Si apre oggi – giovedì 25 ottobre – e proseguirà sino a lunedì 29 il “Salone Internazionale del Gusto” di Torino, l’enorme fiera – cui è stata legata anche “Terra Madre” – voluta da Slow Food con cadenza biennale fin dal 1996. Nei grandi spazi espositivi del Lingotto trovano quindi casa centinaia di eccellenze agroalimentari: un Paradiso per gli appassionati, per nulla spaventati dal gran numero di visitatori e dall’ampiezza della proposta. I nostri amici del sito e blog Locuste e VareseNews hanno presentato l’appuntamento piemontese e quindi vi rimandiamo a questi articoli per una panoramica più generale del Salone del Gusto.
Malto Gradimento ha invece contattato i due portacolori varesini presenti a Torino con le proprie birre: si tratta del Siebter Himmel di Carnago e dell’Orso Verde di Busto Arsizio che hanno preso armi (fusti) e bagagli (bottiglie) per regalare alla sterminata platea del lingotto i propri gioielli.
«Saremo ospiti nello spazio di Unionbirrai (Padiglione 2 – Stand 2G-118) insieme ad altri produttori» spiega Nicola Grande (foto a lato), mastro birraio del Siebter «e porteremo con noi alcuni dei prodotti che realizziamo a Carnago. Tra questi ci sarà l’ultimo fusto di Prius Extra, birra particolare (ha un IBU di 70…! ndr) che ha incontrato un successo inatteso. Il Salone servirà a decidere se proseguire nella produzione e con quale impegno». Il Siebter presenterà anche la Prius, la birra chiara “base” della gamma e la Nuce, la dubel d’abbazia dal colore scuro.
Ha invece uno stand proprio (2G-115) il bustocco L’Orso Verde con Cesare Gualdoni (foto a lato) sulla tolda di comando. Non la prima esperienza per il titolato birrificio che ha aperto la strada all’artigianale in Provincia di Varese. «Saremo a Torino con la gamma quasi al completo – spiega Cesare – avremo con noi sette delle birre che produciamo abitualmente. Un salone come quello di Slow Food è sì una faticaccia, ma permette di avere una vetrina che non si può trascurare. Difficile che ci sia un ritorno immediato, ma con il tempo la partecipazione può portare frutti».
Anche per questo al Lingotto sono presenti molti dei più noti produttori artigianali italiani (cerca qui l’elenco completo): da Le Baladin a Birra Amiata, da Birra del Borgo a White Dog, da Grado Plato a Croce di Malto, solo per segnalarne alcuni già citati a vario titolo sul nostro blog.
A Torino ci saranno anche alcuni produttori industriali come Forst e Menabrea ma pure l’importatore più in vista, la veneta Interbrau e uno storico marchio belga, la trappista Chimay (famosa anche per il suo formaggio).
Restando invece in Lombardia, oltre ai diversi ospiti di Unionbirrai (c’è anche il Birrificio Italiano di Lurago Marinone), segnaliamo volentieri i due produttori dotati di uno stand proprio. Uno è storico e ormai un’istituzione del genere, il Birrificio di Lambrate (2G-117) con sede nell’omonimo quartiere di Milano. L’altro è tra i più nuovi, emergenti e innovativi del panorama tricolore: il Brewfist (2G-119) di Codogno in provincia di Lodi.
Salve!
Come si entra nel settore ? Cioe come si diventa mastri birrai ? Esistono corsi ?
Ciao Luca, bella domanda. I nostri amici mastri birrai hanno storie differenti (Cesare era odontotecnico se non sbaglio, Nicola ha studiato chimica a livello universitario, Pietro di Brewfist è tecnologo alimentare…). Di certo è necessario coniugare la grande passione allo studio della materia e all’esperienza sul campo, per esempio attraverso stage e collaborazioni con birrifici già avviati.
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