The final countdown

Eccoci finalmente…nemmeno una settimana e la cerimonia di apertura avra’ inizio.

La citta’ e’ come una sposa sull’orlo di una crisi di nervi prima del suo “grasso grosso” matrimonio e la gente non ci sta letteralmente piu’ dentro. Ormai sono arrivati tutti: atleti da tutto il mondo, stampa, volontari con le loro divise azzurre, turisti e sportivi, forze armate e giubbe rosse, navi da crociera che sovrastano il porto…persino Michael Buble’ e Brian Reynolds, per l’occasione, sono tornati a casa.

Ma la neve? Dov’e’ la neve? La stanno tutti aspettando ma lei ancora non da’ alcun accenno….e adesso, come si fa? Il mondo si interroga, i Vancouverites si preoccupano e si lamentano, come sempre, del tempo atmosferico avverso.

Tutta colpa della legge di Murphy; lo scorso anno c’era un freddo pazzesco e a quest’ora le piste cittadine di Cypress e Grouse erano ricoperte di “fresh powder” mentre quest’anno si e’ registrato il Gennaio piu’ caldo del secolo.

Ma i Canadesi continuano la loro corsa contro il tempo mentre l’orologio di Robson Square continua il suo count-down.

Robson Square, Olympic Clock

Ieri sera ho fatto un giro in centro e mi sembrava di essere in un’altra citta’…le luci di Natale sono state lasciate ovunque per addobbarla a festa, si sente musica in ogni angolo, ma soprattutto c’e’ un brulicare di gente a cui non sono piu’ abituata. Si perche’ quando sono arrivata qui due anni fa, avevo sempre l’impressione che ci fosse poca gente per le strade; una cosa che ho imparato infatti e’ che la definizione di spazio personale tra il Canada e l’Italia varia di molto e certamente il Canadese medio ha il doppio dello spazio personale di un Italiano.  Sembra ovvio, ma all’inizio questo ti disorienta, poi ti abitui e la confusione ti da’ quasi fastidio.

Ma ora e’ una confusione diversa e le strade sono piene di luci, di colori, di fotografie di atleti, di bandiere del Canada e di altri paesi del mondo; ovunque si legge “Welcome to the world” e l’aria che si repira e’ di adrenalina pura e di speranza che questo evento sia ricordato dal resto del mondo.

Vancouver viene subito dopo i giochi olimpici della Cina e la competizione e’ alta…tutti scommettono che la spettacolarita’ dell’evento di apertura messo a punto dai Cinesi non possa essere ricreato e che i Canadesi partano gia’ svantaggiati. Ma la competizione fa parte del gioco ed esserci, qui ed ora, ha un sapore esilarante,  piu’ intenso della vittoria.

-5, -4, -3, -2, -1…ready, set, GO!

005004

006

– 30

Ogni volta che dico ai connazionali italiani che vivo in Canada, la prima cosa che mi viene chiesta con un misto di orrore e stupore e’: “Ma quanto freddo fa in Canada?!”

Certo, non siamo ai Caraibi ed e’ senza dubbio vero che su gran parte del territorio, le temperature scendono parecchio al di sotto dello zero; ma Vancouver e la vicina isola sono una sorta di “oasi canadese”, dove le temperature sono miti per gran parte dell’anno. La citta’ si affaccia sull’Oceano Pacifico ed e’ circondata dal “Coastal Mountain Range” e questa fortunata posizione geografica evita che le temperature invernali siano cosi estreme come quelle della costa est del Paese.

Ormai comunque, ci sono abituata e mi fa sorridere pensare che alcune persone in Italia pensino che io viva in un igloo e che il mio vicino di casa sia un orso polare! 🙂

Quest’inverno, in particolare, non fa molto freddo e sembra che il tempo si stia prendendo gioco della citta’, che tra 30 giorni ospitera’ i giochi olimpici invernali.

E’ da quando sono arrivata qui nel 2007 che Vancouver e’ in fermento per le Olimpiadi di quest’anno; ovunque ci sono cantieri aperti, nuove costruzioni, nuovi mezzi di trasporto che collegano le diverse zone della citta’. Dopo Torino, tocca a Vancouver; ma gli abitanti di Vancouver  – i Vancouverites – , a dispetto dei vari disagi di strade interrotte e lavori in corso, non si scompongono piu’ di tanto e mantengono il loro spirito molto “west coast” paziente ed accomodante, perche’ sanno che questa e’ anche la loro occasione per mostrarsi al mondo. Nonostante Vancouver sia sempre, o quasi, la prima citta’ nelle classifiche mondiali per la qualita’ della vita, sento nell’aria il desiderio e l’entusiasmo che accompagna l’attesa di volersi far conoscere, per uscire da quella definizione un po’ sterile e quasi spocchiosa di “citta’ migliore al mondo”.

Le immagini dei parchi di Vancouver, delle sue montagne e del mare che la circonda entreranno nell’immaginario collettivo e finalmente, la gente capira’ un po’ di piu’ perche’ questa citta’ e’ sempre sul podio dei vincitori.

Happy 2010 a tutti!

Vancouver Skyline