Sin dalla tenera età, occorre fare attenzione alla salute degli occhi. Non si tratta di malattie diffuse tra i bambini, la percentuale di casi si attesta attorno al 4-6% ma, anche in questo caso, la tempestività è determinante per prevenire complicazioni.
La raccomandazione arriva dal professor Claudio Azzolini, primario di oculistica all’Ospedale di Varese : «Le principali patologie che possono insorgere in età pediatrica sono l’ambliopia, lo strabismo e le congiuntiviti. Con frequenza decisamente inferiore possiamo parlare di ptosi o abbassamento della palpebra, cataratta traumatica o congenita e in casi eccezionali di glaucoma».
Ma cos’è l’ambliopia?
Si tratta di un occhio che invia al cervello delle immagini poco nitide: magari a causa di una miopia di un solo occhio. Siamo in presenza di un caso di “ anisometropia”: il cervello sceglie di affidarsi a un occhio mettendo progressivamente da parte l’altro organo che riduce l’attività. Magari la difficoltà visiva è legata a un problema di cataratta di tipo congenito che non consente alla luce di arrivare sulla retina.
E lo strabismo, perché si manifesta?
Si registra quando gli assi visivi dei due occhi non sono allineati verso un oggetto che si sta guardando . La visione dell’oggetto al posto di cadere al centro della retina di un occhio, detta macula, cade sulla retina vicino. Si verifica così una situazione visiva molto disturbante caratterizzata da visione doppia. Anche in questo caso, è il cervello a risolvere il problema, preferendo un occhio all’altro. Lo strabismo può essere congenito o acquisito, intermittente o costante. Nei casi più gravi può portare all’ambliopia di cui parlavamo prima.
Ci sono poi le congiuntiviti
O cheratocongiuntiviti che, in questa età, possono essere frequenti a causa della vita dei bambini, che spesso giocano tra terra e polvere. L’infezione da virus o batteri è, quindi, facilitata con conseguenti infiammazioni dei tessuti oculari più esterni.
Come si interviene?
Nei casi di ambliopia, occorre correggere la situazione. Ci sono appositi occhiali correttivi dello strabismo. Solo quando, nonostante gli occhiali, non si registrassero progressi, allora si dovrebbe chiudere l’occhio “sano” per stimolare, secondo un programma particolare, quello pigro che torna alla sua piena capacità. Stessa soluzione per le situazioni di anisometropia. Nel caso di cataratta congenita la soluzione sta nell’intervento chirurgico. Per le congiuntiviti, la cura prevede antibiotici o antinfiammatori a seconda dei casi. Occorre, però, fare una piccola aggiunta che riguarda i casi di congiuntiviti legate all’ostruzione dei canalini lacrimali. Questa occlusione comporta che le lacrime non riescano a fuoriuscire dall’occhio al naso per cui creano un intasamento che degenera in infezione. Anche in questo caso è bene ricorrere agli antibiotici o, nel caso perduri l’occlusione, si interviene con un piccolo intervento chirurgico della durata di qualche minuto in cui si rompe la membrana ostruttiva e si apre il canalino.
Quali consigli si sente di dare ai genitori per individuare problematiche nell’occhio?
Bisogna sempre osservare il bambino mentre gioca. Se il piccolo tende a inclinare la testa e a mantenere quella posizione per guardare, ci può essere una visione doppia o diplopia dell’immagine che tende a scomparire solo inclinando il capo. Per scoprire una eventuale diplopia si può anche provare a chiudere un occhio mentre il bambino sta giocando: se discosta la mano bruscamente, può darsi che ci siano difetti di messa a fuoco. Un altro consiglio, per indagare difetti del campo visivo, è quello di avvicinare piano piano un oggetto lateralmente o dall’alto o dal basso: il bimbo dovrebbe accorgersene immediatamente utilizzando la sua vista periferica. Nel caso ciò non avvenisse, sarebbe meglio indagare. Infine i riflessi pupillari: osservare la reazione della pupilla quando passa dal buio alla luce. Se si restringe lentamente o non si restringe è bene rivolgersi al medico. E come, ormai, sanno in molti, se il bimbo, a partire dai 2 o 3 anni, strizza gli occhi, è bene intervenire con un’indagine.
C’è un’età in cui iniziano a manifestarsi queste problematiche?
Direi che oggi le visite del neonatologo o del pediatra avvengono tempestivamente per cui si può avere sempre sotto controllo la salute degli occhi. È chiaro che, diradando gli incontri con il pediatra, è bene osservare con attenzione il proprio figlio. Una volta adolescenti, poi, andrebbero sensibilizzati all’uso corretto di computer, smartphone e tablet. La raccomandazione è di pulire sempre bene gli schermi, che non vanno guardati se riflettono i raggi del sole. Sono preferibili, inoltre, gli sfondi grigi o non colorati. La permanenza davanti ai monitor deve rispondere alla regola del 20 minuti + 20 secondi + 20 piedi che prevede l’alternanza tra attività davanti al computer, pausa e attività motoria per permetter agli occhi di riposare. La distanza, infine sede essere quella del braccio semiteso per i libri un po’ più vicino per i tablet.
A che età si può iniziare a pensare a un intervento di correzione della miopia?
Non prima dei 20/25 anni, in quanto prima i difetti di vista possono ancora peggiorare sensibilmente e, dunque, vanificare il trattamento. Inoltre il difetto refrattivo deve essersi stabilizzato da almeno 12-24 mesi.