È possibile servire birra artigianale nel corso di manifestazioni (ovviamente non di settore) che richiamano migliaia di spettatori? Probabilmente sì, o almeno questa è l’indicazione che ci arriva da quello che è il maggiore festival musicale della provincia di Varese, l’Albizzate Valley Festival (AVF) che ha appena celebrato la sua tredicesima edizione, nello scorso fine settimana (9-12 luglio 2015).
Le migliaia di spettatori paganti dell’AVF, in gran parte under 30, hanno avuto per il secondo anno consecutivo un’alternativa alla classica birra industriale distribuita su larga scala durante i concerti: oltre alle spine della Heineken infatti, c’erano quelle del Birrificio Settimo di Carnago, che tra l’altro è quello geograficamente più vicino ad Albizzate.
«Dall’anno scorso, all’interno del festival, abbiamo creato quella che chiamiamo “Area Creativa”: uno spazio destinato alle esposizioni di artisti e artigiani nel quale abbiamo anche scelto di somministrare un prodotto locale e, appunto, artigianale e cioé la birra del “Settimo”. Un’azienda che oltre a essere vicina poteva garantirci determinati volumi e la fornitura dell’impianto di spillatura» racconta il nostro collega (di VareseNews) Tomaso Bassani, ex presidente e ora socio del M.E.G.A., l’associazione che organizza l’Albizzate Valley Festival.
«Ci interessava far passare il messaggio che, in uno spazio ben preciso, era possibile bere un prodotto differente rispetto alla birra che si trova di solito in queste manifestazioni. Naturalmente quella continua a essere servita, ma l’artigianale si è ritagliata uno spazio importante e i numeri lo dimostrano». Sono stati infatti circa mille i litri di birra “Settimo” serviti nel corso delle quattro sere di festival: la gente poteva scegliere tra la più beverina Wit Flos (una blanche) che è stata la più bevuta, la luppolata Prius Exxtra e le due più impegnative ed alcoliche Nuce e Quis Hoc, le quali hanno comunque fatto registrare un buon successo.
«E dirò di più – prosegue Tomaso – Le birre artigianali avevano un prezzo superiore, 5 euro al bicchiere (da 0,4, ma riempiti fino all’orlo, per la precisione ndr) contro i 4 della Heineken, ma nessuno di coloro che ha scelto di acquistarle si è lamentato a differenza di alcuni che hanno preso la birra industriale. Inoltre il prodotto di “Settimo” non ha dato alcun problema in sede di spillatura, e anche per questo siamo contenti di avere dato ad esso uno spazio importante. In conclusione io credo che introdurre una linea di birre artigianali all’AVF sia stata una scelta vincente e convincete, che ripeteremo in futuro, accanto ai classici fusti industriali».
Da parte nostra, inteso come “Malto Gradimento” ci impegniamo invece a seguire con attenzione anche questa questione che, speriamo, sia sempre più all’ordine del giorno da qui in avanti. Anzi, segnalateci la vostra esperienza in merito: ne parleremo senz’altro.
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