Accise come se piovesse. Quello fiscale è un argomento che abbiamo toccato molto raramente sul nostro blog, un po’ per scarsa competenza, un po’ per dare alle nostre pagine un taglio più leggero e divulgativo lasciando agli addetti ai lavori questioni simili. Ma certo non possiamo ignorare quello che forse è il maggiore nemico, al giorno d’oggi, della birra italiana (artigianale e non solo): lo Stato.
E non è una frase fatta: negli ultimi quindici mesi infatti, l’accisa sulla birra è cresciuta del 30% (quella sul vino esiste ed è pari a… zero!) e ha costretto i produttori a fare i salti mortali per evitare di alzare troppo i prezzi e restare competitivi sul mercato nei confronti del vino, delle altre bevande e delle birre straniere (alcune delle quali, come le britanniche, devono invece fronteggiare il cambio sfavorevole…).
Tra l’altro le accise sono un balzello che va pagato anche sull’IVA (una “tassa sulla tassa”) e che viene calcolato non sulla produzione netta ma su quella lorda, compresi dunque gli scarti di lavorazione.
Dell’argomento si è occupato ieri sera – martedì 28 aprile – anche uno dei talk show politici italiani più noti, “Ballarò” (RaiTre) con un collegamento da Fiumicino. L’inviata Eva Giovannini ha intervistato nell’ordine il birraio di “Birradamare” (l’azienda che ha ospitato le telecamere), Geltrude Salvatori Franchi di “Birra dell’Eremo” e Filippo Terzaghi, direttore di “Assobirra”, l’associazione di categoria che raduna principalmente i grandi marchi del settore ma alla quale aderiscono anche diversi produttori artigianali.
Di seguito i due spezzoni della trasmissione di RaiTre con i collegamenti da Fiumicino.
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