Tra i tanti stand che abbiamo visitato a Beer Attraction, c’è stato anche quello di Hibu, birrificio con sede nel cuore della Lombardia e più precisamente a Burago di Molgora, nella provincia di Monza Brianza. Appena fuori, quindi, dall’area geografica di riferimento per il nostro blog, ma interessante per via del lavoro e delle idee portate avanti con orgoglio dal team coordinato da Raimondo Cetani.
Hibu ci ha incuriosito per vari motivi: il primo è “anagrafico”, visto che pur non appartenendo alla ristretta cerchia dei birrifici “antichi” come quelli – Baladin, Italiano, Lambrate… – che diedero vita al movimento artigianale tricolore, ha comunque alle spalle una storia lunga dieci anni.
Non pochi, e pronti a essere festeggiati in un grande appuntamento già messo in calendario tra il 12 e il 14 di maggio. Inoltre Hibu è un marchio italiano che si è avventurato all’estero, con l’apertura di una birreria (“Il Locale”) a Copenhagen, andata ad aggiungersi al pub “originale” di Concorezzo. E ha una filosofia produttiva interessante: le birre sono suddivise in diverse fasce – Speciali, Fugaci, Stagionali e Perenni – in modo da testare via via l’interesse dei consumatori: semplificando, quando una piace, viene “promossa” e quindi prodotta con maggiore frequenza.
E poi c’è sembrato interessante approfondire il discorso che il birrificio ha avviato insieme all’Università di Parma per quanto riguarda la produzione “propria” di luppolo che, negli anni a venire (se tutto andrà come previsto) dovrebbe essere utilizzato per aromatizzare le birre firmate da Cetani. «Hibu è per propria costituzione una società agricola, formula utilizzata anche da altri birrifici che utilizzano materie prime prodotte al proprio interno – spiegano i responsabili – Per questo motivo abbiamo da tempo iniziato la coltivazione dell’orzo e stiamo promuovendo un progetto per utilizzare luppoli autoctoni».
Per quanto riguarda l’orzo, Hibu dispone di circa 40 ettari suddivisi tra la Brianza e la Basilicata: non scelte casuali, visto che in Brianza abbiamo la nostra sede mentre il birraio Raimondo Cetani ha origini lucane (oltre che parenti in Belgio, importanti per la sua formazione e passione brassicola ndr) che hanno favorito questa iniziativa. Ma se l’approvvigionamento di cereali non presenta particolari difficoltà, appare ben più interessante e originale la parte relativa al luppolo. La volontà di Hibu è quella di recuperare le varietà autoctone della Lombardia, e quindi non fermarsi alla coltivazione interna dei luppoli – tedeschi, britannici, americani… – utilizzati dai birrai di tutto il mondo. Sono ben 50 le diverse cultivar messe sotto osservazione nei laboratori e nei campi sperimentali curati dall’Università di Parma attraverso il proprio dipartimento di Scienze Alimentari. Proprio questa sperimentazione sarà al centro di uno degli incontri organizzati nel corso del Festival del decennale: un ulteriore passo verso l’adozione dei luppoli lombardi per la produzione professionale. Ci vorrà ancora qualche tempo, ma in Brianza sono convinti: «si-può-fare».
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