Roma è tradizionalmente la piazza più importante per il mercato delle birre artigianali, e non poteva che partire da lì una novità che sta muovendo i primi passi in questi mesi e che potrebbe diventare presto un must, in tasca – meglio, sullo smartphone – di tutti gli appassionati.
Si chiama YHOP ed è una app – disponibile sia per iPhone sia per dispositivi Android – nata “al pub” (nel senso che lì sono sorte le esigenze di chi la ha ideata) e creata da quattro soci all’interno di un incubatore di start up (Alan Advantage) che ha sede nel quartiere Prati della Capitale.
Yhop risponde a una serie di necessità: innanzitutto – ci spiega Niccolò Costanzo, addetto alla comunicazione della società che abbiamo incontrato al recente Craft Beer Italy – «per scoprire in quali locali viene “attaccata” (alla spina, intendiamo… ndr) una birra che ci piace particolarmente. Poi, grazie alla tecnologia (come Rfid e QR code), sarà possibile garantire al consumatore che la birra in questione è fresca, e ancora darà la possibilità di avere in un unico strumento le informazioni fornite sia da chi produce la birra, sia da chi la serve».
Un altro degli obiettivi che si è posto il gruppo dei fondatori di Yhop (i quattro soci sono affiancati da un advisor e da cinque sviluppatori) è quello di aiutare il bevitore medio a non fare confusione tra le birre artigianali – le uniche che hanno “cittadinanza” sulla applicazione – e l’offerta sempre più variegata di prodotti crafty o industriali che riempiono il mercato, talvolta con formule e nomi che possono trarre in inganno chi è meno esperto.
Una volta scaricata la app, l’utente può svolgere una serie di operazioni: innanzitutto può inserire in una lista le sue birre preferite, così da ricevere una notifica quando queste vengono proposte in un locale nelle vicinanze. «E la prima tendenza che abbiamo notato, è che la gente “segue” i grandi classici dell’artigianale e non quei prodotti particolari, che vanno di moda per pochi mesi» sottolinea Costanzo. Poi è possibile votare la propria preferenza (tre le “faccine” per il giudizio: triste, media e sorridente) e – con il tempo – sarà anche messa a disposizione l’informazione legata alla freschezza del singolo fusto. I pub aderenti, inquadrando il QR code apposto sul fusto dai birrifici, potranno segnalare il lotto di produzione della birra così da risalire alla data di infustamento, cosa molto importante soprattutto per quegli stili che vanno bevuti il più presto possibile.
Un’altra ramificazione dell’attività di Yhop è prevista per i singoli locali o per i festival: attraverso la app è infatti possibile stilare la lista di birre presenti nel pub o nella manifestazione, così i presenti possono decidere verso quale bevuta orientarsi (pensate alla comodità in alcuni festival molto affollati). L’utilizzo di display o televisori dislocati nell’area interessata può inoltre comunicare in tempo reale novità e variazioni.
Per l’utente finale, il bevitore, Yhop è gratuita in versione beerlover (come detto, è già scaricabile dagli store presenti sugli smartphone) mentre il modello di business prevede che i soggetti professionali coinvolti abbiano a disposizione una app a loro dedicata (per ora ne esistono due: “Pub” e “Brewery”) con la quale possono inserire tutte le informazioni richieste: loghi e caratteristiche delle birre, tag sui fusti per la tracciabilità, aggiornamenti di tap list e via dicendo.
Le app professionali saranno sottoposte a un canone annuo (ma in fase di lancio sono gratuite) che rappresenta anche l’introito monetario per la società proprietaria di Yhop la quale, nel frattempo, sta pensando ad allargare anche ai distributori questa possibilità. Non vi resta che scaricare la app, se siete appassionati, o eventualmente contattare Yhop nel caso siate publican o produttori.
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