Se la Chouffe bionda, prima protagonista della rubrica “Oggimitrattobene” era – ed è – una artigianale, seppur diffusa e nota anche a migliaia di chilometri dai confini belgi, la birra di oggi è un prodotto industriale (non ce ne vogliano i puristi) che però racchiude in sé alcune caratteristiche che ne fanno una piccola specialità. Parliamo quindi della “Poretti non filtrata ai 7 Luppoli”, o più semplicemente la “7 Luppoli”, gioiellino del birrificio con anima varesina ma battente bandiera danese visto che fa parte della famiglia Carlsberg.
La “7 Luppoli” è prodotta in quantità limitata ed è piuttosto rara da trovare, tanto da non essere neppure indicata nei sottobicchieri distribuiti dalla Poretti (foto) dove invece campeggiano i loghi della “4”, della “5 rossa” e della “5 chiara” (queste ultime due sono le tradizionali Bock con le nuove livree). Però, oltre alla bottiglietta da 33 cl., è a disposizione anche alla spina e per chi vive nel Varesotto non è poi così difficile trovarla. Il nostro assaggio, ad esempio, è avvenuto a La Brasserie di Gazzada.
Come sempre lascio a voi la possibilità di una recensione e di un giudizio sulla “7 Luppoli” di cui vi segnalo la scheda del produttore. A me è piaciuta, esce dall’omologazione delle birre industriali (e questo credo fosse il primo obiettivo quando è stata creata) e colpisce positivamente per l’apporto amaro dei luppoli. Bella, fine e consistente la schiuma che però si abbassa un po’ troppo rapidamente. Dimenticavo: me l’ha pagata Davide T., pivot e ingegnere, e quindi lo ringrazio pubblicamente!