Il nuovo birrificio di Masnago (che non lo è, ma lo diventerà)

BdV_LogoI più attenti frequentatori del quartiere varesino di Masnago e i grandi appassionati di birra, sempre pronti a testare ogni novità, non si sono fatti sfuggire il fatto che il vecchio circolo della frazione (in via Amendola) ha cambiato nome e porta ora sulla propria insegna la scritta “Il birrificio di Varese”.
E visto che a riguardo si è già sentita qualche inesattezza, ecco che Malto Gradimento interviene subito a spiegare la situazione nel dettaglio.

Il “Birrificio di Varese” ha effettivamente aperto da una decina di giorni – ne eravamo informati da qualche tempo – ma per il momento non ha una produzione propria né commercializza una beer firm con il suo marchio. Perché dunque è stato scelto questo nome, per un locale che in questo momento è un ristopub con pizza, cucina, hamburger, birre (ci sono, ovviamente, anch’esse) e uno spazio all’aperto dove ci sarà la possibilità di ospitare concerti?

Ce lo spiega Fabio Mazzaferro, che del “Birrificio” è socio ma anche chef. «Quello di avere una nostra produzione è un passo futuro, che però è stato sottoscritto da me e dagli altri soci fin dal momento in cui abbiamo deciso di rilevare questo locale (l’ex “Nibbio”, per intenderci ndr). Partire in questa avventura con un impianto di proprietà sarebbe stato troppo gravoso, ma è un progetto al quale inizieremo a pensare dopo questa fase di lancio del ristopub, che ovviamente ha richiesto parecchio tempo».
All’interno delle mura del “Birrificio di Varese” c’è in effetti già un locale per creare una sala cottura con annessi gli altri spazi necessari alla produzione. E c’è già un birraio in pectore, Simone Parola, a sua volta socio del locale, che dopo le esperienze da homebrewer vuole coltivare il proprio sogno di trasformare la passione in un mestiere.

Per una produzione made in Masnago dunque ci vorrà almeno un anno: «Di certo – prosegue Mazzaferro – sarà il prossimo investimento importante del nostro gruppo di lavoro: la nostra idea iniziale è quella di una produzione che possa servire innanzitutto al pub, ma in seconda battuta possa anche andare in commercio con altri canali». Intanto il “Birrificio di Varese” si è dotato di un impianto a otto vie, numero già importante e raro, almeno nella zona. In lista prodotti noti ma non troppo diffusi (parlando sempre dell’offerta locale, chiaramente): Augustiner, Chouffe Chimay, Blanche de Namur – le prime quattro spine aperte – saranno presto affiancate da un altro poker di birre. In bottiglia la lista prevede tra le altre Orval e Sierra Nevada, ma l’idea dei gestori è quella di dare spazio anche alle artigianali italiane.


«Prodotti che ci piacciono e che stiamo prendendo in considerazione: non è ancora stato possibile inserirle ma nel giro di qualche tempo dovremmo proporre anche qualche italiana di qualità. Magari del territorio: i nostri panini hanno nomi legati a Varese e dintorni, ci piacerebbe affiancarli a qualche birra prodotta in provincia».

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1 pensiero su “Il nuovo birrificio di Masnago (che non lo è, ma lo diventerà)

  1. Potevano anche chiamarlo “sarà birrificio”, perché in fondo, se attualmente non lo è, perché ingannare già dal nome i suoi clienti? io certe cose proprio non le capisco.
    Seconde me questa è la più classica delle false partenze. Ma vedremo.
    Simone

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