(franz) Il fascino del Belgio colpisce ancora. La nostra rubrica “a pubblicazione casuale” torna nella nazione delle mille birre con il racconto di Aldo (nella foto). Cuoco di mestiere (ecco spiegati i tanti riferimenti culinari) e homebrewer per passione, ha approfittato dello Zythos Festival di Lovanio per una breve vacanza “bagnata” dalle tante specialità fiamminghe con tanto di visita ad alcuni luoghi simbolo, a partire dalle abbazie trappiste. Buona lettura.
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NEI PARADISI TRAPPISTI – Il nostro viaggio è iniziato da Orval, l’abbazia trappista situata tra boschi, laghetti e fiumi della regione di Gaume. Un posto incantato che trasuda di storia, mistero e vecchie tradizioni. L’abbazia è divisa in zone agibili e zone vietate al pubblico e quindi a uso esclusivo dei monaci.
Tra le prime c’è il negozio nel quale è possibile acquistare la birra (Orval e Petit Orval, senza etichetta e meno alcoolica – 4,5%), tre tipi di formaggio, miele, marmellate, boccali, bicchieri, cavatappi… Con un piccolo contributo si possono visitare anche il museo della birra, le rovine della vecchia abbazia, il museo sotterraneo, il giardino delle piante medicinali. Per me è stato ovviamente molto interessante il museo della birra dove è possibile vedere i vari step di produzione tramite schermi di ultima generazione. All’interno sono presenti alcuni macchinari, le materie prime utilizzate, vecchie bottiglie, targhe e la collezione completa dei bicchieri della Orval. Da lì ci siamo spostati alla Westvleteren, abbazia situata nelle Fiandre Occidentali purtroppo inaccessibile al pubblico. La birra è acquistabile a casse ma solo su prenotazione precedente, con l’obbligo di fornire il numero di targa della vettura (ne parleremo in altra occasione ndr). È però possibile berle e acquistarle a un prezzo ragionevole nel vicino ”In De Vrede”, locale molto moderno e affollato, pur essendo situato in una zona sperduta in mezzo alla campagna. Qui è possibile trovare i tre tipi di Westvleteren: la Blond (tappo verde), la “8” (tappo blu) ma anche la “12” (tappo giallo) nata nel 1940 e considerata una delle migliori birre del mondo (gli appassionati sanno che è in circolazione, anche in Italia, a prezzi molto alti). A pochi chilometri da Westvleteren ci sono due paesi molto interessanti: Poperinge è noto per le famose coltivazioni di luppolo mentre Watou è la sede del noto birrificio “St. Bernardus“ situato nel centro del paese. Qui si trova anche il ristorante Hommelhof, meta fissa per chi ama la cucina alla birra di alto livello. Un altro passaggio obbligato è stato quello all’abbazia de Notre Dame de St. Remy, nella regione di Namur, dove si produce la Rochefort. Anche in questo caso l’ingresso è vietato al pubblico ma è possibile effettuare una visita spirituale contattando i monaci. Noi però abbiamo avuto la fortuna di capitare nel corso di un evento aperto, la giornata benefica del locale Lions Club, e abbiamo potuto degustare le birre all’interno del cortile. Oltre alle più famose “8” e “10” quindi abbiamo sorseggiato la Rochefort 6 (tappo rosso, 7,5% vol) dal colore rosso che ricorda le foglie autunnali. Ha un sapore consistente, leggermente speziato, e un gusto intenso di caramello, frutta ed un tocco d’uva. È prodotta una sola volta all’anno e rappresenta appena l’1% della produzione totale. Come molte forti birre belghe, queste possono essere conservate nelle cantine anche per cinque anni; sono prodotte secondo la stessa ricetta, si differenziano per la gradazione alcolica mentre l’acqua utilizzata viene attinta da un pozzo interno alle mura del monastero.
NELLA CAPITALE – Bruxelles è un’altra meta immancabile per gli amanti dei locali a tema birrario. Una tappa storica è il Delirium Caffè situato nel centro storico, impostato su tre livelli partendo dai sotterranei dove si può trovare la lista da capogiro con oltre 4.000 referenze in bottiglia (record mondiale). Al piano terra è possibile degustare le birre proposte nelle numerose spine solitamente nazionali mentre al piano superiore c’è hoppy loft, una nuova area creata per gli amanti delle birre luppolate provenienti da tutto il mondo. Altro tempio è il Moeder Lambic, un locale dove sono presenti moltissime birre nazionali ed estere, prevalentemente spinate. E poi è stata d’obbligo la tappa a Cantillon, lo storico birrificio dove ancora vengono utilizzate tecniche di fermentazione spontanea (lambic) che durante i “Brassin public” aggiunge all’apertura al pubblico anche le visite guidate. Un ristorante interessante che consiglio di visitare è invece Nuetnigenough, un locale con i caratteristici tavolini piccoli e stretti che costringono a restare gomito a gomito con il vicino di posto: tecnica un po’ invasiva ma perfetta per favorire la socializzazione. Tutti i piatti serviti in questo locale sono cucinati con la birra.
GENT, CANALI… DI BIRRA – Nelle Fiandre Orientali, circondata dai canali, ecco Gand, o Gent in fiammingo.
Qui dal punto di vista brassicolo la cosa che mi ha più colpito sono stati i beer shop, molto più grandi ed economici della capitale Bruxelles. Fra i più importanti ci sono Hop Duvel e Dranken Geers che propongono una scelta di birra infinita, dalle birre belga più conosciute, fino ad arrivare alle rarità mondiali. Anche qui abbondano i locali a tema birraio; tra i più importanti segnalo Water Huisa and Bier Kant situato sul canale principale della città con il suo vasto assortimento di birre, oppure De Brouwzaele che all’ottima carta delle bottiglie aggiunge il caratteristico bancone in rame costruito come una caldaia d’ammostamento. Anche in questo caso è possibile degustare un’ottima cucina tipica belga. È stato invece più rapido il nostro passaggio a Bruges/Brugge dove siamo però riusciti a fermarci al birrificio De Halve Maan, locale molto gettonato che si affaccia su una piazzetta caratteristica; qui la cosa che mi ha colpito di più è stato il patè alla birra anche se, vista la vicinanza con il mare del Nord, i locali intorno al birrificio propongono soprattutto il superclassico moules-frites (cozze e patatine fritte) in tutte le salse.
E FINALMENTE LO ZYTHOS – Ed eccoci a Lovanio, nella sala Brabanthal, dove si è tenuto un appuntamento immancabile per gli amanti della birra.
Lo Zythos Bierfestival è una fiera nazionale con oltre 100 birrifici presenti e almeno 500 birre. Quest’anno tra l’altro si festeggiava il decimo anniversario. La formula è “democratica”: permette infatti di degustare tutte le birre presenti al costo di un gettone (€ 1,40) presentandosi con il bicchiere acquistato all’ingresso (cl. 15); le porzioni comunque sono molto generose. Gli stand sono della stessa dimensione per tutti gli espositori, indipendentemente dall’importanza o dalla popolarità dei birrifici. Ogni stand propone le proprie produzioni alla spina, in bottiglia, a pompa; non mancano i gadget o le confezioni dedicate a particolari eventi. Gettonatissimi Alvinne , De Struise browers e De Dochter van de Korenaar, anche se questi ultimi, a mio parere (per la varietà e la particolarità delle proposte), sono un po’ al di fuori dello stereotipo belga. Dove si beve si mangia, e quindi anche in questo caso erano presenti gli stand gastronomici con possibilità di gustare la famosa carbonade flamande e le frites, onnipresenti al pari della birra.
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