Paghereste una Birra Peroni tre miliardi di euro? D’altra parte le quotazioni di mercato sembrano essere queste… Scherzi a parte, uno dei più famosi (se non il più famoso di tutti) marchi di birra – industriale – di origini italiane potrebbe entrare presto nel portafoglio della Asahi, grande e antica azienda giapponese del settore, nota in Italia per essere presente nei tantissimi locali che propongono la cucina del Sol Levante (sushi, sashimi e dintorni: dite la verità, l’avete bevuta anche voi qualche volta…), e che si sono letteralmente moltiplicati in questi ultimi anni.
Peroni, giova ricordarlo, pur restando finora italiana a livello giuridico, è da tempo in mano a uno dei colossi mondiali, il gruppo SAB Miller. La recente acquisizione di quest’ultima da parte di un altro gigante planetario, Anheuser-Bush InBev, costringerà il nuovo soggetto a mettere sul mercato alcuni marchi per motivi di antitrust, e Peroni (insieme a Grolsch) è proprio uno di quelli che dovrebbe essere ceduto.
Per il produttore italiano – che molti associano a Roma, ma che in realtà ha origini lombarde e più precisamente vigevanesi – si è quindi fatta avanti Asahi con un “salvadanaio” pieno di 400 miliardi di yen, appunto 3 miliardi di euro, anche se qualcuno dice qualcosa in più, qualcuno invece lima la cifra di qualche centinaio di milioni. Un’operazione destinata (in caso di successo) a diventare la maggiore acquisizione da parte di un’azienda birraria nipponica. E come sempre in questi casi, la speranza è che l’occupazione sul nostro territorio non ne risenta; per la qualità della birra invece, di speranza ce n’è poca… (messaggio per i legali della Peroni: quest’ultima è una battuta…)
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