Come sarà l’estate birraria lungo la Penisola, in questo 2015 che comincia a dare accenni – pur ancora limitati – di sole e temperature gradevoli? Lo chiederemo nella rubrica “L’estate sta bevendo” a esperti e operatori (a vario titolo) del settore brassicolo, per provare a delineare le tendenze che ci guideranno quando dovremo scegliere una bottiglia dallo scaffale o una spina del bancone, o anche per la semplice curiosità che continua a muoverci verso il mondo dei malti e dei luppoli. Il nostro cammino verso l’estate inizia con Maurizio Maestrelli, uno dei primi giornalisti a narrare la – allora nascente – storia dei microbirrifici italiani e tuttora osservatore a 360 gradi di quanto si muove sul panorama brassicolo nazionale ed estero.
«Prima di tutto credo sia utile guardare in due direzioni: da un lato ci sono le “mosse” della grande industria, dall’altro il mondo artigianale che continua ad avere le sue peculiarità» esordisce Maestrelli (nella foto). «L’industria sta sempre più spesso sfornando prodotti che richiamano il movimento artigianale: quando nomi come Poretti, Moretti o Peroni mettono in vendita bottiglie e lattine ispirate a stili meno conosciuti o con ingredienti particolari, è segno che il settore comincia a fare gola. E del resto, se il volume di birra prodotto dai “micro” è ancora basso, circa il 3/4% del totale, quello del valore monetario è ormai lanciato verso la “doppia cifra percentuale” ed è evidente che ciò non sfugga alle grandi aziende. Negli Usa e in altri Paesi gli interventi sono più invasivi rispetto all’Italia, ma non è detto che nel giro di qualche anno si arriverà anche qui ad acquisizioni e altre mosse simili. Tornando però all’estate, io credo che nel 2015 i produttori industriali proseguano nel consolidare il mercato delle radler, sia al limone sia con altri aromi. Moretti propone quella al pompelmo, Birra Castello ha aggiunto una radler alla sua gamma e così via: io credo che per i mesi caldi del 2015 ne vedremo sempre di più sugli scaffali. Ma attenzione all’arrivo dei prodotti di cui abbiamo parlato in precedenza, come le “regionali” di Moretti o le Poretti identificate con i numeri e con qualche stile meno consono come la saison o la Ipa».
Maestrelli poi sposta l’attenzione, anzi il “periscopio” (usiamo un termine alla moda) sul mondo artigianale, quello più “polposo” per i nostri lettori. «Io credo che il 2015 sarà l’anno della “normalizzazione” del fenomeno IPA. Vero, le birre luppolate sono sulla cresta dell’onda ormai da un po’ di tempo, ma credo che nella prossima estate possano definitivamente uscire dalla nicchia dei super-appassionati e arrivare nei bicchieri di un pubblico più ampio. Questo lo si può notare anche osservando gli scaffali dei supermercati, dove ci sono IPA di importazione come Long Hammer o Sierra Nevada, diventate ormai presenze fisse. Vuol dire che le Ipa americane e molto luppolate sono definitivamente uscite dal giro ristretto dei beer-geek».
E se anche il “Birrificio Italiano” ha prodotto una birra di questa tipologia dopo oltre quindici anni di attività, significa che le Ipa sono ormai sdoganate in tutto il mondo brassicolo. «Anche se – sottolinea Maestrelli – conosco Agostino Arioli e sono sicuro che non ha creato la sua “Asteroid” per cavalcare la moda».
Detto questo, se il grosso dei bevitori si soffermerà sulla Ipa, le avanguardie si sono già mosse verso altri lidi. «Ci sono sempre i grandi amanti delle birre acide, che magari raccoglieranno qualche appassionato in più, quelli delle birre passate in botte e altri già pronti ad affrontare nuovi stili o a riscoprire determinate zone di produzione. Basti vedere quanto è accaduto a Roma grazie a Manuele Colonna che ha saputo radunare diversi produttori della Franconia i quali hanno riscosso grande successo. Ma non possiamo parlare di tendenza generale per tanti motivi: Roma ha una vivacità particolare su queste proposte che non si ritrova altrove, quei birrifici sono molto piccoli e si sono mossi grazie al lavoro di una persona ben precisa, ovvero Manuele». Insomma, casi isolati o anomali rispetto all’ondata di IPA che arriverà nei mesi più caldi.
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