno di Filippo II e che dal 1984 è diventato patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.

L’edificio di questo palazzo è immenso ed è stato demolito e ricostruito più volte per poter ospitare i giardini, la basilica e il monumentale pantheon, con le tombe di principi e re dei casati degli Asburgo e dei Borbone.

Nelle stanze del palazzo è possibile inoltre visitare la Real Biblioteca, chiamata anche  la Escurialense o la Laurentina, oltre che ammirare l’importante collezione di arazzi e dipinti degli artisti più famosi dell’epoca, persino quelle di Tiziano e del Tintoretto!

La visita è stata lunga ed interessante, ma abbiamo dovuto soffermarci meno tempo del dovuto, perché subito dopo pranzo ci aspettava il pullman che ci avrebbe portati al Valle de los Caídos: il monumento più controverso che mi sia capitato di visitare!

Voluto da Francisco Franco per celebrare i caduti della Falange spagnola durante la guerra civile ( tra questi spicca la figura del dittatore degli anni ’20 José Antonio de Rivera ), divenne poi, per decisione dello stesso caudillo,  un monumento per ricordare i morti dei due opposti schieramenti.

La costruzione della basilica, interamente ricavata dalla roccia di una montagna, si è protratta dal 1940 al 1957, anno in cui divenne patrimonio nazionale spagnolo e, successivamente, venne consacrata nel 1960 da Giovanni XXIII come basilica minore.

Sinceramente non ero a conoscenza dell’esistenza di questo monumento. Sono contenta di averlo visitato, anche se ne sono uscita un po’ stupita e un po’ spaventata: ancora oggi ci sono fiori freschi sulle tombe di Franco e di Rivera e il 20 novembre ( anniversario della morte di Franco ) i nostalgici del franchismo si riuniscono per ricordare il dittatore spagnolo.

Devo ammettere che anch’io, così lontana da questa ideologia e da qualsiasi ideologia ad essa affine, sono rimasta impressionata dall’imponenza della struttura e dalle inquietanti e colossali statue di bronzo: all’entrata si trovano infatti due statue di otto metri raffiguranti due angeli armati di spade e ad abbracciare l’altare con le tombe dei due dittatori spagnoli, le statue di quattro arcangeli guerrieri,  quasi come severi guardiani di un luogo solenne, da contemplare con timore reverenziale.

Per non parlare della croce di centocinquanta metri d’altezza e quarantasei di larghezza, che svetta sopra la basilica: la più grande croce cristiana esistente al mondo!

Ho lasciato questo tempio franchista con mille domande e mille considerazioni che riportano alla mente questioni storiche, politiche e religiose talvolta così lontane, altre ancora così tanto attuali.

Lo scopo principale della visita per me era conoscere. E questo implica sicuramente il fatto di trovarsi di fronte a qualcosa che la maggior parte di noi vorrebbe dimenticare; ma che invece, proprio per quello che ha significato ed implicato, va ricordato. E questo l’ho voluto fare strappando qualche foto: per ricordarmi di questa esperienza, che sicuramente ricorderò per tutta la vita, ma che credo di non ripetere mai più.