Si avvicina la scadenza, sale la tensione. Il momento del parto rimane la meta finale da raggiungere. Nella mente di chi è in attesa, la nascita è il pensiero fisso, sempre presente, magari latente. Sofferenza e gioie, preoccupazioni e timori si mescolano mentre il corpo si trasforma e il bambino si prepara ad affrontare la vita.
Psicologia e pratica, dunque, sono i due aspetti su cui puntare nelle ultime fasi della gravidanza. Un compito, questo, di cui si occupano le ostetriche, professioniste della nascita sotto ogni punto di vista. Ecco perché è importante prepararsi all’appuntamento sia dal punto di vista fisico sia da quello emotivo.
È fondamentale seguire il corso di preparazione alla nascita, incontri e lezioni che spaziano su differenti temi, tutti incentrati alla formazione della donna, ma anche del compagno o di chi le starà accanto durante l’evento.
All’ospedale Del Ponte si offre un percorso di 9 lezioni : data la grande richiesta, le ostriche consigliano sempre di iscriversi con un po’ di anticipo, intorno alla ventesima settimana. Basta telefonare all’ambulatorio ostetrico ( che diventa il punto di riferimento per la madre) al numero 0332 299452 e fissare il proprio turno. Ogni corso accoglie tra le 10 e le 12 partecipanti, gli incontri vengono allargati ai partner in una/due sedute specifiche. Le iscritte, giunte alla XXV settimana, vengono divise in quattro gruppi che si ritrovano ogni lunedì o martedì o mercoledì o giovedì dalle 14.40 alle 16.30.
Oltre agli esercizi di respirazione, rilassamento e di movimento, ogni incontro è dedicato a un aspetto di quest’ultima fase della gravidanza: « Nel primo – spiega l’ostetrica Anna Dondi – cerchiamo di conoscerci. Ognuno parla della propria esperienza, delle emozioni, aspettative e tensioni. È un momento basilare perché instauriamo un rapporto di fiducia reciproca e di collaborazione. Si crea il gruppo che sarà fondamentale per smorzare o contenere certe ansie che sorgono naturalmente».
La seconda lezione è dedicato alla scoperta del corpo che cambia: « Le donne iniziano a sentire i primi movimenti del bimbo che portano in grembo – racconta l’ostetrica Sara Agostini – dedichiamo attenzione a questi movimenti, ci concentriamo sugli orari anche perché a volte, impegnate come siamo tutto il giorno tra casa e lavoro, ci sfuggono. Allora si stabiliscono i momenti in cui mettersi in ascolto, momenti che si dovranno sempre controllare. In caso di mancata percezione del movimento del bimbo è bene rivolgersi al punto di primo intervento che è al primo piano del Del Ponte. Meglio un controllo in più e un’angoscia in meno. Mai vivere l’ansia in casa». In questo incontro si rafforza la consapevolezza della madre circa il proprio corpo e le sue potenzialità: «Studi scientifici dimostrano – chiarisce l’ostetrica Anna – che un corso di accompagnamento al parto riduce il ricorso al parto con pratiche invasive».
In questi incontri, per esempio, si sfatano molte credenze popolari come il ruolo della panciera che non è assolutamente indicato se non in caso di taglio cesareo, oppure si spiega la manovra di “Christelle” dove sembra che il medico “salti addosso alla partoriente”.
Al terzo incontro, si introduce il tema della comunicazione tra madre e bimbo, i mezzi che il piccolo ha per farsi sentire anche dal padre: « Raccomandiamo l’importanza di momenti di intimità tra la coppia e il piccolo, la comunicazione con lui. Raccontiamo, poi, della possibilità di donare il sangue da cordone ombelicale e raccogliamo le eventuali adesioni».
Al quarto appuntamento si affronta la questione dell’allattamento al seno, l’importanza del latte materno nei primi sei mesi di vita del bambino, le posizioni e come agevolare il bimbo: « Oltre ai vantaggi dell’allattamento al seno raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, diamo anche piccoli consigli pratici, sulle ragadi, cosa sono, come prevenirle. Per esempio, raccomandiamo di non disinfettare il seno dopo la poppata – dice Sara – la saliva del bimbo è disinfettante e previene le microabrasioni. Rispondiamo poi alle paure: ho il seno piccolo, non arriva il latte prima del parto… Un ottimo lavoro lo svolgeranno poi le puericultrici che assistono le madri una volta in reparto dopo la nascita».
La quinta lezione il quinto incontro è aperto anche ai partner: « È fondamentale esplorare e conoscere il proprio corpo, per cui dividiamo le coppie a gruppi che iniziano a confrontarsi su aspettative e timori. Alla fine, ci ritroviamo tutti e si tirano le fila dei diversi stati d’animo: quali strumenti servono per diventare genitori? quali sensazioni ci si aspetta? La coppia, infine, inizia a lavorare insieme, ascoltando reciprocamente il corpo dell’altro, imparando a rilassarsi e a respirare». Dopo la parte attiva, le ostetriche accompagnano i futuri genitori alla scoperta del reparto: dal punto di primo intervento ostetrico al primo piano, al cup dove fare l’accettazione al reparto di ostetricia, alla sala parto e al nido: « È importante avere famigliarità con i luoghi per evitare ulteriori tensioni al momento del parto» conclude l’ostetrica Anna.
Con la sesta riunione, si entra nel merito del momento topico: gravidanza a termine cosa succede? E se nulla accade, cosa fare? « Spieghiamo che devono prendere l’appuntamento all’ottagono – dice l’ostetrica Sara – per i controlli sotto data a termine di gravidanza. Se invece insorge il parto insorgono le contrazioni,chiariamo cosa siano le contrazioni prodromiche cioè quelle che precedono il travaglio, quali siano quelle significative e quando occorre venire in ospedale. Nell’eventualità si rompessero le membrane, è bene controllare che non ci siano perdite ematiche e che il liquido sia chiaro: a quel punto ci si prepara a raggiungere l’ospedale ma senza precipitazione». Infine si spiega l’occorrente per la preparazione della valigia: «Vi sono delle cose raccomandate dal nido che occorreranno per il neonato e poi si darà indicazione per cioè che occorrerà alla madre ».
Il periodo dilatante è spiegato nel settimo, è il tema più spinoso e atteso di tutto il corso: «Travaglio e dilatazione – spiega Anna – raccontiamo che la contrazione è come un’onda che nasce piano, cresce, arriva al culmine e si dissolve lasciando un momento di tregua. Proprio quella tregua è fondamentale per ricaricarsi. Ogni travaglio è a sé perché il corpo reagisce diversamente: per questo ogni madre deve conoscere bene il proprio corpo, per non farsi trovare impreparata, affrontare l’esperienza con consapevolezza. Così la donna sceglie la posizione, l’importanza del massaggio fatto dal partner, mentre quest’ultimo asseconda la compagna e la facilita interpretandone le emozioni. Questo è un momento delicato dove tutto può succedere, anche il taglio cesareo in urgenza, che effettuano i chirurghi nella sala chirurgica attigua sempre pronta».
L’espulsione è il tema del penultimo appuntamento: come avviene, le posizioni possibili da assumere e poi l’incontro con il bimbo e il bonding: « Da un paio di anni effettuiamo questa pratica – spiega Sara – che consiste nell’appoggiare il neonato, ancora legato con il cordone ombelicale, subito dopo il parto, sul petto della madre. Qui rimane un paio d’ore. È importante per entrambi, soprattutto al bimbo che viene catapultato in un mondo fatto di luci e suoni diversi. Gli si permette di adeguarsi mantenendo un rapporto stretto con chi già conosce. Inoltre, piano piano lui si avvicina al seno e si attacca per succhiare il latte. In modo spontaneo e naturale. In questa fase, si effettuano tutte gli interventi per ricucire le eventuali lacerazioni e si attende l’espulsione della placenta. Dopo circa due ore, madre e figlio vengono portati in reparto».
Nell’ultima lezione, si affronta il tema dell’incontro e delle giornate in reparto: « È un argomento molto delicato perché è il momento della verità: il bimbo sognato, atteso, immaginato diventa reale con tutti i suoi piccoli difetti, legati soprattutto al momento dell’espulsione – sottolinea Sara – Raccontiamo, inoltre, cos’è il “rooming in” che in questo ospedale si pratica ormai da anni con le uniche eccezioni della prima notte per le donne cesarizzate o in casi di effettiva necessità. Il rooming in è importante perché è la prima esperienza di maternità prima di ritrovarsi da sole a casa. Quando le donne escono dall’ospedale hanno sempre l’appuntamento per una visita all’ambulatorio dell’allattamento. Avviene nel giro di pochi giorni: è per tutte un punto di confronto e conforto dove si espongono le ansie, i timori, gli interrogativi dell’avventura che stanno vivendo».
Il corso preparto, dunque, è un appuntamento imprescindibile nell’esperienza di maternità di una donna, un’occasione per affrontare le ansie e le paure: « La più grande paura di tutte? Non essere in grado di partorire – spiegano Anna e Sara – qui si rendono conto che il parto è una cosa naturale: non esiste donna che non ne sia capace. Anche se ogni parto è una storia a sé….».
Sarebbe interessante che si organizzassero corsi esclusivamente per le gravidanze gemellari, un percorso per alcuni versi uguale, ma con tante aggiunte di varianti. Troppo spesso le future mamme di gemelli sono costrette a cercare notizie sul web, vuoi perché impossibilitata a frequentare il corso, spesso tenuto a termine, vuoi perché il corso risulta essere troppo poco esaustivo nei contenuti sulla gemellaritá.
Ottimo suggerimento a cui cercheremo di dare presto risposta. Grazie
Io ho partorito il 21 maggio di quest’anno al ospedale del Ponte e mi sono trovata benissimo. Ho fatto tutto in 2 ore e un’quarto (primo figlio). L’ostetrica che mi ha segito, la dott.ssa Elena, è stata bravissima!!!!!!!!!!! Bravi tutti niente da dire!
Articolo interessante, l’unica cosa che davvero non si può sentire è “Christelle”, sembra una manovra inventata da una figlia di Albano hhahaaha!!!!
Io ho partorito il 16 ottobre, un parto un po lungo, 18 ore di travaglio e poi ho dovuto fare cesareo, sono stata seguita benissimo per tutto il tempo e di ostetriche ne ho viste molte :). Ringrazio tutte le ostetriche sia per il parto che per il post parto, sembra di essere in una grande famiglia. Forse si potrebbero cambiare le sedie nelle stanze e mettere delle poltrone un po piu comode per chi vuole assistere la mamma durante la notte.
a parte questo grazie ancora mi sono trovata benissimo.
buongiorno, ho 40 anni, sono alla seconda gravidanza che si presenta gemellare(eterozigoti)!!!
con il primo bimbo, 4 anni fa, ho seguito il corso preparto presso l’asl di tradate non essendoci più posto da voi… volevo un vostro consiglio, vale la pena che segua il corso essendo il secondo parto ed essendo gemellare? il fatto che aspetto due gemelli renderà il mio percorso leggeremente diverso, immagino, ma nello stesso tempo mi piacerebbe conoscere voi che operate nel’ospedale x potervi ritrovare poi nel momento del parto e soprattutto nei giorni successivi al parto e non sentirmi un po’ spaesata e senza riferimenti come mi è capitato con il primo bimbo… voi cosa mi consigliate? aspetto un vostro parere, grazie, Lorenza
Buongiorno. Se la signora desidera può partecipare al nostro corso preparto, valutando prima dell’iscrizione con il ginecologo curante se possibile il parto naturale o se sia necessario il taglio cesareo in considerazione della gravidanza gemellare. In questo caso, essendo poi il secondo figlio, forse sarebbe meglio partecipare unicamente agli incontri di qualche ora con ginecologo e neonatologo che sono eseguiti una volta al mese sempre presso l’ambulatorio ottagono.
Per informazioni sia sul corso preparto che su questi incontri consiglio alla signora di contattare l’ostetrica dell’ambulatorio chiamando il numero dell’ambulatorio ottagono (0332299453).
Salve, per svariati motivi non riuscirò a seguire il corso a Varese. Se fosse possibile potrei avere la lista delle cose necessarie, visto che poi i bimbi li avrò da voi? Grazie mille
Buongiorno Barbara
per avere informazioni è meglio rivolgersi ai recapiti indicati in questa pagina
http://www.ospedalivarese.net/uo/ponteginecologiaa/