Crocifisso

Le porte della chiesa aprono alle 11.45. Mezz’ora dopo c’è la messa, come tutti i giorni dal lunedì al venerdì. Una quindicina di persone ci viene tutti i giorni della settimana (ben di più quelle della domenica). Sono anziane signore, per la maggior parte. Capelli grigi o bianchi raccolti, in mano un sacchetto della spesa. Ma non è un sacchetto di Esselunga o di Gs, è un sacchetto di Tesco o Sainsbury, Perché qui siamo a Clerkenwell Road, alla St Peter Church, quella degli italiani nel cuore di Londra. Sui volti di questo gruppetto di fedeli instancabili ci sono decenni di vita da immigrati nella capitale inglese, l’immigrazione di una volta che tiene salde però le sue piccole tradizioni del cuore. Il prete celebra la messa in italiano, le letture sono spesso recitate anche in inglese, la lingua madre del sacerdote che dà una mano al vulcanico padre Carmelo. Mezz’ora di preghiere, in una navata che per architettura e arredamento dà l’idea di essere in qualsiasi città – piccola o grande – del Bel Paese e lascia fuori le ansie della città. “Buona giornata”, augura il prete alla fine della messa. “Altrettanto”, rimandano le anziane signore in coro. Il segno della croce, la discesa dei pochi gradini verso la città, ci si sistema il bavero del cappotto agitato dal vento. “Buongiorno”. “Buongiorno”. E ci si torna a disperdere nella metropoli che ha visto nascere nuove vite in una lingua lontana.