Chi può mescolare agevolmente la tradizione belga, un cartone animato giapponese, un cocktail poco conosciuto e un ingrediente particolare come lo zenzero? Se ci pensate bene, e se conoscete anche in modo superficiale il mondo della birra dalle nostre parti, la risposta non è poi così difficile. La risposta giusta porta al “birraio dell’anno” in carica, e cioè a Schigi D’Amelio che, per tenersi un ricordo della sua estate 2014 ha partorito nelle scorse settimane un nuovo prodotto da aggiungere alla già vasta gamma di casa Extraomnes.
Nella seconda metà di ottobre sarà infatti pronta per il consumo la “Ciuski”, una belgian ale chiara e leggera (4,5%) che è caratterizzata proprio dall’utilizzo dello zenzero, sia candito sia fresco (in radice, a fine bollitura), scelta che rende già originale questa birra visto che Extraomnes utilizza raramente le spezie nella propria produzione. Ma dietro ogni creazione di Schigi c’è qualcosa di nascosto da scoprire, e allora abbiamo chiesto direttamente a lui i segreti di questa novità.
«Iniziamo con il dire il perché ho deciso di usare lo zenzero: ci sono almeno due motivi ed entrambi legati a ricordi piacevoli dell’estate appena terminata. Il primo riguarda la mia passione per i cocktail, e quello che più mi è piaciuto di recente è il “Ginzen” del “Rita” di Milano, una specie di moijto in cui c’è proprio lo zenzero al posto della menta. Inoltre, durante la mia partecipazione al GBBF di Londra (QUI il nostro articolo di presentazione) ho avuto modo di assaggiare e di gradire alcune ginger beers presenti alla manifestazione».
Così, nel birrificio di Marnate, è nata questa “Ciuski”: la cotta risale a circa un mese fa mentre l’imbottigliamento avverrà nei prossimi giorni. «La distribuiremo fin da subito sia in fusto sia in bottiglia – spiega Schigi – sarà una birra molto profumata proprio per via di questo uso massiccio dello zenzero, che in Belgio viene utilizzato seppur di rado non solo per le birre natalizie ma anche per quelle fresche e dissetanti. In bocca però sarà anche leggermente piccante».
Prima di chiudere però, non si può non chiedere a Schigi il perché del nome scelto per identificare la birra. «Sono un appassionato di un cartone animato giapponese che forse molti conoscono, Doraemon, un gatto spaziale che utilizza i propri oggetti magici per togliere dai guai il proprio padroncino. Ebbene, i “ciuski” sono proprio queste cose magiche che risolvono i problemi. La definizione perfetta per una birra, non trovate?».
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