Ferraris (Unionbirrai): “Il marchio di tutela ci aiuterà a raggiungere la gente comune”

I più attenti bevitori di birra di qualità avranno notato una novità sulle etichette di molti produttori artigianali italiani: da qualche mese, su alcune bottiglie, campeggia infatti un marchio rettangolare nel quale è riportato chiaramente il nome dell’associazione di categoria, “Unionbirrai”. Una innovazione (che sta iniziando a prendere piede) tesa a garantire con chiarezza ai consumatori la provenienza del prodotto, anche in virtù della legge sulle birre artigianali.

Per fare il punto della situazione, abbiamo incontrato – nell’ambito della recente fiera Craft Beer Italy di Milano – il direttore generale di Unionbirrai, Vittorio Ferraris, che è anche uno dei responsabili del birrificio BSA di Vercelli. Ferraris, anzitutto, ci fornisce un primo dato utile: «Il lancio del nostro marchio risale alla scorsa edizione di EurHop a Roma, a ottobre, le prime concessioni all’uso sono state rilasciate verso dicembre e a oggi sono circa 110 i birrifici che possono utilizzarlo sulle proprie bottiglie».

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