Questo post non entrerà nella serie “Oggimitrattobene” destinato alle mie (discutibili) recensioni su alcune birre che bevo.
E nemmeno entrerà in un’ipotetica serie di ricette, visto che in cucina sono tutt’altro che ferrato e che preferisco affrontare un piatto con in mano le posate e non con gli arnesi da cucina.
No, questo post è un semplice e cordiale omaggio alla Ticinera.
Una birra che ho conosciuto nel 2012, quando venne presentata alla seconda edizione del concorso Malto Gradimento (quella dedicata a Franco Re), insieme ai suoi creatori: i ragazzi del team di Happy House Beer.
La Ticinera vinse quell’edizione del concorso e da allora è stata affinata da Christian Garavaglia, Gianni Foieni e dagli altri componenti di HHB, fino a diventare una birra realizzata in un vero impianto di produzione e non più con strumenti casalinghi. Certo, la Ticinera non è (non è ancora, forse non lo sarà mai) una birra prodotta per essere venduta se non negli ambiti collegati a Happy House Beer, non credo si possa tecnicamente definire una “beer firm”, ma intanto ha ricevuto la consacrazione di essere trattata come un prodotte “seriale”.
Grazie “all’ambasciatore” di Happy House, il mio amico Valter Algeri, ho potuto assaggiare la versione realizzata nell’impianto dell’Orso Verde di Busto Arsizio. Anzi, ho voluto fare di più: l’ho utilizzata come ingrediente caratterizzante di un piatto a base di carne (involtini di manzo, avvolti in sottili fette di pancetta) condito con una salsina ricavata dalla Ticinera stessa. Omaggio completato e… se la trovate assaggiatela: mi raccomando.
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Posso solo dire grazie Damiano