(franz) Quando la birra può dare un’occasione di conoscenza in più a un turista comune, che gira una città senza intenzioni di beer hunting ma per conoscere più a fondo la realtà che lo circonda. Oggi, grazie a Michele, vi raccontiamo l’esperienza che si può vivere in pieno centro a Toronto, dove la Steam Whistle Brewery si è ritagliata uno spazio di primo piano nel panorama cittadino e lo sfrutta coccolando i visitatori con un tour tutto da scoprire. Prima di lasciarvi alla lettura, vi ricordiamo che se volete pubblicare sul blog una vostra esperienza per la rubrica “Birra in Tour” dovete semplicemente inviare il testo e qualche foto all’indirizzo maltogradimento@gmail.com.
Produce solo una birra che, tra l’altro, non è eccezionale: una pils europea senza infamia e senza lode. Perché, allora, la Steam Whistle Brewery è un posto speciale? Semplice, proprio perché fa una pils europea, che a Toronto suona come qualcosa di sorprendentemente esotico, e perché questa è l’unica birra prodotta, da quasi vent’anni, fedele a se stessa dall’ormai lontanuccio 1998.
La “Steam Whistle pilsner” è la trasformazione luppolata del sogno di tre ragazzi, pionieri dei micro birrifici canadesi, che ha conquistato il cuore di Toronto, capitale dell’Ontario e città più popolosa di tutto il Canada. La brewery si trova infatti nel pieno centro di Toronto, stretta tra il lungolago (che da queste parti chiamano waterfront e ha le dimensioni di un lungoceano), la celebre Cn Tower e l’avveniristico SkyDome, il capostipite dei moderni impianti sportivi con tetto interamente retrattile. In questa grande piazza, attorniato da vecchie locomotive che fanno bella mostra di sé, sorge il caratteristico edificio a mattoncini rossi che ospita la Steam Whistle.
Non appena si entra il rosso che fa molto british e vittoriano lascia spazio al verde, che in questo caso fa molto birra. Le bottiglie della Steam Whistle sono verdi, con scritta blu, ma a dare il tocco all green all’ambiente è l’imponente merchandising messo in piedi dai ragazzi della brewery: magliette, felpe, cappellini, bicchieri, portachiavi e molto altro ancora, comprese naturalmente le confezioni da 6 o da 12 birre pronte per essere vendute ai visitatori. E siccome in Canada l’arte non è un circuito autoreferenziale, alle pareti sono esposte opere di artisti emergenti, con descrizione e prezzo di vendita, come in una qualsiasi galleria d’arte.
La vera chicca della Steam Whistle Brewery, che vende solo in Ontario tra bar e distribuzione, è il tour che per soli 10 dollari canadesi (poco più di 7 euro) offre la possibilità di visitare il birrificio e degustare il prodotto della casa praticamente a volontà. Il tour è rigorosamente a gruppi e nell’attesa “the guy with the beard” spilla birra a ripetizione, mettendo i bicchieri sul bancone a disposizione dei visitatori in attesa. Così si comincia a carburare e, quando arriva il proprio turno, un altro “guy” armato di microfono rifornisce tutto il gruppo di auricolari e fa partire la visita guidata.
Prima tappa è un vecchio frigo risalente agli anni ’50, rigorosamente verde e griffato Steam Whistle, da cui salta fuori altra birra, una bottiglia ciascuno. Sorseggiando la pils europea made in Canada si parte così per il tour vero e proprio, attraverso i locali dove viene prodotta e conservata la birra. Il momento più caratteristico della visita è senz’altro quando viene attivato il marchingegno che produce il fischio cioè il “whistle” che dà il nome alla birra. «Ci siamo rifatti al fischio della sirena della fabbrica che annunciava la fine della giornata lavorativa, negli anni ’50, un’epoca in cui le persone si godevano le cose semplici della vita e le cose venivano prodotto per durare nel tempo», spiega la nostra guida. Durare nel tempo, quel che si augurano i ragazzi della Steam Whistle Brewery, la pils europea che fa impazzire l’Ontario.
Michele Mezzanzanica
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L’edificio che ospita la birreria era una “roundhouse”, una rimessa ferroviaria con rotonda che serviva a “smistare” le locomotive sui binari interni. Ecco spiegata anche la presenza di vecchi treni all’esterno… anche nel nuovo continente riescono a valorizzare le cose storiche