Visto che l’argomento si presta a battute facili, togliamoci fin dal titolo lo sfizio facendo il verso a un famoso filmato diffuso tempo fa da “Mai Dire Gol” (una gaffe di Gianni Giudici durante un’intervista al pilota Schiattarella) e poi iniziamo a fare sul serio. Parliamo dunque di IGA, ovvero di Italian Grape Ales, la prima categoria di birre di origine tricolore ammessa dal BJCP (Beer Judge Certification Program) grazie soprattutto all’opera di Gianriccardo Corbo.
La particolarità delle IGA, lo si deduce dal nome stesso, è quella di aggiungere agli ingredienti necessari per produrre la birra anche l’uva, e ci fermiamo a dire così perché, lo vedremo tra poco, gli utilizzi di quest’ultima sono davvero molteplici e soprattutto non sono stati (ancora ?) codificati dal BJCP stesso. E forse non lo saranno nemmeno in futuro.
Il nostro breve viaggio nel nuovo mondo delle IGA è avvenuto al recente Beer Attraction di Rimini dove abbiamo chiacchierato con alcuni produttori che si sono lanciati – chi da tempo, chi da meno – nel produrre birre di questa tipologia, che ha da anni alcuni grandi interpreti come il birrificio sardo Barley di Nicola Perra (la sua linea “BB” va assolutamente provata anche dai profani) o il piemontese Loverbeer di Valter Loverier. Continua a leggere