Il “birraio dell’anno”… sono due. Il premio assegnato a Firenze, all’interno della manifestazione omonima e organizzata dal network “Fermento Birra” è andato questa volta (e cioè, per l’anno 2019) a Matteo Pomposini e Cecilia Scisciani, i creatori delle birre marchiate MC-77, azienda piuttosto giovane (è nata nel 2013) che però si è imposta fin da subito nel novero dei grandi nomi del craft italiano.
Marchigiani, giovani, Cecilia e Matteo hanno impiantato il loro birrificio a Serrapetrona, in provincia di Macerata, ennesimo “piccolo centro” della profonda provincia italiana (meno di mille abitanti) che trova in qualche modo una riscossa e una notorietà grazie alla birra, un po’ come è avvenuto con la minuscola Montegioco e Riccardo Franzosi, ma non solo.
La storia di MC-77 è stata anche segnata da un evento drammatico e particolare, il terremoto del 2016 che danneggiò il capannone dell’azienda e costrinse a spostare gran parte dell’unità produttiva altrove, come giustamente ricorda l’articolo di Andrea Turco su Cronache di Birra. Cecilia e Matteo non sono dei “novizi” sul palco di Firenze: furono proprio loro infatti a firmare la prima edizione nella sezione dei birrai emergenti, quella relativa al 2015. Quattro anni dopo eccoli con la vittoria nel concorso maggiore, segnale di una qualità e di una costanza di altissimo profilo.
L’edizione di quest’anno ha, tra l’altro, fatto segnare il dominio del Centro Italia, una novità assoluta per un concorso che ha avuto un primo vincitore sardo (Nicola Perra, 2009) e che poi ha sempre visto “medaglie d’oro” assegnate a birrai del Nord. Stavolta le prime quattro posizioni della classifica sono monopolizzate dai “centristi”: alle spalle dei birrai di MC-77 si sono piazzati nell’ordine il romano Giovanni Faenza di Ritual Lab (secondo anche dodici mesi or sono), il fermano Marco Raffaeli di Mukkeller e il viterbese Conor Gallagher Deeks di Hilltop. Mettiamoci pure il senese Samuele Cesaroni di Brasseria della Fonte (sesto) e il quadro è completo. Il quinto posto è appannaggio di Marco Sabatti, bresciano, di Porta Bruciata. Nono posto invece per l’unico rappresentante del Varesotto e cioè Luigi “Schigi” D’Amelio di Extraomnes, vincitore nel 2013.
Lontano dalla regioni del Nord anche il premio per il birraio emergente: il riconoscimento è infatti andato a Vincenzo Follino di Bonavena Brewing, realtà che ha sede in provincia di Benevento, nella località di Faicchio, meno di 4mila anime sparse in diverse frazioni. Ricordate quanto detto all’inizio, su Serrapetrona e Montegioco o anche Forni di Sotto, sede di Foglie d’Erba? Chissà se la storia si ripeterà: in bocca al lupo.
Birraio dell’anno – Albo d’oro
2009: Nicola Perra – Barley – Maracalagonis (Ca)
2010: Valter Loverier – LoverBeer – Marentino (To)
2011: Gino Perissutti – Foglie d’Erba – Forni di Sotto (Ud)
2012: Riccardo Franzosi – Montegioco – Montegioco (Al)
2013: Luigi D’Amelio – Extraomnes – Marnate (Va)
2014: Simone Dal Cortivo – Birrone – Isola Vicentina (Vi)
2015: Fabio Brocca – Lambrate – Milano
2016: Marco Valeriani – Hammer – Villa d’Adda (Bg)
2017: Josif Vezzoli – Elvo – Graglia (Bi)
2018: Marco Valeriani – Hammer – Villa d’Adda (Bg)
2019: Matteo Pomposini e Cecilia Scisciani – MC77 – Serrapetrona (Mc)
Birraio Emergente – Albo d’oro
2015: Matteo Pomposini e Cecilia Scisciani – MC77 – Caccamo SL (Mc)
2016: Conor Gallagher Deeks – Hilltop – Bassano Romano (Vt)
2017: Giovanni Faenza – Ritual Lab – Formello (Rm)
2018: Luca Tassinati – Altotevere – San Giustino (Pg)
2019: Vincenzo Follino – Bonavena – Faicchio (Bn)
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