Il termine “luppolo”, declinato al plurale, è quello al quale si è affidato negli ultimi anni il marketing del Birrificio Angelo Poretti, la grande azienda della nostra provincia (nella foto la storica sala cottura) di cui spesso abbiamo parlato, e che si trova sotto il controllo delle multinazionale danese Carslberg.
Ma proprio la parola “luppolo” rischia di rivelarsi un clamoroso autogol in queste ore per via di una curiosa e francamente assurda presa di posizione di Carlsberg Italia nei confronti di un locale romano, il “Luppolo Station”, gestito da Diego Vitucci, che si è visto recapitare una lettera dei legali della grande azienda birraria nella quale sono contenute una serie di note irricevibili.
Secondo la missiva, diffusa dallo stesso Vitucci, Carlsberg chiede al pub capitolino di ritirare la domanda di registrazione del marchio “Luppolo Station”, di cessare l’uso del marchio stesso e di impegnarsi a non utilizzare in futuro marchi o denominazioni simili a “Il Luppolo”. Contestando tra l’altro la somiglianza – inesistente – tra il logo del locale di Roma e quelli di “3 Luppoli” e “Tre Luppoli” registrati dalla multinazionale danese (Immagine sottostante, tratta da “Cronache di Birra”).
Difficile, in tutta onestà, comprendere cosa abbia spinto i legali di Carlsberg a un’azione tanto perentoria quanto – a prima vista – inopportuna visto che il termine “Luppolo” e le sue declinazioni è ovviamente utilizzato in centinaia di occasioni, trattandosi come tutti sanno di un ingrediente fondamentale nella preparazione della birra (e quindi non può essere di uso esclusivo di un marchio).
Il tam tam nel mondo della birra è già scattato e rischia di trasformarsi una figuraccia per l’azienda con radici varesine. Che nel frattempo si è subita la risposta ironica della Publican Srls, società che gestisce il pub: «”Luppolo station” non ha mai trattato prodotti di grandi aziende né tantomeno dell’azienda Carslberg Italia […] Questa possibile associazione “Luppolo Station”/ “Carlsberg Italia” rappresenterebbe il fallimento totale del nostro progetto di ristorazione con ripercussioni sulla nostra credibilità […]».
Malto Gradimento ha contattato nel frattempo Carslberg Italia attraverso i canali dedicati alla stampa per avere una risposta sulla vicenda. Replica che per il momento non è stata formulata ma che potrebbe arrivare nei prossimi giorni. Naturalmente la riporteremo al più presto, anche perché siamo a nostra volta curiosi di capire quanto è accaduto.
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