Paese che vai, birra che trovi. Un motto che si può applicare, seppur tirato per i capelli, anche per la Grecia, nazione senz’altro più vocata ai vini o ad altri distillati come l’immancabile Ouzo, gettonatissimo souvenir che i turisti di tutto il mondo (mamma mia, quanti russi!!!) si mettono in valigia.
La birra quindi è un po’ una cenerentola anche se non manca qualche etichetta nazionale che fa da alternativa alle grandi marche internazionali, per altro presenti sugli scaffali senza prodotti di particolare qualità (e spesso è la lattina a farla da padrona…).
In Grecia il panorama è confinato a poche realtà industriali che propongono birre molto simili tra loro, fresche lager con cui “contrastare” il caldo dell’estate sia sulla penisola ellenica sia sulle tante isole che punteggiano i mari (io ero a Rodi, per la cronaca…). Per una recensione vale la pena leggere l’articolo di Appunti di Gola che spiega bene il poco che c’è da dire.
La carrellata che vi proponiamo inizia con il marchio locale più comune e diffuso, quello dell’unicorno della Mythos di Salonicco: ombrelloni, tovaglie, canottiere… il merchandising legato a questa birra è davvero selvaggio e forse risente dell’esperienza di marketing della “casa madre”, il gruppo Carlsberg.
Un’alternativa alla Mythos è sicuramente la ateniese Alfa, che rientra invece nell’orbita di un’altra multinazionale del settore, ovvero la Heineken/Amstel.
La terza birra greca incontrata è la Fix che ha in etichetta i colori nazionali bianco e blu e prodotta dalla Hellenic Breweries con sede nella città di Atalanti e che propone anche la Pils Hellenic.
A Rodi infine va segnalata la presenza di un birrificio locale, il Vap, che produce l’immancabile lager della serie. La Zythos Vap viene servita in alcune taverne dell’isola, anche alla spina e forse in questa versione è un po’ più vivace della concorrenza. Di quest’ultima vi regaliamo la foto del sottobicchiere giallo, decorato con l’elegante stemma dell’azienda.
io in grecia per vacanza ci vado abitualmente da anni e devo dire che il panorama birrario è veramente deprimente. anche per i vini, tolte alcune vere eccellenze (il Naoussa Boutari che si trova anche all’aeroporto, e che viene servito nel Ristorante Spondì di Atene, 3 stelle Michelin). Negli ultimi due anni però ho notato che sta lentamente nascendo un movimento artigianale, con Craft Brewery, Vergìna, Septem. Discreti prodotti, ma lontani ancora dal potersi dire indispensabili… se passate da Atene, c’è un piccolo negozietto, sulla grande via che da piazza syntagma conduce al tempio di zeus/porta di adriano (in quella direzione lo trovate sulla destra) che vende alcune classiche tedesche,belghe, inglesi e alcune artigianali locali.
ah dimenticavo una piccola curiosità… l’antica grecia, sempre lei, pare averci donato anche la birra…. secondo alcune fonti, in Tracia (dove oggi sorge la città di Vergìna, appunto) per indicare la produzione della bevanda locale, ottenuta da frumento, usavano la parola bruton (o vruton) che poi nelle lingue nordiche si evolse in breowan (antico inglese) infine brew/brewery in quello moderno. sono le fonti europee più antiche che attestano la produzione dell’antenata della nostra birra 🙂