L’arrivo della primavera porta con sé alcune novità birrarie, non confinate però solo al mondo dell’artigianale. Malto Gradimento è infatti in grado di parlarvi in anteprima assoluta (la presentazione ufficiale avverrà domani, mercoledì 17 aprile) della Poretti “Non filtrata ai 7 Luppoli – L’estiva”, prodotta per l’estate 2013 per raccogliere il testimone di un’analoga birra creata lo scorso anno in questo periodo e della successiva versione invernale.
Il nome “7 Luppoli” è infatti quello scelto per identificare le birre stagionali che escono dal grande impianto di Induno Olona, la alma mater per la birra varesina che fa parte del colosso Carlsberg ma che negli ultimi anni ha scelto di tornare alle radici. Non a caso infatti è stato rispolverato il nome di Angelo Poretti, colui che diede vita all’azienda nella seconda metà dell’Ottocento.
Anzitutto è bene specificare una cosa: il numero progressivo indica le luppolature, non le singole specie di luppolo utilizzato durante il processo produttivo. In questo caso infatti sono cinque i diversi luppoli usati; la ricetta non è ovviamente nota ma i responsabili di Induno dichiarano apertamente di averne adoperati due per ottenere l’amaro e tre per l’aroma. Nella fattispecie si tratta del saaz, del cascade e soprattutto del golding, usato in quantità. Lo stesso Flavio Boero (nella foto – responsabile della qualità di Carlsberg Italia e in generale grande esperto di birre) non esita a esclamare: «abbiamo esagerato con il golding».
Rispetto al 2012 invece è stato decisamente ridotto l’apporto del cascade, che un anno fa era anche l’unico luppolo “omaggiato” dall’etichetta e che era facilmente riscontrabile in sede di assaggio.
Eccoci dunque alla degustazione, che in questo caso non inseriremo nella sezione “Oggimitrattobene”, visto che parliamo di un prodotto fornitoci in occasione di una conferenza stampa dedicata a una serie di iniziative promosse dal Birrificio Poretti.
Il colore della “7 Luppoli” è ambrato ma abbastanza torbido, visto che questa birra non è filtrata come riporta anche l’etichetta (viene invece pastorizzata); la schiuma è fine, bianca e piuttosto persistente.
Al naso la Poretti estiva dà il meglio di sé: i sentori erbacei sono forti e gradevoli e vengono affiancati da quelli pepati-speziati; c’è anche, meno evidente, un’aroma di banana.
Note che si riscontrano anche all’assaggio, anche se in bocca la “7 Luppoli” torna ad avvicinarsi a una produzione più standard; l’erbaceo e il fresco si sentono ma lasciano presto spazio alle note maltate (la ricetta prevede anche l’uso del frumento; si avverte il cereale); la birra ha una carbonatazione media e un corpo non particolarmente pronunciato che, insieme a una gradazione alcoolica medio-bassa (5,6%) ne fanno un prodotto piuttosto beverino. Va detto che non sono specificati né il tipo di fermentazione né lo stile scelto.
Per concludere segnaliamo anche l’abbinamento, proposto da Denis Buosi (uno dei pasticceri di grido di Varese, per chi legge da lontano): una millefoglie al cacao con gorgonzola Dop e tartare di pesche di Monate.
Con questa “7 Luppoli” e con le precedenti versioni (estiva e invernale 2012) il Birrificio Poretti ha deciso di seguire strade più affini al mondo della produzione artigianale, come sottolinea lo stesso Boero nella videointervista che vi proponiamo di seguito, pur cercando di offrire un prodotto che rientri nelle corde dei consumatori meno esperti.
Nel complesso crediamo sia un esperimento interessante (anche per come ci si è arrivati, cioé modificando le ricette e alternando i prodotti stagionali), che va nella direzione di un allargamento della cultura della birra e che per lo meno scavalca la rigida suddivisione industria-artigiani che tanto fa discutere.
Autentico l’articolo come la birra Poretti. Sono entusiasta degli impegni intrapresi dall’azienda, come produzione e divulgazione culturale del prodotto.
Prosit
Assaggiata ieri durante la visita al birricifio: veramente non male per essere una birra “industriale”, gli aromi al naso sono di indubbio valore, come gli aromi di luppolo che, personalmente, apprezzo sempre. Ne ho comprata una cassa. Prosit!
Assaggiata ieri alla spina. Personalmente la ritengo una buona imitazione di una birra artigianale di medio livello. Mi chiedo visto che il progetto del marchio poretti è quello di strizzare l’occhio al mondo dell’artigianale perchè non dichiarare perlomeno lo stile. L’erbaceo dei luppoli per me si coglie poco, soprattutto in bocca, ho avvertito invece il pepato speziato da lievito, secondo me si tratta di una alta fermentazione in stile belga per il lievito senza ovviamente rifermentazione con malti probabilmente di birra tedesca e luppuli misti. Forse per questo non dichiarano uno stile, non c’è, però ripeto meglio questa della classica lager insapore. Salute a tutti
Ritengo positivo, indipendentemente da tutto, che un’azienda ritrovi lo spirito di iniziativa offrendo un prodotto nuovo. Mi piacerebbe che tutto questo portasse ad un coinvolgimento sinergico diretto anche delle realtà di ristorazione locale, per un “indotto” culturale (ed economico) del territorio di Varese. Penso sia necessario per invertire la situazione, per dare nuove opportunità, stimoli e sani interessi ai giovani.